IL RITORNO DI ADE: Epifania aidonese nel giorno del solstizio d’inverno

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locandinaFINALMENTE! è arrivato il momento tanto atteso, la testa di Ade è finalmente in Aidone e, dai magazzini del Museo Archeologico dov’è attualmente custodita, vedrà la luce nella sala degli Acroliti il 21 dicembre prossimo. La conferma è arrivata da un comunicato stampa dell’Assessorato regionale, emanato poche ore dopo che il mio articolo era stato pubblicato su Vivienna.it,  in cui si legge:

“Mercoledì 21 dicembre alle ore 11 al Museo archeologico di Aidone la testa di Ade, al termine dell’iter giudiziario, sarà consegnata alla Regione Siciliana ed esposta nella sua sede definitiva. L’Assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Carlo Vermiglio nel dare la notizia dichiara: “Ricevuta la notifica del dissequestro da parte della Procura di Enna, con la direttrice del Polo Museale di Enna, Piazza Armerina e Aidone, abbiamo operato affinché l’opera fosse esposta nel più breve tempo possibile  nel museo di  Aidone  restituendola alla fruizione della comunità civica e di tutti i visitatori. Continueremo a impegnarci, con il contributo di tutte le istituzioni e dei cittadini di Aidone, per la promozione di questo territorio che racconta storie importanti della Sicilia antica…”.

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Qui di seguito il testo del mio articolo pubblicato da Vivienna il 3 dicembre e altri articoli da me scritti precedentemente e pubblicati sempre nella stessa testata. Mi permetto di citare anche gli articoli del dott. Silvio Raffiotta pubblicati nella stessa testata, quasi a costituire un dossier a futura memoria.

ADE. Epifania aidonese nel giorno del solstizio d’inverno

12647408_10207091675188710_4978571301275161005_nIn sordina come si conviene al dio degli inferi, la sua epifania qualche giorno prima di natale. Sembra confermato, anche se non ancora ufficialmente, la data del 21 dicembre. Il giorno del solstizio d’inverno, Ade  sarà ufficialmente accolto in Aidone e disvelato alla cittadinanza e a tutti i visitatori del prezioso Museo Archeologico Regionale di Aidone-Morgantina. Le vacanze natalizie permetteranno ai tanti turisti che hanno scelto la Sicilia per le loro vacanze invernali di inserirlo nel proprio itinerario e ci si augura che siano in tanti a farlo.  L’inaugurazione sarà sottotono perché i tempi sono stretti! Importante, d’altra parte,  non è avere l’evento strillato di un giorno  seguito da lunghi anni silenti, ma piuttosto la sua acquisizione definitiva al patrimonio del Museo archeologico di Aidone, dove è atteso da anni  (è del gennaio 2013 un mio articolo a sèguito del viaggio dell’allora direttore Caruso a Malibù per il suo riconoscimento ufficiale e la promessa di restituzione). L’augurio è che questo quarto rientro –dopo quello degli Acroliti e della “Venere” da Malibù e degli Argenti dal MET di New York  con il loro famigerato destino di pendolari-  sia quello giusto per dare finalmente impulso alla piena valorizzazione di questo immenso patrimonio misconosciuto, se non per il cancan mediatico che si è fatto, nel bene e nel male, ogni volta che un di questi beni è stato riconsegnato.

gli acroliti delle dee Demetra e Kore

gli acroliti delle dee Demetra e Kore

Il nostro Ade, proviene dall’isola dei migranti, da Lampedusa, dove si è guadagnato il diritto al ricongiungimento famigliare. Proprio come succede nelle migliori famiglie, ci si dovrà stringere per fargli posto. Sarà accolto là dove sono le donne della sua vita. Nella sala degli Acroliti, dove con il loro sorriso ieratico lo attendono le due dee, la moglie -la sempre giovane Kore-Persefone-Proserpina, abituata alle lunghe separazioni da questo marito, che ha dovuto rapirla per farla sua sposa  e che con lui è costretta a vivere i lunghi mesi invernali-  e la sorella-suocera Demetra-Cerere, la dea dei cereali che agli uomini fece il dono preziosissimo dell’agricoltura, la “portatrice delle stagioni” invocata nel segreto dei misteri eleusini, la madre che oscurò e rese sterile la terra nella disperata ricerca della figlia rapita  e che le ridiede luce e fecondità quando ebbe la gioia di riaverla accanto.

Fuori dalle suggestioni mitologiche, a quanto trapela, il 21 dicembre, reduce dall’esposizione prima a Palermo e poi a Lampedusa, dissequestrata dall’autorità giudiziaria, con una cerimonia semplice,  la testa di Ade verrà consegnata dall’Assessorato Regionale al Museo di Aidone e al suo dirigente responsabile la dottoressa Giovanna Susan. Intanto fervono i lavori per accogliere il prezioso reperto e i visitatori. Impegnati con grande  senso di responsabilità e generosità tutti i dipendenti del Museo, a qualunque grado, che si stanno prodigando per realizzare nel modo migliore possibile l’esposizione, che non potrebbe essere altrimenti garantita dalla misera somma di poco più di ottomila euro che la Regione ha destinato all’evento e all’allestimento della mostra.

Aidone_MunicipioL’amministrazione comunale aspetterà il ritorno di Kore sulla terra,  l’equinozio di primavera o magari il solstizio di estate, per dare avvio ai festeggiamenti; speriamo che per allora si sia in grado di organizzare non uno solo ma molti eventi, che accendino i riflettori su Aidone e segnino finalmente l’inizio di un tempo nuovo, quello auspicato   quando si lottò strenuamente per riportare a casa i beni trafugati e che si intravide con il rientro degli Acroliti nel 2009 e poi con gli Argenti e ancor di più con la Venere da Malibù…

La testa di ADE restituita dal Getty finalmente arriva in Italia! Quando in Aidone?

Era il gennaio 2013 quando venne data notizia del ritrovamento della Testa di Ade nel Getty Museum di Malibu e della volontà della direzione del Museo americano di volerla restituire al Museo di Aidone. Era l’ennesimo trafugamento da Morgantina. Dal 2013 se n’erano perse le tracce.
Ieri è stata data la notizia della consegna all’Italia, alla presenza del Console Generale d’Italia a Los Angeles, Antonio Verde, e delle Autorità giudiziarie e di polizia italiane.
Ancora un prezioso reperto trafugato a Morgantina e finito, attraverso i soliti circuiti, in America e qui venduto da Templessman al Getty Museum di Malibù per 500.000 dollari circa. Ora è l’ora di gioire, un altro capolavoro, questa volta della coroplastica, sta per ritrovare la strada di casa e sarà ancora un altro prezioso tassello nel ricco patrimonio di Morgantina e nella dotazione del Museo Archeologico regionale.  Franca Ciantia – 28 gennaio 2016

Aidone-Morgantina: che fine ha fatto la testa di ADE? di Silvio Raffiotta – 22 settembre 2012

Che fine ha fatto la testa di ADE? E’ quanto si chiedono gli amanti dell’archeologia per la celebre scultura ellenistica in terracotta policroma riproducente il dio degli Inferi, rubata dal sottosuolo di Morgantina nel 1979 e finita per le solite vie del mercato antiquario illegale al Paul Getty Museum di Malibù. Museo che, in ossequio alla nuova politica in materia di beni culturali di provenienza illecita, aveva deciso l’anno scorso di restituire il pezzo al museo di Aidone. Un bel colpo dato che il reperto è di eccezionale rarità e forte impatto visivo, oltre che di grande importanza storico-artistica. La data per l’evento era stata indicata nel gennaio 2014, eppure sono passati nove mesi ed il dio rimane nel suo inferno californiano. Non vogliamo credere ad un ripensamento del Paul Getty, che si trova nell’imbarazzo di possedere una scultura rubata e che, riteniamo, non veda l’ora di ridarla al legittimo proprietario per rifarsi una verginità. Corre, invece, voce che al rientro dell’opera ostino difficoltà di tipo burocratico, per le quali non sarebbe estranea l’amministrazione regionale dei beni culturali, incapace, quantomeno, di mettere la faccenda sul binario giusto e riportare Ade a casa in tempi brevi. In ogni caso, l’opinione pubblica non è stata informata dei motivi del ritardo e questo è grave quantomeno per Aidone e l’intero territorio ennese, che continua a puntare sull’archeologia come volano per la sua asfittica economia.
La verità è, come usa dire Giannini a Ballarò, che Morgantina è finita nel dimenticatoio delle istituzioni di tutela, dopo il falò acceso negli anni del rientro dei capolavori rubati. Peggio, il suo museo si avvia ad essere paradossalmente spogliato in silenzio dopo essere stato arricchito con le restituzioni degli ultimi tempi. Il tesoro d’argento è prossimo a ripartire per il Metropolitan di New York e nessuno è riuscito a convincere il museo americano dell’assurdità di quell’accordo che lo prevedeva, dato anche l’elevato rischio di danneggiamento involontario dei fragilissimi pezzi che lo compongono. Ci ha provato, a dirla tutta, l’ex assessore regionale al ramo Mariarita Sgarlata, che, siccome era troppo competente ed attiva nella sua materia, si è guadagnata il defenestramento, come ritualmente ed inevitabilmente capita in Sicilia. Non sappiamo a cosa toccherà dopo il tesoro, ma tra pezzi che non rientrano alla data stabilita e pezzi che se ne vanno, la vediamo dura anche per la Venere, rimasta a gridare al mondo la nostra incorreggibile incapacità di valorizzare al meglio il nostro patrimonio d’arte e, di conseguenza, a legittimare le voglie di chi la vuole altrove. Silvio Raffiotta

12631528_10207052056638271_3205721452499022324_nIl Museo di Aidone, scrigno prezioso che continua ad arricchirsi. La testa di Ade da Malibù. L’esigenza inderogabile di spazi adeguati

Aidone. Quest’ultima acquisizione non era proprio messa in conto, perciò arriva ancora più gradita, una meravigliosa e sorprendente testa in terracotta proveniente da quella che per i tombaroli è stata una vera e propria miniera d’oro: San Francesco Bisconti, il complesso di santuari dedicato a Demetra e alle divinità ctonie Persefone e Ade. La testa di Ade/Plutone appartiene ad una rara statua a grandezza naturale, dipinta, come tutte le terrecotte. Morgantina ci ha abituato alle storie, non si smentisce neppure questa volta: anche questa statua è al centro di una vicenda intrigante. Tra i reperti che l’archeologa Serena Raffiotta ha analizzato, fotografato e pubblicato sul suo libro “Terrecotte figurate dal santuario di San Francesco Bisconti a Morgantina”, c’è un ricciolo azzurro di terracotta che la studiosa aveva attribuito ad una capigliatura. Quando nel 2011 gli esperti del Getty Museum visitarono  il Museo di Aidone, per scegliere i reperti da portare in prestito a Malibù (nell’ambito degli accordi per la restituzione della “Venere”, la Regione Sicilia si è impegnata a prestare opere d’arte  e reperti archeologici per essere esposti in mostre tematiche nel museo californiano) notarono il ricciolo azzurro e chiesero al direttore Enrico Caruso di poterlo confrontare con una testa di terracotta alla quale sembrava appartenere. I reperti furono accompagnati in America  dallo stesso Caruso che potè effettuare personalmente l’attribuzione ed il riconoscimento del ricciolo come parte della barba della preziosa testa attribuibile ad Ade, appartenente da un trentennio al Getty; la barba porta tracce evidenti della colorazione azzurra, i capelli del marrone originario: questa volta non sono stati necessari ulteriori esami, la provenienza del ricciolo è stata verificata senza alcuna incertezza. Da qui la richiesta di restituzione inoltrata immediatamente alla direzione del Museo californiano dallo stesso architetto Caruso, nella sua qualità di direttore del Parco Archeologico di Morgantina  e del suo Museo. Nel nuovo clima di collaborazione e sinergia tra le autorità italiane e il Getty, seguìto alla vicenda della “Venere”, è stato possibile ottenere questo capolavoro della ceramica di Morgantina. Attualmente è una delle attrazione della mostra “I santuari di Demetra e Persefone a Morgantina” che da aprile scorso, e fino al 28 gennaio, è  ospitata a Villa Getty, dopo di che farà parte della mostra “Sicilia: arte ed invenzione tra la Grecia e Roma”  che dal 3 aprile al 19 agosto sarà al Getty e  poi in  “in tournée”  in altre città americane, infine a Palermo; nel 2014 Ade ritornerà definitivamente in Aidone!

il Museo di Aidone il giorno del rientro della "Venere"

il Museo di Aidone il giorno del rientro della “Venere”

Il Museo di Aidone, che in questi anni è stato allargato e ristrutturato per ospitare le new entries, per risistemare l’esistente e per rendere la visita più interessante e confortevole, continua ad avere l’esigenza di allargarsi per accogliere nuovi gioielli, come le promesse monete che saranno a breve restituite da Siracusa ed ora la testa di Ade, per valorizzare quanto c’è ancora di prezioso e mai esposto nei ricchi magazzini e per razionalizzare gli spazi espositivi. Per questi motivi esposti appare ancora più assurdo e incomprensibile il ritardo con cui si sta procedendo alla cessione al Parco Archeologico dell’edificio della Scuola Elementare “Torres Truppia”, il naturale ampliamento del Museo, liberato completamente delle classi fin dall’inizio dell’anno scolastico in corso.

A due anni della prima richiesta forse qualcosa comincia a muoversi. All’istanza del direttore del Museo si è aggiunta quella del professore Malcom Bell e dei membri della Missione Americana che lui dirige, che nel “Torres Truppia” vedono la soluzione ideale dell’annoso problema che vivono da decenni: i magazzini dei reperti e i laboratori di restauro, frequentati dagli americani, ma anche dai nostri archeologi e studenti, sono ospitati in locali umidi, bui e malsani che gridano vendetta alle nostre tradizioni di ospitalità. Liberare il Museo degli uffici amministrativi e dirigenziali, dei restanti magazzini, che non sono discariche ma conservatorìe di beni preziosissimi, farebbe guadagnare quasi un’intera ala del piano superiore da adibire a spazi espositivi. Dall’altra avere a disposizione l’intero edificio scolastico coprirebbe il bisogno di magazzini, di laboratori di restauro, di uffici ed in più permetterebbe la creazione di spazi per ospitare mostre permanenti e temporanee e aule didattiche. Un altro incentivo alla cessione dell’edificio in questione, che altrimenti è destinato all’abbandono ed al degrado, è l’esigenza di spendere i quasi quattro milioni di euro destinati al Museo dal POIN e dalla Regione. L’alternativa, Dio ce ne scampi, sarebbe quella di costruire un padiglione tra il Convento-Museo e la Villa Comunale che “ruberebbe” ulteriore spazio al verde pubblico già molto povero.

Intanto giunge una buona notizia, molto attesa: è in dirittura di arrivo l’allestimento dei pannelli informativi a Morgantina che presto saranno installati; per garantirne il buon esito e la durata  è stato previsto di sperimentare almeno tre soluzioni diverse e vedere quale tra i materiali e le tecniche usate resisterà meglio alla piena insolazione e agli agenti atmosferici che hanno letteralmente bruciato i pannelli esistenti.

E, per finire ancora con Ade, una tentazione in punta di lingua: e se veramente il nome Aidone derivasse, come pensavano gli storici antichi, da Aidoneus, uno degli epiteti di Ade/Plutone? Il Ciaceri, l’Oliveri, il Filoteo degli Amodei in Gioachino di Marzo, l’Alessi (tutti riportati dallo storico locale Gioacchino Mazzola nella sua Storia di Aidone, 1915), collegano toponimo e luogo al ratto di Proserpina e al suo rapitore appunto Ade. Suggestivo il racconto di Filoteo (1556) che mi piace riproporre: “Essendo Proserpina, sua figliola leggiadrissima, in età matura, avvenne che Orco, cognominato Dite, da molti chiamato Aidone, re degli Epiroti o Albanesi, innamoratasi di Proserpina, fatta amicizia con Cerere, passato in Sicilia, si pose ad abitare in una montagna di giocondissimo aspetto per la parte dello scirocco e mezzogiorno da Enna, non più di dodici miglia, da lui poi chiamata Aidone; e quindi uscendo spesso a caccia vicino al lago di Pergusa, circondato di amenissimi alberi, ritrovandovi Proserpina, se la pigliò e menò seco in Epiro, dove sposatala, l’ebbe per sua moglie….Di qui ebbe principio l’antica e celebrata favola del ratto di Proserpina da Plutone, cognominato Orco o Dite o Aidoneus, della quale a lungo nelle istorie è discorso” (A. Filoteo degli Omodei, Biblioteca storica e letteraria della Sicilia di Gioacchino di Marzo – vol. XXV, pag. 35). Vorrei osare: i linguisti propendono per una etimologia dall’arabo ayn, fonte d’acqua, ma l’una potrebbe non escludere l’altra: gli arabi arrivano e occupano il colle di Aidone, la cui ricchezza di fonti di acque non fa altro che indurli a confermare, per assonanza, l’antico nome… Franca Ciantia.  Inserita da il Gen 19th, 2013 e archiviata in Aidone

intanto comincia l’odissea italiana di Ade:

Il ritorno di Ade e la sua ripartenza

Inserita da il Feb 4th, 2016

ade-presentazioneIl viaggio di ritorno di Ade a casa ancora non si è concluso; ha intravisto i luoghi del suo innamoramento, il lago sulle cui sponde vide passeggiare Kore, l’innocente fanciulla figlia della sorella Demetra, che desiderò e volle ad ogni costo come regina del suo terribile regno. Ma il colle Aidoneo, quello che da lui prese (forse) il nome, il colle e il boschetto dove si riposò della corsa affannosa, dopo aver rapita la divina fanciulla, quello no, ancora una volta è rimasto lontano… costretto ad intraprendere un altro viaggio, l’ennesimo! Mentre, all’interno di un’altra prigione di vetro ascolta distrattamente un monotono parlottio, ritorna col ricordo ai luoghi di Morgantina dove un artigiano l’aveva modellato, rivestendo il capo e la barba di capricciosi riccioli, blu intensi per la barba, rossicci per i capelli, e increspando le sue labbra in un broncio che tanto gli si addiceva. La statua era stata ordinata dalle Tesmoforiazuse, le spose che si preparavano alle feste in onore di Demetra e il ceramista l’aveva fatta più piccola per non incorrere nell’ira delle dee Madre e Figlia. In quel sacello, che condivideva con loro, era stato allietato da processioni, canti, doni… ha ancora nelle orecchie lo squittio disperato dei tanti maialini, sacrificati dalle sacerdotesse, per impetrare la fertilità delle madri e dei campi. Lui, abituato sempre ai bui e tetri luoghi del suo regno, godeva di quei momenti! Ma aspetterà ancora per potersi ricongiungere con la donna amata e la potente sorella… ancora qualche mese, un attimo nell’eternità…
Infine è arrivato il momento di presentare agli ennesi, ai siciliani, agli italiani tutti la preziosa testa, attribuita ad Ade, il dio degli Inferi, il Plutone dei romani. I fortunati che questo giovedì hanno assistito al suo disvelamento hanno appreso anche che non farà ritorno, per ora, ad Aidone, nel museo regionale dove si conservano i reperti ritrovati a Morgantina e le altre divinità provenienti dagli stessi santuari di San Francesco Bisconti.
Non la vedranno per questo inverno, magari la primavera farà il miracolo. La statua è stata recuperata materialmente dai Carabinieri, del Nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale di Palermo, coordinati sostituto procuratore Francesco Rio, che si sono recati a Los Angeles, dove hanno organizzato la missione di recupero, in con la collaborazione con Dipartimento di Giustizia U.S.A. e con il Getty Museum, che, dopo averla acquistata per oltre 500 dollari dal magnate Templessman, già due anni fa aveva manifestato la volontà di restituirla all’allora direttore del Museo, l’architetto Enrico Caruso. A quanto pare la mancanza cronica di fondi dell’assessorato regionale ha “impedito” in tutto questo tempo di organizzare il rientro, ma l’iniziativa del dottore Rio e dei carabinieri ne ha consentito il rientro senza oneri per la regione. L’indagine ancora in corso ne richiede il sequestro giudiziario e quindi un’ulteriore periodo di custodia presso il comando dei Carabinieri di Palermo.
ade-1 (1)La presentazione è avvenuta nell’Auditorium “Falcone e Borsellino” del Tribunale di Enna, al tavolo dei relatori, moderati dal padrone di casa, il Procuratore Massimo Palmeri, si sono alternati: il Sostituto Procuratore Rio, che in modo vivace ha raccontata la rocambolesca avventura del recupero, il Maggiore Luigi Mancuso, il comandante dei carabinieri del TPC siciliano, che, constatata la presenza in sala di un bel gruppo di studenti di varie età, ha voluto evidenziare la necessità dell’educazione, fin dai primissimi anni di scuola, per la prevenzione di questi odiosi reati che non depauperano solo il nostro patrimonio culturale ma, con il saccheggio sistematico dei siti, privano gli studiosi e noi tutti della possibilità di ricostruire la nostra storia. È intervenuto il dottore Gaetano Pennino, Dirigente Generale dei BB.CC e dell’Idendità Siciliana e infine la dottoressa Laura Maniscalco, direttrice del Museo di Aidone, che ha illustrato il sito di San Francesco Bisconti, l’area sacra posta tra la Morgantina ellenistica e quella arcaica della Cittadella, da dove provengono oltre che la testa di Ade anche la cosiddetta Venere e gli Acroliti.
La Maniscalco è convinta che da scavi in quest’area, nonché dalla esplorazione delle tante cassette di materiali giacenti nei magazzini, potrebbero arrivare molte sorprese. Sorprese come quella che ebbe Serena Raffiotta quando, lavorando alla sua tesi di specializzazione, trovò il primo ricciolo blu tra i tantissimi frammenti conservati nei freddi e polverosi magazzini. Da quelle cassette provengono gli altri tre riccioli che hanno dimostrato, senza possibilità di smentita, che quella testa proviene dal tesmoforio di San Francesco.
Ho sentito telefonicamente Serena Raffiotta, assente giustificata all’appuntamento in tribunale, che si è detta emozionatissima e molto soddisfatta come archeologa e studiosa di Morgantina. Le modalità inedite del recupero sono “la prova dell’altissimo valore della ricerca archeologica per la ricostruzione della storia antica ma anche di quella recente. Questa vicenda mi incoraggia ad andare avanti nel mio percorso professionale con ancora più passione ed entusiasmo e a tutelare e promuovere Morgantina più di prima. Spero – continua la Raffiotta – che, da parte di tutti, questa ennesima difficile conquista sia tenuta nella giusta considerazione e che si attuino degli interventi mirati e concreti per il rilancio del museo di Aidone”. In questo felice momento, in cui la retorica vuole che “tutto va bene madame la marchesa”, nessuno ha voluto guastare la festa parlando dei problemi in cui si dibatte il Museo di Aidone ed il sito di Morgantina, problemi purtroppo comuni a tutti i beni culturali siciliani; la direttrice Maniscalco, rivendicando l’apertura continuativa dei due siti fatta con grandi sacrifici, ha denunciato la carenza di personale che si accentuerà ancora di più prossimamente con il pensionamento di tre custodi. Chi ha orecchie per intendere… Franca Ciantia  Inserita da il Feb 4th, 2016 e archiviata in Aidone

Aidone. Il ritorno di Ade e i paradossi di sempre

di Silvio Raffiotta _ Inserita da il Gen 29th, 2016

Il santuario di Demetra e Persefone a Morgantina ha restituito all’archeologia tre capolavori assoluti dell’arte greca, tre capolavori che risplendono di tanta luce da mettere in ombra gli altri reperti del museo di Aidone, pur frutto imponente di cinquant’anni di scavi scientifici. L’ultimo in ordine di tempo è la testa di Ade, che dopo trent’anni di peripezie nel mercato antiquario illecito, sta per tornare al sito di origine a fare compagnia alla grande Dea e agli Acroliti dal sorriso più enigmatico della Gioconda.
Ma c’è un paradosso in tutto questo, un paradosso che induce amare riflessioni, che non vogliono rovinare la festa del rientro, ma stimolare comportamenti virtuosi dell’autorità di tutela. Il paradosso sta nel fatto che il corteo di Dei provengono da un’area lasciata alla mercè dei tombaroli per oltre mezzo secolo, anche dopo la prima esplorazione ufficiale della Soprintendenza del 1979 che rivelò l’esistenza sul posto di una miniera di reperti. Un paese civile, che ama e valorizza non solo a parole il proprio patrimonio culturale, a quel punto avrebbe trincerato l’area sottoponendola a strettissima sorveglianza. Non solo, ma avrebbe cominciato a scavare anche con le mani e con le unghie, senza fermarsi mai sino a portare alla luce tutto quello che era celato nel sottosuolo. Ed invece non è successo nulla su entrambi i fronti, ad eccezione di una breve campagna di scavo della Soprintendenza nel 2004. E solo di recente è stata collocata una recinzione e creato un percorso per agevolare la fruibilità dell’area. Insomma, sapevamo di avere un tesoro a portata di mano e ce lo siamo fatto rubare nell’indifferenza e nella strafottenza che ci contraddistingue in materia di beni culturali. Nel frattempo, le magre risorse disponibili all’assessorato regionale competente sono state disperse in sagre, studi, consulenze, esposizioni all’estero e per Morgantina neppure le briciole. Infatti, ancora oggi, se non ci fosse la Forestale a togliere l’erba, il sito non sarebbe neppure praticabile.
Ma c’è un altro paradosso. La vicenda della testa di Ade che torna perché una giovane archeologa, libera professionista, volontariamente e a sue spese si è calata negli inferi dei magazzini del museo di Aidone, scovando un ricciolo che apparteneva alla scultura rubata, avrebbe dovuto innescare un lavoro di ricerca e di studio dei tanti reperti più o meno frammentari che giacciono ignorati da anni in quei magazzini. Non solo per dovere scientifico, ma per controllare se c’è in giro per il mondo qualche altro capolavoro rubato a Morgantina, che, come Pollicino, ha lasciato qualche traccia sul posto che consenta di portarlo a casa. Nulla di tutto questo, solo gli americani si prendono la briga ogni anno di rovistare tra le centinaia di cassette alla ricerca di ciò che serve ai loro studi. Eppure c’è chi giura, e chi scrive è tra questi, che dal santuario extraurbano di Morgantina è uscita qualche altra testa mozzata, ma di inestimabile valore, che non sappiamo dov’è. Sappiamo, invece, che le sue tracce sono in qualche cassetta di materiale dei magazzini di Aidone, dove basterebbe cominciare a “scavare” sul serio per avere delle belle sorprese. Silvio Raffiotta

un ruolo importante nell’intera vicenda è stato svolto dall’archeologa Serena Raffiotta:

Serena Raffiotta: competenza e tenacia al “servizio” di Ade

Inserita da il Mar 7th, 2016

Maria-Lucia-Ferruzza_Serena-Raffiotta_Leoluca-OrlandoIl nome di questa giovane archeologa è presente in tutti gli articoli ed i servizi che si sono occupati del rientro della testa di Ade, restituita dal Getty Musem all’Italia e al Museo Archeologico Regionale di Aidone, sua destinazione finale. Come avevamo detto in un precedente articolo, attualmente la preziosa terracotta è a Palermo per accertamenti giudiziari, ma in un prossimo futuro sarà possibile ammirarla in Aidone. Sarebbe bello se nel contempo si rendesse fruibile il sito di San Francesco Bisconti, l’area sacra, facente parte del parco di Morgantina, da cui provengono anche gli Acroliti e la Dea, conosciuta come Venere. Un area di cui Serena è esperta per averla studiata a lungo e averle dedicato la sua tesi di laurea. Dallo studio dei reperti provenienti dal San Francesco, e abbandonati da anni nelle cassette dei magazzini, fra i quali Serena Raffiotta aveva individuato i riccioli blu e dal fortunato incontro con l’archeologa dipendente dell’assessorato ai BB. CC., la dottoressa Maria Lucia Ferruzza, a cui quei riccioli fecero immediatamente pensare alla testa di Ade vista al Getty, ha preso avvio la storia del definitivo rientro di Ade. Le vicende sono note. Ma quello che non si avverte, almeno dalle nostre parti, è la voglia di conoscere la storia di Ade, le peripezie, la descrizione della sua bellezza e unicità, che sta portando le due archeologhe ad un vero e proprio tour della Sicilia.
L’ultimo in ordine di tempo è l’encomio solenne assegnato ad entrambe dal Sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha voluto premiarle come “tessera preziosa del mosaico Palermo” per il contributo fondamentale dato dai loro studi alla ricostruzione della storia della Sicilia, per avere simbolicamente aggiunto una tessera importante nel puzzle del mosaico regionale”. Si dichiara “molto orgogliosa di questo prestigioso riconoscimento” Serena Raffiotta, un riconoscimento che la “incoraggia ad andare avanti con determinazione nel suo lavoro”. Continua “Conferenze e seminari sono anche occasioni di promozione per Morgantina, di cui tutti riconoscono l’altissimo valore e la straordinaria bellezza. Io sono molto orgogliosa di potere offrire un contributo alla promozione e alla tutela del sito, con la mia attività di ricerca e studio e non mi stancherò mai di farlo”.
L’attenzione per la vicenda di Ade è molto alta e la Raffiotta ha ricevuto diversi inviti per tenere conferenze e seminari sull’argomento. A Catania è stata ospite, insieme al Dott. Rio, Sostituto Procuratore della Repubblica di Enna, del Club Lions Catania Etna, in una conferenza presieduta dal Prof. Giuseppe Guzzetta, e la prossima settimana sarà all’Università per un seminario destinato agli allievi della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici diretta dal Prof. Massimo Frasca. E poi sarà la volta dell’Università di Palermo e quindi del Polo didattico di Agrigento, dove è stata invitata dal Prof. Giuseppe Guerrera a tenere un seminario nell’ambito di un laboratorio di progettazione. Ad aprile, invece, insieme a Maria Lucia Ferruzza sarà ospite dell’Archeoclub di Cefalù per una conferenza presso il Museo Mandralisca. E intanto l’8 marzo a Caltanissetta riceverà uno speciale riconoscimento presso la Scuola Superiore della Magistratura – Distretto Territoriale di Caltanissetta nel corso della manifestazione dedicata a “Il ruolo della donna nelle trasformazioni della società e nell’evoluzione del diritto”.
Tutto questo fervore, tutta questa voglia di conoscere la storia del prezioso reperto, testimonia la grande attesa che si sta creando intorno al ritorno di Ade, pari forse a quella vissuta ai tempi del rientro della Venere.
Sapranno approfittarne i nostri solerti amministratori tutti presi a disegnare grandi destini per Aidone e il suo futuro turistico? Franca Ciantia

vale la pena riportare anche questo articolo della redazione di vivienna.it che testimonia la delusione della cittadinanza aidonese  seguita alla notizia della ripartenza di Ade

Archeologa Serena Raffiotta: testa di Ade non è un trofeo da mostrare ma è un pezzo di Aidone, rimarrà a Lampedusa fino a ottobre

Inserita da il Giu 4th, 2016

Aidone. Cittadini delusi che dovranno aspettare l’autunno per ammirare la testa di Ade restituita dal Getty museum e che, da oggi, è tra i preziosi reperti in mostra a Lampedusa, fino ad ottobre.
Il malcontento dei cittadini è legato soprattutto al fatto che il decantato turismo culturale promesso con l’arrivo della Dea al museo di Aidone e mai partito seriamente, debba slittare ancora. A ciò si aggiunge anche il malumore nei confronti della Regione siciliana rea di aver “snobbato” Morgantina. “Le aspettative del nostro comprensorio sono altissime – commenta Alessandra Mirabella: presidente dell’Archeoclub Aidone-Morgantina – e legittime. Anche stavolta puntiamo sul fatto che un nostro reperto archeologico torni nel suo contesto di appartenenza nella speranza che l’economia ne tragga giovamento. La delusione del territorio ennese è comprensibile perché ci saremmo aspettati che dopo il giusto passaggio al museo Salinas di Palermo, avessimo potuto ammirare anche solo per qualche giorno la testa di Ade nella sua terra e invece una mostra a Lampedusa, dove la testa di Ade rimarrà fino al 3 ottobre in piena stagione turistica, significa che la Regione siciliana non crede alla potenzialità delle nostre zone e piuttosto che impegnarsi a riqualificare Aidone e dintorni preferisce adottare la soluzione dei prestiti per dare visibilità a se stessa e non al luogo a cui questi tesori appartengono”. Delusione anche da parte degli operatori commerciali che parlano di “occasione mancata” a cui si aggiunge anche la chiusura mattutina del sito archeologico di Morgantina per carenza di personale.
Intanto, il museo archeologico di Aidone sta predisponendo la sala che ospiterà la testa di Ade. “Qualche turista è venuto convinto di poterla ammirare – dice Antonio Arabito, responsabile della unità operativa I del museo aidonese – Certamente c’è grande aspettativa e si spera in un nuovo boom (n.d.r.: ?)come quello che ha connotato il ritorno della Dea dall’America a Morgantina, ma per evitare gli errori del passato è chiaro che la Regione deve darci gli strumenti per sostenere e agevolare servizi e turismo”.

L’archeologa Serena Raffiotta, che ha contributo al rientro della testa di Ade, commenta con amarezza: “Il suo posto è ad Aidone, nel contesto archeologico di appartenenza. La presenza nel museo arricchisce accanto alle Dee di Morgantina la collezione in maniera significativa, contribuendo a raccontare un nuovo aspetto della vita religiosa dell’antica città testimoniando un culto non più tutto al femminile, come dapprima si pensava, ma per la triade divina. Ben vengano le mostre scientifiche in cui il reperto abbia la visibilità che merita, ma non è giusto smorzare con questo ritardo nel rientro ad Aidone l’interesse che da gennaio ad oggi la vicenda, e di riflesso la statua, ha a livello internazionale. La testa di Ade non è un trofeo da mostrare ma è un pezzo di Aidone”.

Certo la posizione assunta da Serena Raffiotta nella vicenda non le ha giovato molto nella considerazione degli addetti ai lavori locali -tecnici e politici- , ma in compenso l’ha fatta conoscere all’Italia intera. Ad oggi l’unico momento pubblico che le è stato concesso è stato in occasione dell’inaugurazione dell’Università del Tempo Libero di Aidone.

ADE e Serena Raffiotta inaugurano l’Università del tempo libero di Aidone 

Inserita da il Apr 12th, 2016

serena-raffiotta-ADENon ci poteva essere modo migliore per inaugurare la neonata Università del Tempo Libero di Aidone che quello di proporre ai soci e agli estimatori la rocambolesca storia del prossimo rientro al museo di regionale di Aidone della preziosa testa di Ade, raccontata da una aidonese doc qual’è la giovane archeologa Serena Raffiotta.

L’università del Tempo Libero di Aidone nasce ultima in un panorama ricchissimo di esperienze associative, ma, come ha fatto notare nell’introduzione la presidente Rosanna Mannino, non si sovrappone a nessuna di quelle esistenti ma si propone come scopo primario quello di qualificare il tempo libero con un’offerta culturale e ricreativa in cui predomina lo scambio di competenze anche tra generazioni diverse; dove i soci e gli ospiti sono ora docenti ora discenti, in un proficuo scambio di ruolo e dove ci si apre al contributo di esperti per l’approfondimento e la formazione permanente.

È stata quindi cercata la situazione migliore dove esporre il proprio manifesto: ospitando domenica pomeriggio, presso la Fondazione Marida Correnti, la prima provinciale in assoluto di Serena Raffiotta, reduce da una vera e propria tournée, che l’ha portata da Catania a Palermo a Siracusa e Caltanissetta e per ultimo a Cefalù, spesso insieme alla archeologa Maria Lucia Ferruzza coprotagonista di questa storia. Per non parlare della sua presenza in vari articoli su testate nazionali e siciliane fino a quella nella trasmissione della Rai “Petrolio”, di questo lunedì, dedicata ai nostri giacimenti culturali sottovalutati e bistrattati!

La cittadinanza ha accolto in modo entusiastico l’iniziativa riservando, alla competente e coinvolgente relazione dell’archeologa Raffiotta, attenzione e consenso. L’attesa del rientro del prezioso reperto, attualmente detenuto, in quello che appare un vero e proprio sequestro giudiziario, a Palermo, è stata in qualche modo compensata dall’incontro con chi è stata diretta protagonista del ritrovamento del corpo del reato.
Come più volte abbiamo ricordato in articoli apparsi in questa testata, è stato il ricciolo blu catalogato dalla Raffiotta nella sua tesi di laurea specialistica, pubblicata a proprie spese, che ha fatto esclamare un entusiastico Eureka! alla dottoressa Ferruzza, archeologa e funzionaria dell’assessorato regionale dei BB. CC, quando le è giunto tra le mani il testo della Raffiotta e la fotografia del ricciolo blu che combaciava perfettamente con quella testa di terracotta policroma che lei aveva avuto tra le mani l’anno in cui aveva lavorato al Getty Museum. La testa di valore inestimabile era stata acquistata dal Getty alla notevole cifra di 530.000 dollari – riconosciuta come un capolavoro assoluto e rarissimo della coroplastica policroma greca.

A smorzare gli entusiami ha provveduto il sindaco Lacchiana che, nel suo saluto, ha suscitato allarme tra gli astanti adombrando che Ade non rientrerà in Aidone a maggio, come è stato dichiarato più volte dalle autorità competenti; la sua assenza si potrebbe prolungare fino al prossimo autunno dopo una tournée che lo vedrebbe esposto prima in musei più prestigiosi come quelli di Palermo o di Roma. Un fastidioso déjà-vu, che ha ricordato agli aidonesi il pellegrinaggio a Palermo per vedere gli Argenti che tornavano dal Metropolitan di New York, e che, prima di rientrare in Aidone, furono esposti, oltre che al Salinas, al Massimo di Roma e all’EXPO di Shanghai.

Purtroppo alla base c’è sempre la convinzione di molti, tra giornalisti ed addetti ai lavori, che un piccolo museo, come quello di Aidone, non può trattenere per sé tali tesori, vista anche la difficoltà logistica di raggiungere il centro Sicilia sempre più abbandonato a sé stesso con infrastrutture da quarto mondo e strade che sono sempre più simili a trazzere. Aidone morgantina scala ferroSperiamo che non si rimangino la parola né Franceschini, né l’assessore Vermiglio che più volte hanno difeso il diritto dei musei di origine di riavere i reperti trafugati.
Nonostante la chiusa polemica della relazione della dottoressa Raffiotta, che chiedeva conto dello stato dell’arte nella rimozione della famigerata scala di ferro a Morgantina, la provocazione non è stata colta dal sindaco che continua a rinviarne la decisione alle autorità regionali. Franca Ciantia