La dea inamovibile… che smuova gli aidonesi!

Periodicamente la serenità melmosa e rassegnata degli aidonesi viene smossa da una qualche minaccia al patrimonio culturale o naturale, praticamente all’unica ricchezza del paese, anche se, lo sfruttamento che se ne fa  non fa pensare che gli aidonesi si rendano conto su quale mucchio di oro sommerso dormano i loro sonni tranquilli, mentre il paese si spopola e giovani e meno giovani prendono la valigia per cercare altrove la loro fortuna. Gli aidonesi sono incapaci, ma incapaci e in malafede sono pure tutti quei politici che in questi anni hanno prospettato destini ricchi e felici, senza poi muovere un dito per realizzarli. Siamo alle solite, il nuovo Assessore Regionale, il famigerato Vittorio Sgarbi catapultato in Sicilia per non si sa quali inciuci e giochi di poteri, alla prima sortita pubblica decide di ricostruire il tempio G di Selinunte, un grandioso ammasso di rovine che forse mai fu un tempio completo e funzionante, e di portare in tournèe la Dea di Morgantina, la statua riportata in Aidone a costo di infaticabili battaglie, per valorizzarla e farla conoscere al mondo, a suo dire. Quel mondo che dopo che l’ha vista non ha nessun interesse a venirla a ritrovare nel piccolo museo di Aidone, fuori dalle rotte turistiche conosciute. Il merito di queste incursioni esterne, interpretate dai cittadini come un vero e proprio atto di violenza, è stato quello di destare, insieme all’allarme, anche un dibattito che questa volta sembra voler essere costruttivo, una specie di ultima chiamata alle armi prima della resa totale. Negli articoli che seguono, che ho pubblicato a partire dal 9 dicembre, all’indomani  della sortita di Sgarbi, si può ripercorrere la storia recente. In coda altri articoli che ho scritto nel tempo che dimostrano purtroppo come nulla sia cambiato nonostante la grande importanza dei grandi rientri in Italia ed in Aidone degli Acroliti, degli Argenti di Eupolemo, della Dea di Morgantina fino ad allora conosciuta come Venere di Malibù e infine della testa di Ade. Sono state lanciate petizioni e raccolte di firme. Quella online sul sito Change.org ha raggiunto quali le 10.000 firme. Chi voglia firmarlo lo può fare ancora cliccando QUI

8 dicembre 2018  I regali della befana-Sgarbi per Morgantina. Una copia della Venere e installazioni in fil di ferro nell’agorà.

Sgarbi_corale_sindacoGli spettatori invitati al Museo di Aidone per ascoltare il concerto della Corale polifonica Cipriani di Piazza Armerina stanno ancora cercando di metabolizzare l’altro spettacolo a cui involontariamente si sono trovati ad assistere; alla perplessità, al fastidio si somma lo sconcerto e la preoccupazione, ma si potrebbe risolvere tutto con una sonora risata se non fosse che il protagonista della storia è il personaggio più imprevedibile e controverso del panorama italiano. Vittorio Sgarbi, il neo Assessore regionale ai Beni Culturali, ha fatto la sua entrata al museo mentre nel salone, l’aula della ex chiesa di San Francesco, si svolgeva il concerto della corale polifonica “Padre Enzo Cipriani” promosso dal NOIS, sezione di Aidone. Si è appartato nei locali del museo con il sindaco, Enzo Lacchiana, che da ore lo attendeva trepidante e, a inizio concerto, ne aveva annunciato l’arrivo in Aidone promettendo agli aidonesi presenti che si sarebbe fatto interprete della richiesta pressante della cittadinanza di lasciare in pace al museo di Aidone la “Dea di Morgantina” (la statua più conosciuta come la “Venere” era stata qualche sera fa oggetto di un intervento di Sgarbi sul TG3 Linea notte, dove aveva annunciato la volontà di portare la statua al Quirinale per darle più visibilità a livello nazionale ed internazionale). Ma non appena si sono spente le ultime note del concerto, con il coro ancora in scena, sindaco e assessore sono scesi in lizza e lì è cominciato lo show di Sgarbi che, mentre esponeva i suoi mirabolanti progetti, dava l’impressione di parlare di cose che prendevano forma man mano che le parole gli uscivano di bocca.

Sgarbi era arrivato nel pomeriggio in Aidone, si era recato a Morgantina e qui, a suo dire nel giro di pochi minuti ha risolto problemi che si trascinavano da anni: – a) ha ordinato la riapertura dell’ingresso dal cancello dell’agorà e il relativo trasferimento della biglietteria (la riorganizzazione del percorso di visita era stato voluto dall’ex direttore, l’architetto Caruso, per valorizzare la collina ovest e le terme che, in genere, restavano fuori dagli itinerari turistici, e, nel contempo, utilizzare la casa Vinci per la biglietteria e i servizi); – b) ha autorizzato quindi la percorribilità a tutti i mezzi dei turisti e ha chiesto e ottenuto dal proprietario del ristorante “Morgantina Eyexei” la disponibilità gratuita dell’ampio parcheggio privato; – c) ha risolto il problema della mancanza di acqua corrente dando disposizioni di fare rifornimenti con le autobotti!

Questi i provvedimenti estemporanei, la cui possibilità di realizzazione si vedrà alla prova dei fatti, considerato che la strada di accesso è quella che è, e sicuramente non è percorribile contemporaneamente ad un autobus e una macchina…

A quel punto ha annunciato i suoi grandiosi quanto stravaganti nuovi progetti per Morgantina:

– il primo, la ricostruzione degli edifici dell’agorà in fil di ferro sul modello della basilica realizzata dall’architetto Edoardo Tresoldi a Manfredonia (Foggia), si presume da commissionare allo stesso artista… chissà che non lo abbia ispirato la ferraglia della famigerata scala!?

– due, far riprodurre ad un artista la copia identica all’originale della Dea di Morgantina e trasferire in autunno copia ed originale al Museo Salinas per esibirle nell’ambito degli eventi di Palermo Capitale italiana della cultura. I visitatori sarebbero sfidati a scoprire le differenze tra copia ed originale e al riconoscimento stesso dell’originale (sic! Qualcuno riesce a spiegare la valenza logica e culturale di una operazione del genere? Bohhh!) e poi, magari, riproporre la stessa esibizione al Quirinale!

Quest’ultima proposta ha scatenato le contestazione dei present, come suo costume Sgarbi ha risposto insultando, allontanandosi per poi rientrare, minacciando e ricattando…

I sentimenti che hanno accompagnato questa piazzata sono stati di perplessità, rammarico, sdegno ma anche imbarazzo nei confronti della Corale lasciata a fare da cornice ad una sceneggiata spiacevole, e gli aidonesi, notoriamente ospitali, hanno sentito quasi di dover chiedere scusa agli artisti per la mesta conclusione della loro esibizione, già più volte disturbata dalla curiosità che la visita suscitava e dall’uso incomprensibile della porta sul salone piuttosto che quella secondaria.

Sicuramente ancora una volta gli aidonesi saranno tacciati di piccolezza, di incapacità di guardare oltre il loro orizzonte nel volere tenere per sé quello che, a buon diritto, ritengono il proprio tesoro, ma a ben vedere ci sono molti punti a giustificare questo incaponirsi. Ricordiamo tutti che, quando la Venere venne restituita, gli esperti del Getty Museum si opposero strenuamente all’ipotesi delle esposizioni temporanee a Palermo o a Roma e vollero essi stessi rimontarla e collocarla sul basamento antisismico portato dall’America, a questa contestazione Sgarbi ha risposto che gli americani non possono comandare a casa nostra e che allora fu fatto sicuramente un errore nel non insistere per farle fare una bella tournée tra Palermo e Roma…

Le installazioni artistiche di Tresoldi nell’agorà di Morgantina e i viaggi della Venere dovrebbero mettere al centro dell’attenzione il nostro sito e attirare i grandi flussi turistici, ma cosa è stato fatto in questi anni e quali progetti si preparano per favorire l’accoglienza di questi turisti? Il problema non è l’offerta culturale, che è ricca e variegata, ma è il deserto che vi sta intorno, un deserto fatto di strade impossibili, di strutture insufficienti, di una cultura dell’accoglienza ancora preistorica, tutti fattori che contribuiscono a tenere fuori dai grandi flussi le aree interne della Sicilia. Una buona amministrazione dei BB. CC. in Siciia dovrebbe partire da qui, dai fondamentali e solo dopo ci si permetta pure il lusso dei progetti grandi e stravaganti, nonché costosissimi! Inoltre, un amministratore al vertice di un assessorato regionale con i poteri che gli dà l’autonomia siciliana, prima di sparare a raffica dovrebbe informarsi, non si può permettere gli errori pacchiani in cui è incorso. Nel corso del programma di Mannoni ha fatto una affermazione fortemente lesiva degli interessi del museo di Aidone “…venduta al Getty dove faceva un milione e mezzo va ad Aidone dove la vedono dieci persone al mese…” . In questi anni si sono registrati circa venticinquemila visitatori annui che sicuramente non sono 10 al mese. Mentre usciva infuriato ha accusato gli aidonesi di non essersi mossi quando gli Argenti sono stati “prestati” al Metropolitan che se li è tenuti per oltre due anni (sue parole!), mostrando di ignorare che gli Argenti non sono stati prestati al museo americano ma vi sono tornati a seguito di un patto scellerato, firmato tra un Ministro della Repubblica Italiana e la dirigenza del Metropolitan, che obbligava al pendolarismo quadriennale! Gli Argenti di Eupolemo quest’anno finalmente rientreranno in Aidone, se l’assessore sarà ancora lui ci piacerebbe vederlo prodigarsi con convinzione per denunciare quel patto, che, proprio in forza dell’autonomia siciliana in materia di BB.CC. e AA. un ministro non avrebbe potuto frmare.

E infine come la mettiamo con il decreto assessoriale 1771 del 27 giugno 2013 a firma dell’assessore Maria Rita Sgarlata che inseriva gli Argenti e la Dea di Morgantina tra i 23 beni inamovibili? Il decreto, con il relativo elenco, fatto proprio dalla Giunta Regionale è stato mai revocato, l’assessore Sgarbi ne è a conoscenza?

12 gennaio 2018

La Dea è inamovibile

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Si rinforza in Aidone la mobilitazione dei contrari a qualunque tipo di trasferimento della statua della dea di Morgantina. Domenica sera, ad una settimana della performance di Sgarbi nell’aula museale, il raggruppamento di tre associazioni giovanili, che si riconoscono sotto la sigla CO.RI. Festival, ha convocato un’assemblea generale nella sala dell’ex Cinema Erbita. Ben meritato l’aggettivo generale visto la varietà e la quantità di relatori, una ventina in tutto, che si sono succeduti sul palco, in rappresentanza del mondo delle associazioni e della politica, nelle persone di quattro consiglieri regionali, tra cui le due elette di Enna Lantieri e Pagana, e degli amministratori comunali. Va riconosciuto il merito agli organizzatori dell’assemblea di avere permesso di parlare a tutti, contingentando rigorosamente i tempi degli interventi e costringendo gli intervenuti a soffermarsi su quanto ritenevano veramente importante al fine di evitare ripetizioni, banalizzazione e polemiche sterili. Unanime, senza se e senza ma, è stato il no alla proposta di Sgarbi di spostare, seppure temporaneamente, l’opera d’arte, ma anche all’idea balzana di farne creare da un artista la copia “perfetta”. Sono state esposte le ragioni della inamovibilità della statua -“La dea inamovibile” era intitolata la stessa manifestazione-, ed è stato fatto un quadro della situazione esistente e di tutte le criticità delle quali è stato chiesto agli onorevoli presenti di farsi portavoce nelle sedi istituzionali della Regione Sicilia. Tra l’altro è emersa l’esigenza, ormai inderogabile, di dare finalmente attuazione all’istituzione del Parco Archeologico, che oggi sarebbe di Morgantina e della Villa Romana del Casale, per dare autonomia finanziaria e permettere che quanto raccolto con i biglietti di ingresso rimanga al Parco per la sua fruizione e valorizzazione. Sono state annunciate alcune iniziative, un dibattito pubblico ad Enna promosso dal club UNESCO e una raccolta di firme da parte dell’Archeoclub Aidone-Morgantina per sottoscrivere una lettera al presidente Musumeci che fino ad oggi, pur essendo stato chiamato in causa a gran voce, non ha ritenuto di doversi pronunciare nè per appoggiare né per smentire il suo assessore. Molto soddisfatto dell’esito della manifestazione si è dichiarato il moderatore Gabriele Virzì: “una cosa è certa: questo è solo il primo passo per avvicinare Aidone e il suo territorio al futuro che meritano”. Sono stati verbalizzati e filmati tutti gli interventi con l’intenzione di trarne una sintesi che permetta di approntare una strategia di intervento e che venga portata alla conoscenza delle istituzioni preposte.

Nella settimana appena trascorsa tutti i media, dai tradizionali ai social, si sono occupati della questione dando così una pubblicità involontaria ad Aidone e al suo Museo. Se n’è occupato perfino Frankfurter Allgemeine, il 13 corrente il giornalista Andreas Rossman ha scritto un articolo dal titolo molto eloquente: “Göttin von Morgantina” Neue Räuber – Dea di Morgantina, i nuovi ladri! In questo coro di critiche a Sgarbi e di prese di posizione forti e convinte, ancora di più si sente il silenzio gli adetti ai lavori, la Soprintendenza di Enna e la direzione del Polo Museale di Aidone e Piazza Armerina.

Aidone-Dea di Morgantina. 5000 firme in due giorni per dire NO! Quirinale non interessato. E Musumeci? Non risponde a nessuno!

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Nel pomeriggio di venerdì 19 l’Archeoclub Aidone-Morgantina e l’archeologa Serena Raffiotta hanno lanciato sul sito Change.org la petizione No al trasferimento della Dea di Morgantina dal Museo Archeologico di Aidone”, già nella serata della domenica avevano firmato in cinquemila*.

Il paventato trasferimento proposto da Sgarbi, che per quanto si possa disprezzare e trattare come una macchietta resta pur sempre l’Assessore Regionale ai BB.CC. e all’identità siciliana e cioè la massima autorità in regime di autonomia, ha veramente indignato tutti e costretto ad uscire allo scoperto e prendere posizione anche chi in genere preferisce restare defilato nell’ombra.

La notizia è rimbalzata sui quotidiani, sui tg, sui giornali online e, come un fiume in piena si è diffusa sui social. Pochissime le voci dissenzienti, cioè favorevoli o semplicemente possibiliste.

Ma nel clamore mediatico questa volta, contrariamente alle altre in cui si è solo affermata la inamovibilità del bene, data ora per scontata, finalmente ci si è focalizzati sulle criticità che non hanno permesso al territorio e al museo di fare il balzo di qualità atteso (elementi tutti presenti anche nella petizione*) e dall’altra si è aperta una riflessione sulla funzione dei beni culturali, sulla loro valorizzazione e sul legame inscindibile con il territorio che li ha prodotti.

Molto apprezzato da tutta la comunità aidonese l’intervento che il prof. Malcom Bell, Direttore della Missione Americana di Morgantina, Professor Emerito dell’ University of Virginia, nonché cittadino onorario di Aidone, ha affidato ad un sito specialistico del settore, PatrimonioSOS.it. La lettera aperta, indirizzata alla Architetto Giovanna Susan, Direttrice del Polo Regionale di Piazza Armerina, Morgantina, e Enna, è introdotta egregiamente dal professore Pier Giovanni Guzzi che ben sintetizza tutti i termini della questione “Le argomentazioni espresse dal prof. Bell appaiono essere dettate da un preciso sentimento storico e culturale, tanto da essere pienamente condivisibili. Sembra opportuno che non siano delicati reperti antichi a viaggiare, ma che piuttosto intorno ad essi si organizzi un’opportuna campagna di comunicazione, tale da valorizzare sia la sede espositiva sia l’area archeologica dalla quale la statua stessa proviene. Viaggi del genere sono attività talmente banali (e piene di pericoli) che non possono neanche definirsi ‘di valorizzazione’: quanto piuttosto segnali di ridotta capacità di progetto. Senza dire che esse manifestano la scarsa disponibilità di risorse che si possono, o si vogliono, mettere in campo allo scopo di fornire informazioni complete e critiche circa il contesto storico ai turisti ed agli appassionati”.

Resta alta la tensione, anche se si cerca di buttare acqua sul fuoco: da una parte la quasi certezza che la permanenza di Sgarbi alla Regione abbia i giorni contati (altre le sue ambizioni: uno seggio al Parlamento e il ministero dei BB.CC, una grande iattura per l’intera Italia!), dall’altra le rassicurazioni dalla Presidenza della Repubblica che, attraverso una sua funzionaria, la dottoressa Emilia Mazzucco, ha informato telefonicamente il sindaco Enzo Lacchiana che non esiste nessun progetto, né è stata avviata alcuna procedura per una futura esposizione della statua della Dea di Morgantina al Quirinale. Come a dire che Sgarbi se le canta e se la suona mentre continua a lanciare sassi nello stagno per confondere le acque e restare comunque e sempre al centro della scena.

Resta inquietante il silenzio del presidente Musumeci rispetto non solo al caso aidonese ma a tutti i “progetti” estemporanei lanciati in questi giorni da Sgarbi. Se lo deve tenere buono? Lo lascia straparlare sapendo che nulla di quanto proposto ha possibilità di andare in porto? Certo questo suo silenzio sta deludendo anche i suoi elettori e sostenitori.

In questi giorni si è parlato tanto del numero dei visitatori. Per valutarli onestamente non si può prescindere da alcuni presupposti che dovrebbero darsi per scontati: Aidone è al centro della Sicilia e non sul mare, è abbastanza distante dai tre vertici del triangolo Taormina-Palermo-Siracusa che indirizzano i grandi flussi turistici; le strade sono buone per i turisti volenterosi che non si lasciano scoraggiare dalle difficoltà e, diciamocelo pure, non sarà mai un attrattiva per il turismo di massa; Morgantina e il suo museo non sono mai entrati veramente nei circuiti internazionali e, prima che questo succeda e si trasformi in un volano economico, si dovrà dare una risposta seria alla carenza di servizi, strutture ed infrastrutture.

Tuttavia guardando ai numeri la crescita negli anni è stata soddisfacente, ancora di più se la si paragona con quella dei molti musei siciliani che non si chiamino Paolo Orsi o del Salinas che, pur essendo il maggiore museo siciliano e pur ospitando pregevoli mostre temporanee, non è mai andato oltre i 60.000 visitatori nel 2016 con il picco negativo di 16.000 nel 2010! Dai dati pubblicati sul sito dei BB.CC. emerge che dal 2000 al 2009 la frequentazione al museo di Aidone si attestava poco sotto i 5000 visitatori (a fronte dei circa 20.000 del sito archeologico di Morgantina), che diventano oltre 9000 nel 2010 (restituzione degli Acroliti e Argenti), per salire a a quasi 50.000 nel 2011, l’anno del rientro della “Venere” da Malibù. Il calo si è avuto già a partire dal 2014 ma da allora ad oggi ci si è attestati mediamente tra le 23 e le 25.000 presenze, un numero di tutto rispetto. Il sito ha avuto anch’esso un effetto alone con gli oltre 30.000 nel 2011 e 2012 per poi rientrare poi nella media costante vicina alle 20.000.

Nessuna ricaduta positiva invece può evidenziarsi a seguito della esposizione degli Acroliti all’Expo di Milano. I dati si sono mantenuti tra le 23.000 presenze nel 2015 e 24.00 nel 2016. Sembra che nell’anno appena trascorso, nel 2017, le presenze abbiano avuto un leggero incremento salendo a circa 27.000.

Franca Ciantia

* mentre scrivo siamo a 5316!

La petizione è diretta al Presidente della Repubblica, al presidente della Regione, al Ministro dei BB.CC. , al presidente del Consiglio Superiore BB.CC. e paesaggistici, al direttore generale del Dipartimento regionale BB. CC. e Identità Siciliana. Dopo le valide premesse questa la richiesta

si chiede con urgenza ai Rappresentanti Istituzionali in indirizzo di attenzionare con urgenza e con grande cautela il progetto dell’Assessore Sgarbi, evitandone la realizzazione, e di adoperarsi a livello regionale e nazionale nella progettazione e realizzazione di più consoni interventi derivanti da un’analisi approfondita delle reali e concrete esigenze sia del sito archeologico di Morgantina che del museo archeologico regionale di Aidone. In particolare si ritiene quanto mai urgente migliorare le infrastrutture e i collegamenti tra il centro della Sicilia e il resto dell’isola; investire in interventi di tutela e valorizzazione del sito archeologico di Morgantina; potenziare i servizi offerti ai visitatori sia a Morgantina che al museo archeologico di Aidone; realizzare di un piano di comunicazione e una strategia di marketing seri ed efficaci; attrarre investimenti privati e pubblici a sostegno dello sviluppo economico del territorio ennese; riprendere a livello regionale il percorso di istituzione del parco archeologico di Morgantina, che possa finalmente garantire autonomia economica al sito e al suo museo.

Per favorire il turismo nelle aree marginali della Sicilia, come la provincia di Enna, non si ritiene prioritario promuovere il patrimonio culturale con esposizioni fuori dall’isola ma piuttosto creare valide occasioni di promozione e valorizzazione in loco. Ciò che risulta assolutamente improcrastinabile è intervenire sulla viabilità ma anche, più semplicemente, garantire l’ordinaria manutenzione dei siti che godono già di un’impareggiabile bellezza, meritevole di essere salvaguardata e preservata da interventi che ne snaturerebbero la vera essenza.”

Sgarbi non ci provà”  firmato Jacopo Fo

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La forza dirompente del suo nome fa rimbalzare l’affaire della Dea di Morgantina sulle agenzie di stampa e sulle testate nazionali e locali. Potenza di un nome che dentro di sé porta una grande storia. Quando domenica pomeriggio Jacopo Fo, scrittore, giornalista, artista di fama internazionale, fondatore della libera università di Alcatraz e dell’ecovillaggio solare in Umbria, è arrivato al museo di Aidone, accompagnato dalla sua ospite Caty Procaccianti, titolare dell’agenzia Omniaturist di Piazza Armerina, si è capito subito quanto fosse forte il messaggio che egli era in grado di lanciare, un segnale chiaro e alto arrivato diritto al suo destinatario che ha sentito l’esigenza immediata di rispondergli per le righe, a suo modo. Jacopo Fo, nella sua magrezza e trasandatezza, che in nulla ricorda la grandiosità e la fisicità del padre, si è aggirato nelle sale e tra le vetrine del Museo con il suo smartphone, filmando e fotografando tutto: dai gioielli ciprioti ai semplici vasi in ceramica, dagli Acroliti, ad Ade, alla Dea e non smetteva di ripetere: “meraviglioso, strepitoso, bellissimo, notevolissimo” ed intanto postava tutto sul suo profilo Facebook, filmati e fotografie che nel giro di pochi minuti hanno fatto il giro d’Italia. Si è fatto fotografare da solo davanti alla statua della Dea, in compagnia di amici ed organizzatori della giornata, sdraiato per terra davanti al portone del museo, sempre con il cartello “Sgarbi non ci provà” ! Certo ha lasciato un po’perplessi i presenti quando ha dimostrato di non ricordare il nome di Aidone, facendo un po’ di confusione tra Gela, Piazza Armerina, che aveva visitato nella stessa giornata, ma a suo onore c’è da dire che bonariamente ha preso atto dell’abbaglio quando qualcuno dei presenti l’ha corretto ed ha ascoltato pazientemete le spiegazioni che gli sono state date! É stato una ventata di aria fresca e turbinosa che ha scompigliato e sparigliato le carte, per cui qualche defaillance gli si può pure perdonare!

27751824_1230213130444273_6506041840070328628_nLa risposta di Sgarbi, affidata anch’essa a Facebook, non apporta nessuna novità al dibattito, come una campana stonata continua a ripetere le stesse cose correggendo o rincarando ogni volta la dose e, di conseguenza, alzando il livello di preoccupazione e attenzione in quanti chiedono con forza che la statua resti dov’è, nel museo di Aidone, ma temono anche una decisione d’arbitrio dell’Assessore, sostenuta dal silenzio dei tanti, politici e uomini delle istituzioni, che perseverano nel loro inspiegabile mutismo.

Le associazioni invece, anche quelle a carattere regionale e nazionali, stanno esprimendo la loro ferma contrarietà con documenti, lettere, petizioni; l’ultima in ordine di tempo quella lanciata dal Club Unesco di Enna che ha organizzato anche un interessante incontro dibattito dal titolo “La dea di Morgantina. Le ragioni del No alla proposta del suo spostamento dal Museo Regionale di Aidone per esposizioni in altre sedi” che ha visto una partecipazione numerosa e qualificata, nonostante l’inclemenza del tempo atmosferico. Sono emersi ancora una volta in tutta la loro crudezza i problemi strutturali ed infrastrutturali che impediscono il decollo turistico di Aidone e di tutto il territorio compreso nel cosiddetto Distretto Turistico Dea di Morgantina. Sono state rimarcate ancora una volta le ragioni per cui la statua della Dea deve restare ad Aidone, tra l’altro per il fatto che “la Dea rappresenta l’icona dell’Identità Culturale dell’entroterra ennese, culla del suo mito e sede d’elezione del suo culto”, che “ il suo spostamento priverebbe il Museo Regionale di Aidone della sua principale attrattiva” e che “l’opera, composta di pietra calcarea tenera e friabile, è a rischio di depauperamento”. Nel corso del dibattito continuavano a scorrere i filmati di Vivienna del rientro della statua della Dea nel museo di Aidone e del suo montaggio.

Il richiamo alla fragilità dell’opera continua ad essere rifiutato da Sgarbi che asserisce di non sentirsi “schiavo degli americani e delle loro imposizioni” e nella sua replica a Fo dichiara di avere subordinato “il prestito nelle due sedi di Palermo e Roma, tra ottobre 2018 e febbraio 2019” ad una verifica da affidare a Roberto Ciabattoni dell’Istituto Superiore per la consevazione e il restauro. Quindi, mentre da una parte nega e minaccia di lasciare la statua alla “solipsistica” contemplazione degli aidonesi, dall’altra dichiara apertamente che il progetto non è più solo nella sua testa.

Sgarbi continua a prendersela con gli aidonesi che avrebbero la colpa, a suo dire, per “ragioni demagogiche e ricatti di campanile” di avere determinato “ l’invio della statua nel paese di Aidone dove la vedono solamente qualche migliaio di visitatori!” I numeri li interpreta secondo il suo tornaconto, i venticinquemila, su cui mediamente ci si attesta, sono per lui poche migliaia e i milioni di visitatori del Getty correvano da tutta l’America e dal mondo solo per visitare la “Venere”! A suo dire gli aidonesi si sarebbero lasciati sottrarre sotto il naso il loro patrimonio, dimostrando di ignorare quello che è stato riconosciuto da Rutelli e altri, che la battaglia per tutte le restituzioni dei beni sottratti ed esposti nei tanti musei americani è partita proprio da Aidone; e che le pale eoliche, che lui tanto aborre, non si trovano sulle colline aidonesi grazie alla ferma opposizione e alla testardaggine degli aidonesi!

E intanto una bella lezione avrebbe dovuta riceverla dalle centinaia e centinaia (500, 600?) di visitatori che si sono riversatati al Museo richiamati dall’invito dell’Archeoclub di Aidone che nel banchetto all’esterno del Museo, in poche ore, ha raccolto oltre 250 firme sulla petizione cartacea. Intanto la petizione online ormai sfiora le diecimila firme che arrivano da tutta l’Italia e anche dall’estero.

Oggi pomeriggio si discuterà anche nel corso di un Consiglio Comunale straordinario convocato per discutere una mozione ad hoc. Un documento sottoscritto da tutte le associazioni che hanno partecipato all’assemblea “La dea inamovibile” sta per essere inviato a tutti i referenti istituzionali.

 

Aidone. Monnezza. A QUANTI INTERESSA VERAMENTE? Può coesistere il mercato settimanale con una discarica?

Ho scritto l’articolo per Vivienna.it ed è stato pubblicato g. 9 febbraio 2017, a poche ore dalla liberazione della strada dai rifiuti e dopo una settimana che l’immondizia si era accumulata a tal punto da indurre il sindaco a fare un’urgente ordinanza di sospensione del mercato settimanale. Non ho sentito molto  interesse da parte dei miei concittadini; su Facebook, a parte alcun like, quasi tutti coloro che lo hanno commentato sono aidonesi emigrati, nelle poche condivisioni c’è il deserto. Mi sono chiesta il perchè di queste reazioni che denoterebbero un disinteresse degli aidonesi e mi sono data alcune risposte conseguenti ad altre battaglie civili (almeno per me!) accolte allo stesso modo o quasi. – 1. Come ex candidata alla carica di sindaco di Aidone ogni mia parola viene interpretata come interesse di parte, la censura che parte dagli ambienti vicini al sindaco sarebbe comprensibile, non lo è se riguarda  tutti gli altri che, incontrandomi a voce, dicono peste e corna dell’amministrazione, chiedono un’azione visibile da parte dell’opposizione  accusandola di inedia, ma poi si autocensurano anche nella partecipazione sui socialmedia, e sono gli stessi che si sono guardati dal partecipare alla manifestazione per la SS 288 o a firmare la petizione contro la scala di Morgantina, ecc. ecc.! –2. Sembrerebbe che vada a calpestare ogni volta piccolissimi interessi di bottega che diventano molto più importanti del bene comune; ora, se per la maggior parte degli aidonesi  mercato e monnezza possono convivere pacificamente, pazienza! Certo non è un belvedere, nè un bel sentire e non so quanto sia utile alla salute pubblica. Ma, siccome ho la testa dura e perseguo quelle che mi sembrano cause giuste, mi auguro che il sindaco, che è la massima autorità sanitaria responsabile dell’igiene pubblica, prenda in carico la situazione e trovi al più presto una soluzione adeguata.  L’ARTICOLO SU VIVIENNA CON IL COMUNICATO STAMPA DELLA CONFCOMMERCIO-FIVA

monnezza-mercatoFa molto scalpore la ferma presa di posizione di Confcommercio e FIVA–Enna che, in un comunicato stampa (riportato in calce) molto violento nei toni,  ha rivolto accuse forti e circostanziati al sindaco di Aidone per la sospensione del mercato settimanale, decisa con un ordinanza, a causa della saturazione di rifiuti che si era raggiunta lungo la strada che costeggia l’area adibita al mercato stesso. Dall’ordinanza si evince che il problema è stato determinato dalla impossibilità di portare i rifiuti nella discarica autorizzata. Oggi  l’area di servizio risulta sgombra e sembra che il mercato settimanale di venerdì prossimo sarà effettuato. Questo è quanto risulta dalla cronaca attuale. Ma il problema non è di oggi né di ieri e purtroppo sarà anche di domani: è quello della situazione ormai incancrenita della nettezza urbana, in Aidone e nei comuni della ex provincia che condividono questo destino infame,  una questione di cui non si riesce a trovare il bandolo che ci trasciniamo da anni senza la volontà di trovare una soluzione. L’unica soluzione possibile sarebbe quella, percorsa già da qualche comune, di uscire completamente dall’ATO ma sicuramente non sarà mai la prima scelta dell’amministrazione comunale di Aidone. Ma la questione che in questo momento preme sollevare è quella evidenziata dal comunicato di Confcommercio-FIVA, riguardante il mercato in contrada Canalotto. È questa un’area di servizio, una sorta di sistema di piazze, collegate dalle scale e da una strada comunale che la costeggia, attrezzata per potere ospitare sia il mercato settimanale che altri eventi. Quindi nulla di più legittimo dell’atto del comune di spostarvi il mercato settimanale,  se non fosse che, contestualmente, non è stato fatto l’altro atto dovuto, cioè quello di rimuovere, trovando un’altra sede,  le decine di cassonetti, sistemati lungo la strada comunale, nei quali la popolazione conferisce i rifiuti domestici. In Aidone non esistono più i cassonetti distribuiti nei vari quartieri perchè è stato scelto il sistema di raccolta porta a porta, ma molti cittadini  lamentano il fatto che la raccolta non venga fatta sistematicamente, soprattutto nei quartieri più periferici, per cui sono costretti o a vedersi appesi negli usci i sacchetti dell’immondizia per più giorni oppure portarli in questa specie di discarica. Quando però dal Canalotto i rifiuti non vengono tolti per più giorni e la gente, non avendo altro luogo dove portarli, li continua ad accumulare, succede questo! C’è da chiedersi se gli uffici sanitari preposti abbiano mai preso in carico la situazione e rilasciato le dovute autorizzazioni. A prescindere dal fatto che la “discarica” sia più o meno satura, quello che è certo è che non può coesistere un’area di conferimento di rifiuti con il mercato settimanale o qualsivoglia altra attività cui l’area è vocata. L’ARTICOLO SU VIVIENNA

IL RITORNO DI ADE: Epifania aidonese nel giorno del solstizio d’inverno

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locandinaFINALMENTE! è arrivato il momento tanto atteso, la testa di Ade è finalmente in Aidone e, dai magazzini del Museo Archeologico dov’è attualmente custodita, vedrà la luce nella sala degli Acroliti il 21 dicembre prossimo. La conferma è arrivata da un comunicato stampa dell’Assessorato regionale, emanato poche ore dopo che il mio articolo era stato pubblicato su Vivienna.it,  in cui si legge:

“Mercoledì 21 dicembre alle ore 11 al Museo archeologico di Aidone la testa di Ade, al termine dell’iter giudiziario, sarà consegnata alla Regione Siciliana ed esposta nella sua sede definitiva. L’Assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Carlo Vermiglio nel dare la notizia dichiara: “Ricevuta la notifica del dissequestro da parte della Procura di Enna, con la direttrice del Polo Museale di Enna, Piazza Armerina e Aidone, abbiamo operato affinché l’opera fosse esposta nel più breve tempo possibile  nel museo di  Aidone  restituendola alla fruizione della comunità civica e di tutti i visitatori. Continueremo a impegnarci, con il contributo di tutte le istituzioni e dei cittadini di Aidone, per la promozione di questo territorio che racconta storie importanti della Sicilia antica…”.

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Qui di seguito il testo del mio articolo pubblicato da Vivienna il 3 dicembre e altri articoli da me scritti precedentemente e pubblicati sempre nella stessa testata. Mi permetto di citare anche gli articoli del dott. Silvio Raffiotta pubblicati nella stessa testata, quasi a costituire un dossier a futura memoria.

ADE. Epifania aidonese nel giorno del solstizio d’inverno

12647408_10207091675188710_4978571301275161005_nIn sordina come si conviene al dio degli inferi, la sua epifania qualche giorno prima di natale. Sembra confermato, anche se non ancora ufficialmente, la data del 21 dicembre. Il giorno del solstizio d’inverno, Ade  sarà ufficialmente accolto in Aidone e disvelato alla cittadinanza e a tutti i visitatori del prezioso Museo Archeologico Regionale di Aidone-Morgantina. Le vacanze natalizie permetteranno ai tanti turisti che hanno scelto la Sicilia per le loro vacanze invernali di inserirlo nel proprio itinerario e ci si augura che siano in tanti a farlo.  L’inaugurazione sarà sottotono perché i tempi sono stretti! Importante, d’altra parte,  non è avere l’evento strillato di un giorno  seguito da lunghi anni silenti, ma piuttosto la sua acquisizione definitiva al patrimonio del Museo archeologico di Aidone, dove è atteso da anni  (è del gennaio 2013 un mio articolo a sèguito del viaggio dell’allora direttore Caruso a Malibù per il suo riconoscimento ufficiale e la promessa di restituzione). L’augurio è che questo quarto rientro –dopo quello degli Acroliti e della “Venere” da Malibù e degli Argenti dal MET di New York  con il loro famigerato destino di pendolari-  sia quello giusto per dare finalmente impulso alla piena valorizzazione di questo immenso patrimonio misconosciuto, se non per il cancan mediatico che si è fatto, nel bene e nel male, ogni volta che un di questi beni è stato riconsegnato.

gli acroliti delle dee Demetra e Kore

gli acroliti delle dee Demetra e Kore

Il nostro Ade, proviene dall’isola dei migranti, da Lampedusa, dove si è guadagnato il diritto al ricongiungimento famigliare. Proprio come succede nelle migliori famiglie, ci si dovrà stringere per fargli posto. Sarà accolto là dove sono le donne della sua vita. Nella sala degli Acroliti, dove con il loro sorriso ieratico lo attendono le due dee, la moglie -la sempre giovane Kore-Persefone-Proserpina, abituata alle lunghe separazioni da questo marito, che ha dovuto rapirla per farla sua sposa  e che con lui è costretta a vivere i lunghi mesi invernali-  e la sorella-suocera Demetra-Cerere, la dea dei cereali che agli uomini fece il dono preziosissimo dell’agricoltura, la “portatrice delle stagioni” invocata nel segreto dei misteri eleusini, la madre che oscurò e rese sterile la terra nella disperata ricerca della figlia rapita  e che le ridiede luce e fecondità quando ebbe la gioia di riaverla accanto.

Fuori dalle suggestioni mitologiche, a quanto trapela, il 21 dicembre, reduce dall’esposizione prima a Palermo e poi a Lampedusa, dissequestrata dall’autorità giudiziaria, con una cerimonia semplice,  la testa di Ade verrà consegnata dall’Assessorato Regionale al Museo di Aidone e al suo dirigente responsabile la dottoressa Giovanna Susan. Intanto fervono i lavori per accogliere il prezioso reperto e i visitatori. Impegnati con grande  senso di responsabilità e generosità tutti i dipendenti del Museo, a qualunque grado, che si stanno prodigando per realizzare nel modo migliore possibile l’esposizione, che non potrebbe essere altrimenti garantita dalla misera somma di poco più di ottomila euro che la Regione ha destinato all’evento e all’allestimento della mostra.

Aidone_MunicipioL’amministrazione comunale aspetterà il ritorno di Kore sulla terra,  l’equinozio di primavera o magari il solstizio di estate, per dare avvio ai festeggiamenti; speriamo che per allora si sia in grado di organizzare non uno solo ma molti eventi, che accendino i riflettori su Aidone e segnino finalmente l’inizio di un tempo nuovo, quello auspicato   quando si lottò strenuamente per riportare a casa i beni trafugati e che si intravide con il rientro degli Acroliti nel 2009 e poi con gli Argenti e ancor di più con la Venere da Malibù…

La testa di ADE restituita dal Getty finalmente arriva in Italia! Quando in Aidone?

Era il gennaio 2013 quando venne data notizia del ritrovamento della Testa di Ade nel Getty Museum di Malibu e della volontà della direzione del Museo americano di volerla restituire al Museo di Aidone. Era l’ennesimo trafugamento da Morgantina. Dal 2013 se n’erano perse le tracce.
Ieri è stata data la notizia della consegna all’Italia, alla presenza del Console Generale d’Italia a Los Angeles, Antonio Verde, e delle Autorità giudiziarie e di polizia italiane.
Ancora un prezioso reperto trafugato a Morgantina e finito, attraverso i soliti circuiti, in America e qui venduto da Templessman al Getty Museum di Malibù per 500.000 dollari circa. Ora è l’ora di gioire, un altro capolavoro, questa volta della coroplastica, sta per ritrovare la strada di casa e sarà ancora un altro prezioso tassello nel ricco patrimonio di Morgantina e nella dotazione del Museo Archeologico regionale.  Franca Ciantia – 28 gennaio 2016

Aidone-Morgantina: che fine ha fatto la testa di ADE? di Silvio Raffiotta – 22 settembre 2012

Che fine ha fatto la testa di ADE? E’ quanto si chiedono gli amanti dell’archeologia per la celebre scultura ellenistica in terracotta policroma riproducente il dio degli Inferi, rubata dal sottosuolo di Morgantina nel 1979 e finita per le solite vie del mercato antiquario illegale al Paul Getty Museum di Malibù. Museo che, in ossequio alla nuova politica in materia di beni culturali di provenienza illecita, aveva deciso l’anno scorso di restituire il pezzo al museo di Aidone. Un bel colpo dato che il reperto è di eccezionale rarità e forte impatto visivo, oltre che di grande importanza storico-artistica. La data per l’evento era stata indicata nel gennaio 2014, eppure sono passati nove mesi ed il dio rimane nel suo inferno californiano. Non vogliamo credere ad un ripensamento del Paul Getty, che si trova nell’imbarazzo di possedere una scultura rubata e che, riteniamo, non veda l’ora di ridarla al legittimo proprietario per rifarsi una verginità. Corre, invece, voce che al rientro dell’opera ostino difficoltà di tipo burocratico, per le quali non sarebbe estranea l’amministrazione regionale dei beni culturali, incapace, quantomeno, di mettere la faccenda sul binario giusto e riportare Ade a casa in tempi brevi. In ogni caso, l’opinione pubblica non è stata informata dei motivi del ritardo e questo è grave quantomeno per Aidone e l’intero territorio ennese, che continua a puntare sull’archeologia come volano per la sua asfittica economia.
La verità è, come usa dire Giannini a Ballarò, che Morgantina è finita nel dimenticatoio delle istituzioni di tutela, dopo il falò acceso negli anni del rientro dei capolavori rubati. Peggio, il suo museo si avvia ad essere paradossalmente spogliato in silenzio dopo essere stato arricchito con le restituzioni degli ultimi tempi. Il tesoro d’argento è prossimo a ripartire per il Metropolitan di New York e nessuno è riuscito a convincere il museo americano dell’assurdità di quell’accordo che lo prevedeva, dato anche l’elevato rischio di danneggiamento involontario dei fragilissimi pezzi che lo compongono. Ci ha provato, a dirla tutta, l’ex assessore regionale al ramo Mariarita Sgarlata, che, siccome era troppo competente ed attiva nella sua materia, si è guadagnata il defenestramento, come ritualmente ed inevitabilmente capita in Sicilia. Non sappiamo a cosa toccherà dopo il tesoro, ma tra pezzi che non rientrano alla data stabilita e pezzi che se ne vanno, la vediamo dura anche per la Venere, rimasta a gridare al mondo la nostra incorreggibile incapacità di valorizzare al meglio il nostro patrimonio d’arte e, di conseguenza, a legittimare le voglie di chi la vuole altrove. Silvio Raffiotta

12631528_10207052056638271_3205721452499022324_nIl Museo di Aidone, scrigno prezioso che continua ad arricchirsi. La testa di Ade da Malibù. L’esigenza inderogabile di spazi adeguati

Aidone. Quest’ultima acquisizione non era proprio messa in conto, perciò arriva ancora più gradita, una meravigliosa e sorprendente testa in terracotta proveniente da quella che per i tombaroli è stata una vera e propria miniera d’oro: San Francesco Bisconti, il complesso di santuari dedicato a Demetra e alle divinità ctonie Persefone e Ade. La testa di Ade/Plutone appartiene ad una rara statua a grandezza naturale, dipinta, come tutte le terrecotte. Morgantina ci ha abituato alle storie, non si smentisce neppure questa volta: anche questa statua è al centro di una vicenda intrigante. Tra i reperti che l’archeologa Serena Raffiotta ha analizzato, fotografato e pubblicato sul suo libro “Terrecotte figurate dal santuario di San Francesco Bisconti a Morgantina”, c’è un ricciolo azzurro di terracotta che la studiosa aveva attribuito ad una capigliatura. Quando nel 2011 gli esperti del Getty Museum visitarono  il Museo di Aidone, per scegliere i reperti da portare in prestito a Malibù (nell’ambito degli accordi per la restituzione della “Venere”, la Regione Sicilia si è impegnata a prestare opere d’arte  e reperti archeologici per essere esposti in mostre tematiche nel museo californiano) notarono il ricciolo azzurro e chiesero al direttore Enrico Caruso di poterlo confrontare con una testa di terracotta alla quale sembrava appartenere. I reperti furono accompagnati in America  dallo stesso Caruso che potè effettuare personalmente l’attribuzione ed il riconoscimento del ricciolo come parte della barba della preziosa testa attribuibile ad Ade, appartenente da un trentennio al Getty; la barba porta tracce evidenti della colorazione azzurra, i capelli del marrone originario: questa volta non sono stati necessari ulteriori esami, la provenienza del ricciolo è stata verificata senza alcuna incertezza. Da qui la richiesta di restituzione inoltrata immediatamente alla direzione del Museo californiano dallo stesso architetto Caruso, nella sua qualità di direttore del Parco Archeologico di Morgantina  e del suo Museo. Nel nuovo clima di collaborazione e sinergia tra le autorità italiane e il Getty, seguìto alla vicenda della “Venere”, è stato possibile ottenere questo capolavoro della ceramica di Morgantina. Attualmente è una delle attrazione della mostra “I santuari di Demetra e Persefone a Morgantina” che da aprile scorso, e fino al 28 gennaio, è  ospitata a Villa Getty, dopo di che farà parte della mostra “Sicilia: arte ed invenzione tra la Grecia e Roma”  che dal 3 aprile al 19 agosto sarà al Getty e  poi in  “in tournée”  in altre città americane, infine a Palermo; nel 2014 Ade ritornerà definitivamente in Aidone!

il Museo di Aidone il giorno del rientro della "Venere"

il Museo di Aidone il giorno del rientro della “Venere”

Il Museo di Aidone, che in questi anni è stato allargato e ristrutturato per ospitare le new entries, per risistemare l’esistente e per rendere la visita più interessante e confortevole, continua ad avere l’esigenza di allargarsi per accogliere nuovi gioielli, come le promesse monete che saranno a breve restituite da Siracusa ed ora la testa di Ade, per valorizzare quanto c’è ancora di prezioso e mai esposto nei ricchi magazzini e per razionalizzare gli spazi espositivi. Per questi motivi esposti appare ancora più assurdo e incomprensibile il ritardo con cui si sta procedendo alla cessione al Parco Archeologico dell’edificio della Scuola Elementare “Torres Truppia”, il naturale ampliamento del Museo, liberato completamente delle classi fin dall’inizio dell’anno scolastico in corso.

A due anni della prima richiesta forse qualcosa comincia a muoversi. All’istanza del direttore del Museo si è aggiunta quella del professore Malcom Bell e dei membri della Missione Americana che lui dirige, che nel “Torres Truppia” vedono la soluzione ideale dell’annoso problema che vivono da decenni: i magazzini dei reperti e i laboratori di restauro, frequentati dagli americani, ma anche dai nostri archeologi e studenti, sono ospitati in locali umidi, bui e malsani che gridano vendetta alle nostre tradizioni di ospitalità. Liberare il Museo degli uffici amministrativi e dirigenziali, dei restanti magazzini, che non sono discariche ma conservatorìe di beni preziosissimi, farebbe guadagnare quasi un’intera ala del piano superiore da adibire a spazi espositivi. Dall’altra avere a disposizione l’intero edificio scolastico coprirebbe il bisogno di magazzini, di laboratori di restauro, di uffici ed in più permetterebbe la creazione di spazi per ospitare mostre permanenti e temporanee e aule didattiche. Un altro incentivo alla cessione dell’edificio in questione, che altrimenti è destinato all’abbandono ed al degrado, è l’esigenza di spendere i quasi quattro milioni di euro destinati al Museo dal POIN e dalla Regione. L’alternativa, Dio ce ne scampi, sarebbe quella di costruire un padiglione tra il Convento-Museo e la Villa Comunale che “ruberebbe” ulteriore spazio al verde pubblico già molto povero.

Intanto giunge una buona notizia, molto attesa: è in dirittura di arrivo l’allestimento dei pannelli informativi a Morgantina che presto saranno installati; per garantirne il buon esito e la durata  è stato previsto di sperimentare almeno tre soluzioni diverse e vedere quale tra i materiali e le tecniche usate resisterà meglio alla piena insolazione e agli agenti atmosferici che hanno letteralmente bruciato i pannelli esistenti.

E, per finire ancora con Ade, una tentazione in punta di lingua: e se veramente il nome Aidone derivasse, come pensavano gli storici antichi, da Aidoneus, uno degli epiteti di Ade/Plutone? Il Ciaceri, l’Oliveri, il Filoteo degli Amodei in Gioachino di Marzo, l’Alessi (tutti riportati dallo storico locale Gioacchino Mazzola nella sua Storia di Aidone, 1915), collegano toponimo e luogo al ratto di Proserpina e al suo rapitore appunto Ade. Suggestivo il racconto di Filoteo (1556) che mi piace riproporre: “Essendo Proserpina, sua figliola leggiadrissima, in età matura, avvenne che Orco, cognominato Dite, da molti chiamato Aidone, re degli Epiroti o Albanesi, innamoratasi di Proserpina, fatta amicizia con Cerere, passato in Sicilia, si pose ad abitare in una montagna di giocondissimo aspetto per la parte dello scirocco e mezzogiorno da Enna, non più di dodici miglia, da lui poi chiamata Aidone; e quindi uscendo spesso a caccia vicino al lago di Pergusa, circondato di amenissimi alberi, ritrovandovi Proserpina, se la pigliò e menò seco in Epiro, dove sposatala, l’ebbe per sua moglie….Di qui ebbe principio l’antica e celebrata favola del ratto di Proserpina da Plutone, cognominato Orco o Dite o Aidoneus, della quale a lungo nelle istorie è discorso” (A. Filoteo degli Omodei, Biblioteca storica e letteraria della Sicilia di Gioacchino di Marzo – vol. XXV, pag. 35). Vorrei osare: i linguisti propendono per una etimologia dall’arabo ayn, fonte d’acqua, ma l’una potrebbe non escludere l’altra: gli arabi arrivano e occupano il colle di Aidone, la cui ricchezza di fonti di acque non fa altro che indurli a confermare, per assonanza, l’antico nome… Franca Ciantia.  Inserita da il Gen 19th, 2013 e archiviata in Aidone

intanto comincia l’odissea italiana di Ade:

Il ritorno di Ade e la sua ripartenza

Inserita da il Feb 4th, 2016

ade-presentazioneIl viaggio di ritorno di Ade a casa ancora non si è concluso; ha intravisto i luoghi del suo innamoramento, il lago sulle cui sponde vide passeggiare Kore, l’innocente fanciulla figlia della sorella Demetra, che desiderò e volle ad ogni costo come regina del suo terribile regno. Ma il colle Aidoneo, quello che da lui prese (forse) il nome, il colle e il boschetto dove si riposò della corsa affannosa, dopo aver rapita la divina fanciulla, quello no, ancora una volta è rimasto lontano… costretto ad intraprendere un altro viaggio, l’ennesimo! Mentre, all’interno di un’altra prigione di vetro ascolta distrattamente un monotono parlottio, ritorna col ricordo ai luoghi di Morgantina dove un artigiano l’aveva modellato, rivestendo il capo e la barba di capricciosi riccioli, blu intensi per la barba, rossicci per i capelli, e increspando le sue labbra in un broncio che tanto gli si addiceva. La statua era stata ordinata dalle Tesmoforiazuse, le spose che si preparavano alle feste in onore di Demetra e il ceramista l’aveva fatta più piccola per non incorrere nell’ira delle dee Madre e Figlia. In quel sacello, che condivideva con loro, era stato allietato da processioni, canti, doni… ha ancora nelle orecchie lo squittio disperato dei tanti maialini, sacrificati dalle sacerdotesse, per impetrare la fertilità delle madri e dei campi. Lui, abituato sempre ai bui e tetri luoghi del suo regno, godeva di quei momenti! Ma aspetterà ancora per potersi ricongiungere con la donna amata e la potente sorella… ancora qualche mese, un attimo nell’eternità…
Infine è arrivato il momento di presentare agli ennesi, ai siciliani, agli italiani tutti la preziosa testa, attribuita ad Ade, il dio degli Inferi, il Plutone dei romani. I fortunati che questo giovedì hanno assistito al suo disvelamento hanno appreso anche che non farà ritorno, per ora, ad Aidone, nel museo regionale dove si conservano i reperti ritrovati a Morgantina e le altre divinità provenienti dagli stessi santuari di San Francesco Bisconti.
Non la vedranno per questo inverno, magari la primavera farà il miracolo. La statua è stata recuperata materialmente dai Carabinieri, del Nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale di Palermo, coordinati sostituto procuratore Francesco Rio, che si sono recati a Los Angeles, dove hanno organizzato la missione di recupero, in con la collaborazione con Dipartimento di Giustizia U.S.A. e con il Getty Museum, che, dopo averla acquistata per oltre 500 dollari dal magnate Templessman, già due anni fa aveva manifestato la volontà di restituirla all’allora direttore del Museo, l’architetto Enrico Caruso. A quanto pare la mancanza cronica di fondi dell’assessorato regionale ha “impedito” in tutto questo tempo di organizzare il rientro, ma l’iniziativa del dottore Rio e dei carabinieri ne ha consentito il rientro senza oneri per la regione. L’indagine ancora in corso ne richiede il sequestro giudiziario e quindi un’ulteriore periodo di custodia presso il comando dei Carabinieri di Palermo.
ade-1 (1)La presentazione è avvenuta nell’Auditorium “Falcone e Borsellino” del Tribunale di Enna, al tavolo dei relatori, moderati dal padrone di casa, il Procuratore Massimo Palmeri, si sono alternati: il Sostituto Procuratore Rio, che in modo vivace ha raccontata la rocambolesca avventura del recupero, il Maggiore Luigi Mancuso, il comandante dei carabinieri del TPC siciliano, che, constatata la presenza in sala di un bel gruppo di studenti di varie età, ha voluto evidenziare la necessità dell’educazione, fin dai primissimi anni di scuola, per la prevenzione di questi odiosi reati che non depauperano solo il nostro patrimonio culturale ma, con il saccheggio sistematico dei siti, privano gli studiosi e noi tutti della possibilità di ricostruire la nostra storia. È intervenuto il dottore Gaetano Pennino, Dirigente Generale dei BB.CC e dell’Idendità Siciliana e infine la dottoressa Laura Maniscalco, direttrice del Museo di Aidone, che ha illustrato il sito di San Francesco Bisconti, l’area sacra posta tra la Morgantina ellenistica e quella arcaica della Cittadella, da dove provengono oltre che la testa di Ade anche la cosiddetta Venere e gli Acroliti.
La Maniscalco è convinta che da scavi in quest’area, nonché dalla esplorazione delle tante cassette di materiali giacenti nei magazzini, potrebbero arrivare molte sorprese. Sorprese come quella che ebbe Serena Raffiotta quando, lavorando alla sua tesi di specializzazione, trovò il primo ricciolo blu tra i tantissimi frammenti conservati nei freddi e polverosi magazzini. Da quelle cassette provengono gli altri tre riccioli che hanno dimostrato, senza possibilità di smentita, che quella testa proviene dal tesmoforio di San Francesco.
Ho sentito telefonicamente Serena Raffiotta, assente giustificata all’appuntamento in tribunale, che si è detta emozionatissima e molto soddisfatta come archeologa e studiosa di Morgantina. Le modalità inedite del recupero sono “la prova dell’altissimo valore della ricerca archeologica per la ricostruzione della storia antica ma anche di quella recente. Questa vicenda mi incoraggia ad andare avanti nel mio percorso professionale con ancora più passione ed entusiasmo e a tutelare e promuovere Morgantina più di prima. Spero – continua la Raffiotta – che, da parte di tutti, questa ennesima difficile conquista sia tenuta nella giusta considerazione e che si attuino degli interventi mirati e concreti per il rilancio del museo di Aidone”. In questo felice momento, in cui la retorica vuole che “tutto va bene madame la marchesa”, nessuno ha voluto guastare la festa parlando dei problemi in cui si dibatte il Museo di Aidone ed il sito di Morgantina, problemi purtroppo comuni a tutti i beni culturali siciliani; la direttrice Maniscalco, rivendicando l’apertura continuativa dei due siti fatta con grandi sacrifici, ha denunciato la carenza di personale che si accentuerà ancora di più prossimamente con il pensionamento di tre custodi. Chi ha orecchie per intendere… Franca Ciantia  Inserita da il Feb 4th, 2016 e archiviata in Aidone

Aidone. Il ritorno di Ade e i paradossi di sempre

di Silvio Raffiotta _ Inserita da il Gen 29th, 2016

Il santuario di Demetra e Persefone a Morgantina ha restituito all’archeologia tre capolavori assoluti dell’arte greca, tre capolavori che risplendono di tanta luce da mettere in ombra gli altri reperti del museo di Aidone, pur frutto imponente di cinquant’anni di scavi scientifici. L’ultimo in ordine di tempo è la testa di Ade, che dopo trent’anni di peripezie nel mercato antiquario illecito, sta per tornare al sito di origine a fare compagnia alla grande Dea e agli Acroliti dal sorriso più enigmatico della Gioconda.
Ma c’è un paradosso in tutto questo, un paradosso che induce amare riflessioni, che non vogliono rovinare la festa del rientro, ma stimolare comportamenti virtuosi dell’autorità di tutela. Il paradosso sta nel fatto che il corteo di Dei provengono da un’area lasciata alla mercè dei tombaroli per oltre mezzo secolo, anche dopo la prima esplorazione ufficiale della Soprintendenza del 1979 che rivelò l’esistenza sul posto di una miniera di reperti. Un paese civile, che ama e valorizza non solo a parole il proprio patrimonio culturale, a quel punto avrebbe trincerato l’area sottoponendola a strettissima sorveglianza. Non solo, ma avrebbe cominciato a scavare anche con le mani e con le unghie, senza fermarsi mai sino a portare alla luce tutto quello che era celato nel sottosuolo. Ed invece non è successo nulla su entrambi i fronti, ad eccezione di una breve campagna di scavo della Soprintendenza nel 2004. E solo di recente è stata collocata una recinzione e creato un percorso per agevolare la fruibilità dell’area. Insomma, sapevamo di avere un tesoro a portata di mano e ce lo siamo fatto rubare nell’indifferenza e nella strafottenza che ci contraddistingue in materia di beni culturali. Nel frattempo, le magre risorse disponibili all’assessorato regionale competente sono state disperse in sagre, studi, consulenze, esposizioni all’estero e per Morgantina neppure le briciole. Infatti, ancora oggi, se non ci fosse la Forestale a togliere l’erba, il sito non sarebbe neppure praticabile.
Ma c’è un altro paradosso. La vicenda della testa di Ade che torna perché una giovane archeologa, libera professionista, volontariamente e a sue spese si è calata negli inferi dei magazzini del museo di Aidone, scovando un ricciolo che apparteneva alla scultura rubata, avrebbe dovuto innescare un lavoro di ricerca e di studio dei tanti reperti più o meno frammentari che giacciono ignorati da anni in quei magazzini. Non solo per dovere scientifico, ma per controllare se c’è in giro per il mondo qualche altro capolavoro rubato a Morgantina, che, come Pollicino, ha lasciato qualche traccia sul posto che consenta di portarlo a casa. Nulla di tutto questo, solo gli americani si prendono la briga ogni anno di rovistare tra le centinaia di cassette alla ricerca di ciò che serve ai loro studi. Eppure c’è chi giura, e chi scrive è tra questi, che dal santuario extraurbano di Morgantina è uscita qualche altra testa mozzata, ma di inestimabile valore, che non sappiamo dov’è. Sappiamo, invece, che le sue tracce sono in qualche cassetta di materiale dei magazzini di Aidone, dove basterebbe cominciare a “scavare” sul serio per avere delle belle sorprese. Silvio Raffiotta

un ruolo importante nell’intera vicenda è stato svolto dall’archeologa Serena Raffiotta:

Serena Raffiotta: competenza e tenacia al “servizio” di Ade

Inserita da il Mar 7th, 2016

Maria-Lucia-Ferruzza_Serena-Raffiotta_Leoluca-OrlandoIl nome di questa giovane archeologa è presente in tutti gli articoli ed i servizi che si sono occupati del rientro della testa di Ade, restituita dal Getty Musem all’Italia e al Museo Archeologico Regionale di Aidone, sua destinazione finale. Come avevamo detto in un precedente articolo, attualmente la preziosa terracotta è a Palermo per accertamenti giudiziari, ma in un prossimo futuro sarà possibile ammirarla in Aidone. Sarebbe bello se nel contempo si rendesse fruibile il sito di San Francesco Bisconti, l’area sacra, facente parte del parco di Morgantina, da cui provengono anche gli Acroliti e la Dea, conosciuta come Venere. Un area di cui Serena è esperta per averla studiata a lungo e averle dedicato la sua tesi di laurea. Dallo studio dei reperti provenienti dal San Francesco, e abbandonati da anni nelle cassette dei magazzini, fra i quali Serena Raffiotta aveva individuato i riccioli blu e dal fortunato incontro con l’archeologa dipendente dell’assessorato ai BB. CC., la dottoressa Maria Lucia Ferruzza, a cui quei riccioli fecero immediatamente pensare alla testa di Ade vista al Getty, ha preso avvio la storia del definitivo rientro di Ade. Le vicende sono note. Ma quello che non si avverte, almeno dalle nostre parti, è la voglia di conoscere la storia di Ade, le peripezie, la descrizione della sua bellezza e unicità, che sta portando le due archeologhe ad un vero e proprio tour della Sicilia.
L’ultimo in ordine di tempo è l’encomio solenne assegnato ad entrambe dal Sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha voluto premiarle come “tessera preziosa del mosaico Palermo” per il contributo fondamentale dato dai loro studi alla ricostruzione della storia della Sicilia, per avere simbolicamente aggiunto una tessera importante nel puzzle del mosaico regionale”. Si dichiara “molto orgogliosa di questo prestigioso riconoscimento” Serena Raffiotta, un riconoscimento che la “incoraggia ad andare avanti con determinazione nel suo lavoro”. Continua “Conferenze e seminari sono anche occasioni di promozione per Morgantina, di cui tutti riconoscono l’altissimo valore e la straordinaria bellezza. Io sono molto orgogliosa di potere offrire un contributo alla promozione e alla tutela del sito, con la mia attività di ricerca e studio e non mi stancherò mai di farlo”.
L’attenzione per la vicenda di Ade è molto alta e la Raffiotta ha ricevuto diversi inviti per tenere conferenze e seminari sull’argomento. A Catania è stata ospite, insieme al Dott. Rio, Sostituto Procuratore della Repubblica di Enna, del Club Lions Catania Etna, in una conferenza presieduta dal Prof. Giuseppe Guzzetta, e la prossima settimana sarà all’Università per un seminario destinato agli allievi della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici diretta dal Prof. Massimo Frasca. E poi sarà la volta dell’Università di Palermo e quindi del Polo didattico di Agrigento, dove è stata invitata dal Prof. Giuseppe Guerrera a tenere un seminario nell’ambito di un laboratorio di progettazione. Ad aprile, invece, insieme a Maria Lucia Ferruzza sarà ospite dell’Archeoclub di Cefalù per una conferenza presso il Museo Mandralisca. E intanto l’8 marzo a Caltanissetta riceverà uno speciale riconoscimento presso la Scuola Superiore della Magistratura – Distretto Territoriale di Caltanissetta nel corso della manifestazione dedicata a “Il ruolo della donna nelle trasformazioni della società e nell’evoluzione del diritto”.
Tutto questo fervore, tutta questa voglia di conoscere la storia del prezioso reperto, testimonia la grande attesa che si sta creando intorno al ritorno di Ade, pari forse a quella vissuta ai tempi del rientro della Venere.
Sapranno approfittarne i nostri solerti amministratori tutti presi a disegnare grandi destini per Aidone e il suo futuro turistico? Franca Ciantia

vale la pena riportare anche questo articolo della redazione di vivienna.it che testimonia la delusione della cittadinanza aidonese  seguita alla notizia della ripartenza di Ade

Archeologa Serena Raffiotta: testa di Ade non è un trofeo da mostrare ma è un pezzo di Aidone, rimarrà a Lampedusa fino a ottobre

Inserita da il Giu 4th, 2016

Aidone. Cittadini delusi che dovranno aspettare l’autunno per ammirare la testa di Ade restituita dal Getty museum e che, da oggi, è tra i preziosi reperti in mostra a Lampedusa, fino ad ottobre.
Il malcontento dei cittadini è legato soprattutto al fatto che il decantato turismo culturale promesso con l’arrivo della Dea al museo di Aidone e mai partito seriamente, debba slittare ancora. A ciò si aggiunge anche il malumore nei confronti della Regione siciliana rea di aver “snobbato” Morgantina. “Le aspettative del nostro comprensorio sono altissime – commenta Alessandra Mirabella: presidente dell’Archeoclub Aidone-Morgantina – e legittime. Anche stavolta puntiamo sul fatto che un nostro reperto archeologico torni nel suo contesto di appartenenza nella speranza che l’economia ne tragga giovamento. La delusione del territorio ennese è comprensibile perché ci saremmo aspettati che dopo il giusto passaggio al museo Salinas di Palermo, avessimo potuto ammirare anche solo per qualche giorno la testa di Ade nella sua terra e invece una mostra a Lampedusa, dove la testa di Ade rimarrà fino al 3 ottobre in piena stagione turistica, significa che la Regione siciliana non crede alla potenzialità delle nostre zone e piuttosto che impegnarsi a riqualificare Aidone e dintorni preferisce adottare la soluzione dei prestiti per dare visibilità a se stessa e non al luogo a cui questi tesori appartengono”. Delusione anche da parte degli operatori commerciali che parlano di “occasione mancata” a cui si aggiunge anche la chiusura mattutina del sito archeologico di Morgantina per carenza di personale.
Intanto, il museo archeologico di Aidone sta predisponendo la sala che ospiterà la testa di Ade. “Qualche turista è venuto convinto di poterla ammirare – dice Antonio Arabito, responsabile della unità operativa I del museo aidonese – Certamente c’è grande aspettativa e si spera in un nuovo boom (n.d.r.: ?)come quello che ha connotato il ritorno della Dea dall’America a Morgantina, ma per evitare gli errori del passato è chiaro che la Regione deve darci gli strumenti per sostenere e agevolare servizi e turismo”.

L’archeologa Serena Raffiotta, che ha contributo al rientro della testa di Ade, commenta con amarezza: “Il suo posto è ad Aidone, nel contesto archeologico di appartenenza. La presenza nel museo arricchisce accanto alle Dee di Morgantina la collezione in maniera significativa, contribuendo a raccontare un nuovo aspetto della vita religiosa dell’antica città testimoniando un culto non più tutto al femminile, come dapprima si pensava, ma per la triade divina. Ben vengano le mostre scientifiche in cui il reperto abbia la visibilità che merita, ma non è giusto smorzare con questo ritardo nel rientro ad Aidone l’interesse che da gennaio ad oggi la vicenda, e di riflesso la statua, ha a livello internazionale. La testa di Ade non è un trofeo da mostrare ma è un pezzo di Aidone”.

Certo la posizione assunta da Serena Raffiotta nella vicenda non le ha giovato molto nella considerazione degli addetti ai lavori locali -tecnici e politici- , ma in compenso l’ha fatta conoscere all’Italia intera. Ad oggi l’unico momento pubblico che le è stato concesso è stato in occasione dell’inaugurazione dell’Università del Tempo Libero di Aidone.

ADE e Serena Raffiotta inaugurano l’Università del tempo libero di Aidone 

Inserita da il Apr 12th, 2016

serena-raffiotta-ADENon ci poteva essere modo migliore per inaugurare la neonata Università del Tempo Libero di Aidone che quello di proporre ai soci e agli estimatori la rocambolesca storia del prossimo rientro al museo di regionale di Aidone della preziosa testa di Ade, raccontata da una aidonese doc qual’è la giovane archeologa Serena Raffiotta.

L’università del Tempo Libero di Aidone nasce ultima in un panorama ricchissimo di esperienze associative, ma, come ha fatto notare nell’introduzione la presidente Rosanna Mannino, non si sovrappone a nessuna di quelle esistenti ma si propone come scopo primario quello di qualificare il tempo libero con un’offerta culturale e ricreativa in cui predomina lo scambio di competenze anche tra generazioni diverse; dove i soci e gli ospiti sono ora docenti ora discenti, in un proficuo scambio di ruolo e dove ci si apre al contributo di esperti per l’approfondimento e la formazione permanente.

È stata quindi cercata la situazione migliore dove esporre il proprio manifesto: ospitando domenica pomeriggio, presso la Fondazione Marida Correnti, la prima provinciale in assoluto di Serena Raffiotta, reduce da una vera e propria tournée, che l’ha portata da Catania a Palermo a Siracusa e Caltanissetta e per ultimo a Cefalù, spesso insieme alla archeologa Maria Lucia Ferruzza coprotagonista di questa storia. Per non parlare della sua presenza in vari articoli su testate nazionali e siciliane fino a quella nella trasmissione della Rai “Petrolio”, di questo lunedì, dedicata ai nostri giacimenti culturali sottovalutati e bistrattati!

La cittadinanza ha accolto in modo entusiastico l’iniziativa riservando, alla competente e coinvolgente relazione dell’archeologa Raffiotta, attenzione e consenso. L’attesa del rientro del prezioso reperto, attualmente detenuto, in quello che appare un vero e proprio sequestro giudiziario, a Palermo, è stata in qualche modo compensata dall’incontro con chi è stata diretta protagonista del ritrovamento del corpo del reato.
Come più volte abbiamo ricordato in articoli apparsi in questa testata, è stato il ricciolo blu catalogato dalla Raffiotta nella sua tesi di laurea specialistica, pubblicata a proprie spese, che ha fatto esclamare un entusiastico Eureka! alla dottoressa Ferruzza, archeologa e funzionaria dell’assessorato regionale dei BB. CC, quando le è giunto tra le mani il testo della Raffiotta e la fotografia del ricciolo blu che combaciava perfettamente con quella testa di terracotta policroma che lei aveva avuto tra le mani l’anno in cui aveva lavorato al Getty Museum. La testa di valore inestimabile era stata acquistata dal Getty alla notevole cifra di 530.000 dollari – riconosciuta come un capolavoro assoluto e rarissimo della coroplastica policroma greca.

A smorzare gli entusiami ha provveduto il sindaco Lacchiana che, nel suo saluto, ha suscitato allarme tra gli astanti adombrando che Ade non rientrerà in Aidone a maggio, come è stato dichiarato più volte dalle autorità competenti; la sua assenza si potrebbe prolungare fino al prossimo autunno dopo una tournée che lo vedrebbe esposto prima in musei più prestigiosi come quelli di Palermo o di Roma. Un fastidioso déjà-vu, che ha ricordato agli aidonesi il pellegrinaggio a Palermo per vedere gli Argenti che tornavano dal Metropolitan di New York, e che, prima di rientrare in Aidone, furono esposti, oltre che al Salinas, al Massimo di Roma e all’EXPO di Shanghai.

Purtroppo alla base c’è sempre la convinzione di molti, tra giornalisti ed addetti ai lavori, che un piccolo museo, come quello di Aidone, non può trattenere per sé tali tesori, vista anche la difficoltà logistica di raggiungere il centro Sicilia sempre più abbandonato a sé stesso con infrastrutture da quarto mondo e strade che sono sempre più simili a trazzere. Aidone morgantina scala ferroSperiamo che non si rimangino la parola né Franceschini, né l’assessore Vermiglio che più volte hanno difeso il diritto dei musei di origine di riavere i reperti trafugati.
Nonostante la chiusa polemica della relazione della dottoressa Raffiotta, che chiedeva conto dello stato dell’arte nella rimozione della famigerata scala di ferro a Morgantina, la provocazione non è stata colta dal sindaco che continua a rinviarne la decisione alle autorità regionali. Franca Ciantia

Aidone dalla melma di acque stagnanti spunta fuori un’antica moschea

Del ritorno degli Arabi e del silenzio di gomma degli Aidonesi  – II puntata

Nella stagnazione di qualunque azione amministrativa si continua ad abusare della distrazione di massa proponendo improbabili progetti come quello dello sbarco dell’UNESCO in Aidone, a quale titolo non si capisce, o dei milioni di euro che il governo saudita verrebbe ad investire  tra Aidone, Piazza Armerina e Valguarnera  portando prosperità e ricchezza insieme ad un grandissimo numero di musulmani: studenti, turisti e fedeli fruitori di una grande moschea a Valguarnera, di un centro culturale, una università etc. Gli aidonesi alla notizia hanno risposto con flemma e disincanto, non parlandone se non nei luoghi di elezione, i bar. Piazzesi e Carrapipani invece, forse con senso più realistico, si sono riscaldati e sono scesi in campo organizzando la protesta all’interno di comitati civici, cercando di smuovere le acque e di tenere desta l’attenzione anche a livello di governo regionale e nazionale. Anche perchè, in un momento storico critico come quello che stiamo vivendo, non si capisce come decisioni di portata internazionale e che interessano tutta la Sicilia possano essere presi autonomamente da sindaci rappresentanti meno di quarantamila siciliani.                                                               Questo  articolo è la seconda puntata di una prima pubblicata a giugno, riportato qui in calce, dove si riflette amaramente della perdurante stagnazione. Ad Aidone e nella fruizione di Morgantina e del Museo si continuano a fare un passo avanti e tre indietro…

Ferve in questi giorni l’attivismo dei comitati cittadini, di Piazza Armerina e Valguarnera, nati per contrastare l’iniziativa dei sindaci delle loro città e di quello di Aidone che a maggio hanno firmato il famigerato accordo per la costituzione del centro di cultura islamica King Salman. I due comitati ne chiedono fortemente la revoca con un atto ufficiale. La questione è arcinota ma, proprio quando sembrava cosa fatta, i sindaci Drajà e Miroddi, riluttanti a presentarsi a discuterne nella sede naturale del consiglio comunale, pilatescamente hanno affermato che non c’è nulla da discutere perché trattasi di “carta straccia”. Tale lo renderebbe la mancata firma del Soprintendente ai Beni Culturali di Enna. Di quest’ultimo è stata resa pubblica la lettera, indirizzata al presidente del Consiglio, ai ministri degli Affari esteri e dell’Interno e ai sindaci dei comuni interessati, dalla quale si evince che, dopo essere stato consultato nella prima fase, suo malgrado si è ritrovato citato tra i “contraenti” pur non essendo di sua competenza l’avvio della procedura. Alla fine l’accordo stipulato tra cinque comparenti, nella copia che è circolata sugli organi di informazione, risulta firmato solo dai tre sindaci. Mancano oltre alla firma del dottore Gueli anche quella del dott. Ahmed Saeed Badrais, rappresentante del governo saudita. Una “carta straccia” che non spiega tutto il peso dato finora alla vicenda, l’uso strumentale che se ne è fatto mettendo i nostri paesi al centro dell’attenzione di tutta l’Italia. Sui giornali nazionali, sui tg, sulle trasmissioni di vario genere Lacchiana e Miroddi si sono affrettati a decantare i grandi vantaggi e le milionarie ricchezze che pioveranno sulla nostra dissestata economia.

Assordante e inspiegabile appare all’esterno il silenzio di Aidone, soprattutto se si pensa alle battaglie civili ingaggiate dai suoi cittadini in altre occasioni e portate avanti con tenacia e determinazione. La questione degli arabi non appassiona gli aidonesi forse perché nessuno ci crede, a molti è apparsa come l’ennesimo coniglio tirato fuori dal cilindro del sindaco per giustificare l’assoluta inerzia nell’amministrazione del paese. Un altro tra i meriti millantati dal sindaco come quello della partecipazione all’Expo di Milano che ha portato quest’anno moltitudini di turisti tali che il paese non è riuscito neppure a contenerli, o come la ripetuta inaugurazione del Centro multifunzionale “Rocca di Cerere Factory” mai aperto al pubblico. Intanto restano irrisolti i problemi veri, primo fra tutti quello della nettezza urbana. L’area dei servizi in contrada Canalotto, che ospita il mercato settimanale, inaugurata di recente, è diventata una vera e propria discarica; il servizio di raccolta porta a porta, fatta in modo molto irregolare e imprevedibile, induce gli utenti a conferirvi i propri rifiuti piuttosto che tenerli appesi per strada preda dei numerosi cani randagi e sentine di essenze maleodoranti. Resta irrisolto il problema dell’acqua di cui tutto si può dire tranne che sia potabile, al danno di una bolletta carissima si aggiunge la beffa di dovere comprare l’acqua minerale in bottiglia anche per cucinare…

Qualche considerazione sull’accordo con gli arabi

Ma torniamo all’Intesa, l’Accordo d’intesa per la costituzione del King Salman Cultural and Arcitectural Islamic Arabic Center” come viene definito nella delibera di giunta del Comune di Aidone –d.g.c. n.73 del 4 maggio 2016- .

Leggendo il testo di questo accordo ci si chiede come qualcuno abbia potuto prenderlo sul serio; lo stile contorto, gli strafalcioni, le inesattezze palesi e le certezze fantasiose, la sintassi improbabile ne fanno un testo che non ha la minima dignità di un atto pubblico. In premessa veniamo a conoscenza dell’impellente ed improrogabile bisogno che noi tutti abbiamo di conoscere la storia islamica per conoscere meglio noi stessi. L’incipit: “Oggi è più che mai necessario studiare la storia islamica della Sicilia antica e ciò risponde all’antica domanda ‘conosci te stesso’ che il Popolo siciliano non si pone, ma di cui intuisce tutta la profondità negli usi secolari che lo contrassegnano (sic!) –e perché solo quella araba che è stata pure la più breve tra tutte le dominazioni, perché non i bizantini/greco/turchi o gli svevi/tedeschi o gli spagnoli/catalani? Alla prima affermazione segue una farneticante “Riprendere gli studi, vuol dire conoscere e far conoscere l’essenza della lingua della cultura materiale ed immateriale che gli arabi recarono in Sicilia, creando le condizioni nel medio e nel lungo periodo, per una graduale integrazione”!? Essenza della lingua araba? Integrazione con chi e di chi? Ecco quindi l’esigenza di costruire a Valguarnera una moschea “che diverrebbe la seconda ufficiale e costruita a regola d’arte e porterebbe una vasta eco internazionale specie nel quadro geopolitico attuale”.. Ma di che stiamo parlando? Il tono del documento e tutto così, di quali esperti si sono serviti per stilarlo? I sindaci l’hanno letto prima di firmarlo? Valguarnera è vicina all’autostrada e all’outlet di Dittaino, ergo è la location ideale per la più grande moschea, il più grande campus universitario islamico, e immaginiamo alberghi e campi da golf per i ricchi turisti arabi frequentatori dell’Outlet e visitatori della grande moschea carapipana e di quella antica aidonese! Già, abbiamo scoperto che ad Aidone c’è una moschea antica che, insieme a quella di Enna (?), sarà restaurate con i petrodollari! “È prevista l’“Acquisizione della moschea di Aidone; in alternativa acquisizione della concessione d’uso e sfruttamento turistico in cambio di progetto di valorizzazione e restauro del sito”. Quale antica moschea è stata mostrata alla delegazione saudita nella corso della visita aidonese? Di che stanno parlando? Secondo lo storico locale Gioacchino Mazzola tracce di un precedente insediamento arabo, che si potrebbe configurare come moschea, sono contenute nella chiesetta di Sant’Antonio Abate (meno di cinquanta posti a sedere!) e in quella di Sant’Anna. E allora? Da chi le acquisiscono? Dalla Curia? Da quando in qua si vendono le chiese cristiane per trasformarle in moschee? L’approccio è questo: tutto si può vendere e comprare. Così i volumi della Biblioteca (di quale? quella di Aidone? di Piazza Armerina?) saranno acquisiti per essere digitalizzati e venduti online (sic!), ma perfino “le fonti relative alla Storia dei Musulmani di Sicilia di Michele Amari” sono da acquisire e revisionare alla luce delle nuove scoperte archeologiche… e c’è anche la “costruzione di un campo fotovoltaico da 260 KW per alimentare il centro e trarne un reddito per la sua gestione”, di una Spa, di un campo di calcio/tennis, l’acquisizione e il restauro del castello dei Gresti, campagne di scavi, costruzione di un magazzino/laboratorio di restauro… e così via.

Tirando le somme

Vista così quindi la cosa sembrerebbe del tutto innocua, “una mera dichiarazione di intenti”, una bolla di sapone che si è già sgonfiata, ma quelli che l’hanno voluta si arrenderanno? Il timore di coloro che si sono costituiti in comitato è proprio questo, quanti hanno messo gli occhi sul nostro territorio, chi per coltivare interessi economici ed aumentare il proprio giro d’affari, chi perché vi ha visto il centro strategico da cui irradiare il proprio verbo e la propria cultura, troveranno purtroppo sempre orecchie attente e ben disposte in un territorio affamato come il nostro. Nell’imperante clima complottistico della realtà vi si possono vedere trame occulte e interessi poco chiari che non vanno sottovalutati, quello che è certo è che dovremmo guardare con molto sospetto l’inquietante l’assalto al nostro patrimonio da parte di arabi, cinesi, russi, che pure viene invocato e spacciato come investimento, opportunità, risorsa. Pecunia non olet, i soldi non hanno odore: ai nostri sindaci, paladini delle libertà, non puzza per nulla prendere i denari dalle mani dei monarchi meno liberali (è un eufemismo naturalmente) del mondo; e qualcuno di loro, visti i fattacci di Valguarnera con i il divieto ai fotografi di riprendere l’emiciclo durante la seduta consigliare, le espulsioni dei cittadini che protestavano, il modello saudita non dispiace proprio!

È inquietante anche il fatto che mentre gli altri due sindaci in qualche modo hanno scaricato atto e responsabilità, il soprintendente se n’è tirato fuori completamente, dagli arabi non si sente battere colpo, il sindaco di Aidone è rimasto a proteggere il fortino; dopo l’esposizione mediatica iniziale in cui ha dato in pompa magna l’annuncio e l’ha raccontato urbi et orbi, ora si è chiuso nel silenzio, forse ci crede ancora? Ci crede lui o i suoi mentori?

Aidone-Morgantina. È ancora e sempre anno zero? – I puntata

I cittadini aidonesi avrebbero voluto vedere l’attivismo, messo in campo dal sindaco di Aidone per portare gli Acroliti delle dee Demetra e Kore a rappresentare la Sicilia all’EXPO (che ha meritato menzioni di onore e cittadinanze onorarie a una decina tra funzionari ed esperti), indirizzato in modo forte nel tentare di risolvere tutti gli altri problemi aidonesi, quelli dipendenti dalla sua funzione e quelli per i quali bisogna battere i pugni in modo deciso sui tavoli regionali. L’elenco è lungo, c’è l’imbarazzo della scelta anche solo a citare i più evidenti: la monnezza che decora la nuovissima area di servizio Canalotto, la scarsissima qualità e l’esoso costo dell’acqua, lo stato di abbandono in cui versano le strade e gli edifici di servizio della zona artigianale, le condizioni vergognose della SS 288 e delle varie strade provinciali che afferiscono ad Aidone, la vergognosa scala a Morgantina, il dimezzamento nell’orario di visite del sito nei giorni feriali, il tour di Ade atteso a maggio nel Museo di Aidone e dirottato per altri lidi, prima a Palermo, poi a Lampedusa e poi? ….

Sembra che tutti quelli che hanno in mano le redini del destino dei nostri beni culturali e delle nostre infrastrutture congiurino per fare cancellare Aidone dalle rotte turistiche. Partiamo dall’ultimo.

Testa di Ade foto Consolato Generale d'Italia Los AngelesBARBABLU’: da Malibù a Lampedusa. Il rilievo nazionale, dato al rientro del prezioso reperto restituito dal Museo di Malibù, è dimostrato dalle centinaia di inviti che l’archeologa Serena Raffiotta continua a ricevere per raccontare e descrivere Ade dai riccioli blù in tutta la Sicilia e in giro per l’Italia e le numerose interviste e servizi pubblicati su testate nazionali e locali; si era creata una tensione anche emotiva che avrebbe portato in Aidone migliaia di turisti, replicando l’effetto della “Venere”; ma, inspiegabilmente, prima la Procura poi la Regione hanno preso delle decisioni che escludono dal suo “godimento” Aidone e il territorio di Enna. Il trasferimento a Lampedusa non ha aggiunto prestigio a quella esposizione dove l’attenzione è tutta concentrata sull’amorino di Caravaggio, accanto al quale la teca contenente la testa di Ade appare come un semplice accessorio. In compenso, sembra che, per gentile concessione,verranno esposti ad Aidone dei reperti prestati dal Museo Paolo Orsi di Siracusa: monili e ornamenti in argento provenienti dalla necropoli di età arcaica della stessa Morgantina. Questi, come il prezioso monetario, rinvenuti nelle campagne di scavi iniziate negli anni cinquanta, si trovano a Siracusa, dal momento che allora non esisteva la soprintendenza archeologica di Enna, costituita solo con L.R. 26/85 (da Siracusa la direzione passò ad Agrigento sede della soprintendenza per effetto della L.R. 80/77, provocando altra dispersione dei beni che gli americani andavano trovando a Morgantina). Sarà così possibile, finalmente ammirare questi gioielli nel loro contesto naturale, nelle sale da sempre dedicate alla necropoli arcaica.

aidone_museoMa l’effetto di questa mostra, di cui ancora non si conosce la data, sarà annullato dallasciagurata decisione di lasciare chiuso il sito archeologico di Morgantina nelle mattinate estive (il nuovo orario, prevede dal 1 giugno, la chiusura il lunedì, l’apertura del Museo con orari normali e quella del sito archeologico solo dalle ore 14:00 alle 19:00, tranne la prima domenica del mese). È vero che persiste il problema della carenza di custodi, che non solo non è stato risolto ma si è aggravato con i nuovi pensionamenti, è vero che resta il budget di straordinari che non può essere superato, ma, il fatto che questi handicap abbiano creato negli ultimi due anni molte situazioni di disagio, avrebbe dovuto indurre ad una programmazione più oculata. La chiusura pomeridiana nei mesi prettamente invernali avrebbe prodotto sicuramente meno danni.

Aidone morgantina scala ferroLa scala della vergogna. Il Soprintendente di Enna, alla fine di gennaio, aveva emesso un’ordinanza di rimozione, dopo averla definita abusiva, ma così non è apparso al Dipartimento dei Beni Culturali che l’ha dichiarata “in regola” e ne ha ordinato l’apertura alla fruizione dei turisti; nel frattempo però è stato ripulito un secondo sentiero che permette agevolmente di accedere alla collina, che dimostra ancora una volta l’inutilità di questo brutto manufatto che, gratuitamente, continua a deturpare il panorama dell’agorà. Il tutto continua ad avvenire nel silenzio più assoluto, nonostante le oltre mille firme raccolte dalla petizione online, promossa dal Movimento civico “Noi Aidone”, e nonostante l’interpellanza “urgente” presentata, il primo di aprile, dai Cinquestelle; quest’ultima non ha avuto nessuna risposta, ma si è persa nell’indifferenza generale, forse anche degli stessi presentatori! D’altra parte se si tratta di un’opera abusiva, e il Soprintendente non sembra avere revocato la sua ordinanza, è accettabile che il sindaco di Aidone non abbia preso alcun provvedimento per un’opera abusiva costruita nel proprio territorio, non abbia sentito neppure il bisogno di rendere partecipi i cittadini del suo pensiero, e, nel caso positivo, di difendere la sua scelta? E la procura di Enna? C’è ancora un giudice a Berlino?

Ci si riempie la bocca di progetti di lancio e rilancio del nostra asfittica proposta turistica, per la quale si fanno costosissimi studi, si creano itinerari virtuali e guide più o meno efficaci; ma l’amara realtà è l’effetto a cascata prodotto dalla gente che arriva, nonostante il disagio delle strade, e trova il i cancelli di Morgantina sbarrati, e soprattutto dalle agenzie e dai tour operator che non possono fare programmi di lungo termine se continuano ad essere sorpresi dalle decisioni dell’ultima ora.

(Alcune cose fatte e non fatte rispetto a questo articolo:

  • la testa di Ade è ancora a Lampedusa….
  • dei prestiti di reperti di Morgantina  da parte del museo siracusano si sono perse le tracce
  • la buona notizia è che il nuovo direttore del sito di Morgantina e del museo di Aidone, afferiti insieme alla Villa Romana di Piazza Armerina al polo Museale unico, la dottoressa Giovanna Susan, ha disposto orari di apertura e chiusura uguali in tutti i siti. Quindi almeno per ora, tutto l’autunno-inverno resteranno aperti mattina e pomeriggio…
  • in sede di Commissione Beni Culturali l’udienza per discutere la questione della scala promossa dal Movimento Cinque Stelle non  ha sortito nessun risultato se non la conferma da parte del direttore generale Pennino che il tutto è stato fatto a regola d’arte!!!! )

A MORGANTINA LA SCALA DELLA VERGOGNA

12476217_1105273096150126_575004851_nUn mese è già passato da quando l’archeologa e guida turistica Serena Raffiotta, con un post su Facebook, lanciava l’allarme su una scala in di ferro e orsogril che si stava costruendo a Morgantina alla fine dello Stoà Est e a ridosso del cosiddetto Pritaneion e delle case che si inerpicano sulla collina, fino a quella conosciuta come Del Saluto e Del Capitello dorico. Le fotografie da lei pubblicate hanno suscitato molta indignazione non solo tra gli aidonesi ma anche tra gli addetti ai lavori e tra quanti amano il meraviglioso sito di Morgantina. Ne sono seguiti un articolo del Giudice Silvio Raffiotta su Vivienna.it, dove veniva pesantemente  richiamata la responsabilità della Soprintendenza, che aveva autorizzato lo scempio .  La richiesta preoccupata, di molti commentatori su FB e degli aidonesi di richiamare fortemente l’attenzione, è stata accolta dal Movimento “Noi Aidone” che si è fatto promotore di una petizione sul sito  Change.org per chiedere la rimozione della scalinata (LA PETIZIONE ANCORA ONLINE PER LA FIRMA).                                                                                                                                           821La petizione, ancora aperta, è stata indirizzata  al Soprintendente ai BB. CC. di Enna, al Direttore del Museo Archeologico di Aidone e di Morgantina, all’Assessore ai BB.CC e all’Identità Siciliana, al Ministro dei Beni e le Attività Culturali, e per conoscenza al Presidente Consiglio Superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici, al Direttore del Centro per la Progettazione e il Restauro e al Dirigente Generale dei B.B. C.C. dell’Identità siciliana. Al raggiungimento delle 700 firme ne è stata data comunicazione ai destinatari allegando l’elenco dei firmatari oggi più di ottocento. Ad oggi nessuno di loro ha sentito il dovere o la cortesia di dare un cenno di ricevuta. Tra tutti, solo la dottoressa Maniscalco, direttrice del Museo di Aidone, ha sentito l’esigenza di rispondere, ma su Facebook e a qualche intervista ad organi di stampa. Per il resto silenzio assoluto! Eppure tra i firmatari ci sono professionisti, funzionari, ex funzionari e dirigenti regionali, studiosi e professori, semplici

cittadini. Ma sembra che chi l’ha ricevuta ha la pretesa di essere talmente nel giusto da non dovere dare risposte a nessuno e di nessun genere! Arroganza o imbarazzo? Intanto si è costituito un comitato spontaneo fra le associazioni che condividono la preoccupazione per il destino del sito che l’installazione della scala in qualche modo rappresenta. Queste le associazioni partecipanti: Accademia Pergusea,  A.D.A. Associazione Donne Aidonesi, Amici del Parco di Morgantina, Archeoclub Aidone, Archeoclub Noto, Associazione Guide Turistiche Enna,  Associazione Guide Piazza Aidone, Associazione culturale Bombyx Mori, Club per l’Unesco di Enna, Delegazione Fai Enna, Associazione Donneinsieme ‘Sandra Crescimanno’, FIDAPA Aidone, FIDAPA Piazza Armerina, Associazione GAP , Gruppi Archeologici Piazza Armerina, Associazione Hisn Al Giran, Associazione culturale Panta, Legambiente Piazza Armerina, Movimento Civico “Noi Aidone”, Pro Loco Aidone, Studenti di ‘Archeologia del Mediterraneo’ Unikore. I rappresentanti di queste associazioni, coordinate da Serena Raffiotta, saranno ricevute a breve dal Soprintendente di Enna, il dott. Salvatore Gueli per un chiarimento delle rispettive posizioni.

Qui di seguito aggiungo i testi dei due mie articoli che sono stati pubblicati su Vivienna.it e di quello di Silvio Raffiotta. In questo mese più volte sia sulla Sicilia che sul Giornale di Sicilia e su varie testate locali sono apparsi articoli di cui darò conto il calce.

articolo petizioneDa Aidone parte la petizione online per RIMUOVERE la scala di ferro sull’Agorà di Morgantina  Aidone. L’articolo del giudice Silvio Raffiotta, apparso su questa testata nei giorni scorsi, ha portato alla conoscenza dei lettori, non solo aidonesi, lo scempio che si è consumato a Morgantina nel silenzio dei giorni festivi. Ci sono poche parole da aggiungere per descrivere il senso di amarezza e di frustrazione che provano i cittadini aidonesi ma anche quanti hanno amore e rispetto per l’arte, l’archeologia, l’ambiente. Non ho le competenze tecniche per giudicare la bontà del progetto, ma posso dire che ferisce il buon senso e la vista. Ferisce soprattutto il silenzio assordante dei responsabili, soprattutto la Soprintendenza di Enna, stazione appaltante dei lavori, che continuano a non sentire il bisogno di intervenire per convincerci della necessità inderogabile (?) e della bontà di quest’opera. Ci si ritiene talmente in alto da non dovere mai rendere conto, nel bene e nel male, delle proprie azioni? Si ha tanto disprezzo del popolo bue che non è in grado di capire e che perciò deve sottomettersi a qualunque decisione loro prendano? Si aspettava quanto meno un comunicato stampa (n.d.r.: anche una denuncia, tanto la Redazione è –oramai- abituata a difendersi nelle aule dei Tribunali), un minimo cenno di vita dopo l’articolo citato, non è successo nulla. Il Movimento “Noi Aidone” ha deciso di non restare a guardare e ha lanciato una petizione online che in mezza giornata ha già raccolto centinaia di firme. Segno che l’opinione pubblica, che sta seguendo i fatti attraverso la stampa online e Facebook, vuol fare sentire forte e chiara la propria voce. Nella petizione si chiede di rimuovere la scala che, secondo qualche addetto ai lavori, è del tutto amovibile e non avrebbe in alcun modo danneggiato l’impiantito originario. La scala risponde certamente all’esigenza di rendere più agevole la visita delle case del quartiere est, soprattutto la Casa del capitello dorico, meglio conosciuta come la Casa del saluto, e quella di Ganimede dove si conserva il preziosissimo mosaico, uno degli esemplari più antichi del mondo greco. Ma qualcuno dovrebbe rispondere se non ci fosse un modo meno invasivo e pervasivo e di così forte impatto. La “monumentale” scala è visibile da qualunque parte della grandiosa Agorà, una delle più grandi e meglio mantenuta della Magna Grecia; la collina est che vi si affaccia ne risulta gravemente sfregiata. Ci aspettiamo che chi di dovere prenda in considerazione la voce che arriva da quanti, aidonesi e non, pretendono il rispetto di un bene che finora aveva mantenuto intatta la sua bellezza. Ai soliti benaltristi diciamo che è necessario l’impegno di tutti nel fare pressioni perché il sito nella sua interezza venga reso veramente fruibile a tutti, anche e soprattutto ai disabili e agli anziani. La petizione è indirizzata: – al Direttore del Museo Archeologico di Aidone e di Morgantina la Dott.ssa Laura Maniscalco – al Soprintendente ai BB Archeologici di Enna il dott. Salvatore Gueli – all’Assessore ai BB.CC e dell’Identità Siciliana, l’avv. Carlo Vermiglio e al Ministro dei Beni e le Attività Culturali l’On.le Dario Franceschini che giorno 3 febbraio sarà in visita ad Enna e magari potrebbe visitare il sito di Morgantina per rendersene conto di persona. Franca Ciantia

PETIZIONE SCALA 2Morgantina. Quella scala va rimossa! Successo della petizione popolare.

Una settimana fa il Movimento civico “Noi Aidone” ha lanciato la petizione popolare online per la rimozione della scala di ferro e orsogril (la rete elettrosaldata) installata nell’agorà di Morgantina. Ben settecento persone l’hanno già firmato e tra loro ci sono, non solo cittadini aidonesi, ma estimatori del nostro grande sito da varie parti di Italia e del Mondo, tra di loro anche professionisti nell’ambito dei Beni Culturali. Alla scadenza della prima settimana le oltre settecento firme sono state inviate alle autorità cui era indirizzata la petizione (al Soprintendente ai BB. CC. di Enna, al Direttore del Museo Archeologico di Aidone e di Morgantina, all’Assessore ai BB.CC e all’Identità Siciliana, al Ministro dei Beni e le Attività Culturali, e per conoscenza al Presidente Consiglio Superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici, al Direttore del Centro per la Progettazione e il Restauro e al Dirigente Generale dei B.B. C.C. dell’Identità siciliana). La petizione continua online e sicuramente molti, man mano che ne stanno venendo a conoscenza, vorranno firmarla. La risposta della gente è stata forte e convinta, c’è stato anche qualche breve intervento sugli organi di stampa, e un lungo comunicato stampa -che si può leggere qui in calce integralmente- della dottoressa Laura Maniscalco che spiega le motivazioni del manufatto e nel contempo, in qualche modo, prende le distanze dal progetto e dalla sua realizzazione. Intanto, in primis, dal momento che l’opera non è stata ancora completata, dovrebbe essere severamente interdetta al pubblico; nelle condizioni in cui si trova, in questo momento, costituisce un rischio maggiore della salita impervia che i turisti sono soliti percorrere. Tra le motivazioni si afferma che oltre alla pericolosità dell’accesso erano a rischio i pavimenti della casa del Capitello dorico o del Saluto. È vero che si risparmia a quei pavimenti il logorio di qualche migliaio di piedi, ma il visitatore si perde la Casa più interessante, la più completa per comprendere le architetture e le tecniche costruttive in età ellenistiche, si perde tra l’altro la vista del piccolo ambiente dove troneggia la scritta EYEXEI, che nel tempo è diventata il simbolo stesso di Morgantina. È giusto salvaguardare i pavimenti in cocciopesto di questa casa ma è urgente pure liberare dall’erba, che infesta Morgantina in tutte le sue parti e in ogni stagione, i pavimenti della Casa Pappalardo completamente sepolti e quelli della Casa della Cisterna ad Arco sempre di più spaccati da ciuffi d’erba che spuntano ormai non solo dagli angoli ma addirittura al centro degli ambienti. Per non parlare delle Plateiai A e B, dove  l’erba regna sovrana e rende scivolosa la discesa, dello stoà nord dove penzolano in bella vista, sui bassi muretti,dei fili elettrici, mentre sulla strada si sprofonda nell’erba soffice come la neve.   Nella Casa Pappalardo, che è una delle case più grandi e ricche tra quelle della collina Ovest, nel corso di questi ultimi interventi (di cui faceva parte la scala) sono stati restaurati e riparati con una copertura i mosaici di un solo ambiente, ma tutto il resto è nell’incuria totale. Un altro intervento dello stesso genere è stato fatto in un ambiente della Casa detta dei Capitelli Tuscanici; si sono rinforzate le due tettoie della Fontana dell’agorà e si è posta una copertura sull’altare di Hestia, scoperto qualche anno fa negli ambienti dello stoa Nord. Nonostante questi 6/7 interventi effettuati in questi mesi, le condizioni di Morgantina, quanto a sicurezza e tutela, ormai sono disastrose e meriterebbero un’attenzione continua e strutturale che non si può risolvere in interventi episodici e decontestualizzati; l’ampiezza del sito e la carenza endemica di risorse finanziarie, umane e materiali non può continuare ad essere invocata per giustificare lo stato di degrado e di abbandono in cui il sito ormai è lasciato. Tornando alla scala, vista direttamente, si può affermare che è più brutta e più inutile di quanto non sembrasse dalle foto e non è una questione di prospettiva. Dall’agorà superiore, esattamente dallo Stoà est, si percorre un viottolo in direzione sud, qui si incontra la rima rampa di tre gradini che porta al di sopra del cosiddetto Pritaneion. Da qui comincia la scala di oltre sessanta gradini e una decina di pianerottoli in orsogril, che ti disorienta e nella discesa ti procura anche le vertigini. Il lavoro sembra ancora in progress, sui pilastrini delle inferriate ci sono degli anelli attraverso cui verrà fatto passare cosa qualcosa: una rete, delle cordicelle, delle aste? Per fortuna questa non è stagione di visite scolastiche! Finisci la salita e sei già sul vialetto superiore difronte alla casa Papola, dove dovrebbe trovare posto un luogo di ristoro e i bagni. Vai verso la casa di Ganimede dove i mosaici superstiti dell’ultima stanza, mai coperta, sono minacciati dall’erba che cresce rigogliosa sulla soglia d’ingresso. Nello stesso edificio due grandi ambienti retrostanti sono protetti da coperture che non lasciano vedere cosa proteggono, dal momento che quando hanno messo le nuove hanno tralasciato di togliere le vecchie, quindi dai vecchi tronchi di legno che le reggevano penzolano antichi pezzi di plexigass o altro materiale. Il cahier de doleances sarebbe infinito, è bene che lo facciano gli addetti ai lavori, noi profani non possiamo non far notare che prima di quella scala, se proprio non se ne poteva fare a meno e non c’era altra soluzione, ci sono altri cento piccoli interventi per mettere in sicurezza, segnalare, guidare, tutelare etc. Franca Ciantia

La nota della dottoressa Laura Maniscalco indirizzata agli organi di stampa: “In merito alla scala collocata lungo la collina est di Morgantina si fanno alcune brevi precisazioni. L’idea della scala è sorta a suo tempo sulla base di diverse considerazioni: 1) Inadeguatezza del percorso “naturale” che oltre ad essere molto impervio e poco sicuro per l’utenza finiva per portare il flusso dei visitatori all’interno dei vari ambienti delle abitazioni con conseguente continuo logorio dei pavimenti in coccio pesto. 2) Esigenza di mettere in sicurezza gli stessi visitatori. Si sono verificati diversi episodi di cadute e qualche anno fa c’è stato anche un caso di frattura di una caviglia. Inoltre nel primo tratto di ascesa (ancora sulla stoa est) vi è un vuoto (scarico idraulico) che è un potenziale pericolo soprattutto per bambini e adolescenti.  3) Maggiore funzionalità del percorso di visita che permette di salire avendo di volta in volta la visione delle abitazioni, della cittadella e dell’Etna con relativi pannelli esplicativi. Il precedente itinerario prevedeva una discesa impervia attraverso le strutture murarie ma questo viene evitato dalla scala che consente una discesa agevole in piena sicurezza, nonché una visione laterale di alcune delle strutture senza interferenze. 4) La presenza di un accesso rapido e sicuro alla collina apre la possibilità concreta (per altro prevista all’interno di altri progetti già inviati in Assessorato) di rendere quest’area visitabile anche di sera o di notte circostanza resa possibile dal fatto che abbiamo da poco istallato (su pali già esistenti) dei nuovi proiettori che illuminano questa parte di sito. 5) In un prossimo progetto è prevista la completa rifunzionalizzazione dell’ex casa di guardia (cosiddetta “casa Papola”) dove verranno attivati un piccolo punto di ristoro e i servizi igienici e che saranno facilmente raggiungibili proprio grazie al nuovo percorso. Considerato che soprattutto durante la stagione estiva le temperature sono spesso torride, l’eventuale soccorso fornito dai volontari che sosteranno presso casa Papola sarà molto più rapido grazie al nuovo percorso. Per quanto riguarda le notizie diffuse in merito a eventuali danneggiamenti a resti di età antica si precisa che i tirafondi della scala sono stati posizionati nel suolo, evitando così di danneggiare la roccia, dopo avere effettuato dei saggi preventivi sotto le direttive dall’archeologo incaricato che ha redatto come sempre il giornale di scavo. A quanto pare sono state diffuse foto con muri imbullonati (non si trattava di foto della scala né di muri di età antica) e altre informazioni non esatte. Nessuna struttura di età antica è stata manomessa o danneggiata. Il materiale previsto (orsogrill) è quello comunemente utilizzato nei siti archeologici per passerelle, scalette etc. Lo stesso materiale anzi è da molti anni presente nello stesso sito di Morgantina in altri settori. Precisato pertanto che non ci sono problemi di tipo prettamente archeologico, riportiamo il problema a quello che è cioè di impatto visivo accentuato magari dalla angolatura con la quale vengono inquadrati i gradini nelle foto che vengono diffuse. Le coperture e altri elementi comunemente inseriti in siti archeologici per la conservazione dei resti o per permettere una maggiore fruizione costituiscono da anni uno spinoso problema che non sempre è facile risolvere. Quale può essere la migliore soluzione  il vetro? il carbonio? l’alluminio anodizzato? il pvc-vinile? la pietra?, il legno? Se nei siti archeologici viene di preferenza usato l’orsogrill il motivo è dovuto proprio ad una serie di elementi come la leggerezza visiva, i bassi oneri di manutenzione e la sua resistenza anche al fuoco, pericolo costante in molti siti archeologici che non hanno la disponibilità economica di provvedere ad un continuo taglio dell’erba. Il grigliato inoltre permette anche di vedere attraverso il piano di calpestio. A questo punto considerato tutto questo, dipende esclusivamente dal progettista prima e dal direttore del lavori poi riuscire a rendere il manufatto il più leggero e meno impattante possibile con una serie di accorgimenti che riguardano la scelta del profilo, il colore delle parti da dipingere: infine sta alla ditta esecutrice effettuare il lavoro in modo conforme a quanto richiesto. Anche nel caso di un disegno lineare e schematico a volte la realizzazione può essere non del tutto felice, bisogna inoltre tenere presente che la normativa italiana sui lavori pubblici richiede che la ditta esecutrice debba rispondere in tutto e per tutto al direttore dei lavori e non al capo dell’istituzione nella quale l’opera ricade. Questo elemento è stato percepito come intrusivo ed impattante e certamente è intrusivo così come sono intrusivi tutti i percorsi o le scalette all’interno della Villa del Casale o nelle case a terrazza di Efeso e in numerosissimi siti archeologici. Quale pertanto la soluzione? Interventi che modificano e migliorano un manufatto sono sempre possibili e certamente verranno studiati anche in questo caso nell’ambito dei progetti che abbiamo presentato e che presenteremo. Inoltre, in merito ad un articolo apparso l’altro ieri sul Giornale di Sicilia si precisa che non è vero che il Sito chiude nel periodo di maggiore affluenza, non è vero che mancano i cartelli anzi quelli danneggiati sono stati sostituiti. Certamente è vero che il personale di custodia è numericamente insufficiente e questa circostanza è stata segnalata molte volte al Dipartimento. A differenza di molti musei siciliani il museo di Aidone è aperto 7 giorni su 7 con orario continuato. Le chiusure domenicali sono state limitate al minimo e solo nei momenti di bassa affluenza. Purtroppo il pensionamento di ben 3 custodi negli ultimi due mesi ha comportato dei grossi problemi visto che riduce un numero già insufficiente e sarà necessario rivedere gli orari di fruizione. Auguro a tutti un sereno 2016. Dott.ssa Laura Maniscalco

art.vivienna-raffiottaAidone.  Attacco all’agorà, a Morgantina ora ci si va con la scala. Soprintendenza? che la tolgano

Aidone. Hanno deciso di sferrare l’attacco all’agorà di Morgantina. Duemila anni fa, era tanto bella e magnifica che i Romani la risparmiarono nella loro furia iconoclasta contro tutto quello che c’era di greco in Sicilia. Cinquant’anni fa, quando venne dissepolta dagli americani, anche il re Gustavo di Svezia amava sedersi sulla scalinata monumentale dell’enorme piazza, mangiando pane e formaggio pecorino locale mentre ne godeva le perfette geometrie e l’incomparabile paesaggio. Nei libri di storia dell’architettura classica è ormai entrata come un mito, essendo la più grande agorà superstite di Sicilia; non solo, ma l’unico esempio completo del tipico spazio pubblico organizzato di una polis. E la comunità locale ogni anno, ad agosto, se ne fa teatro per la rievocazione storica dell’irripetibile modo di vivere di allora e il luogo è tanto magico che tutti, attori e turisti, si sentono antichi Greci.
Ora, qualcuno pare si sia stancato della sua inalterata bellezza e della forza di suggestione che se ne trae e ha ritenuto che è giunto il momento di cambiarle i connotati, non con la mano leggera della chirurgia plastica ma con quella dell’artiglieria pesante, sparandole con una cannonata di sferraglia un colpo al cuore. Non sappiamo i nomi e cognomi degli addetti alla batteria di fuoco, perchè la cannonata è stata sparata all’insaputa di tutti, fruitori ed aventi diritto all’informazione (la comunità scientifica che opera nel sito), senza il classico preavviso per mettersi al riparo e magari patteggiare con il nemico per un trattamento meno aggressivo. Però sappiamo che ogni intervento in un’area archeologica demaniale non può che provenire dall’autorità di tutela e non possiamo immaginare che la Soprintendenza di Enna ne sia completamente all’oscuro. E questo ci ferisce e un po’ ci indigna, perché cominciamo seriamente a dubitare che quell’istituzione assolva veramente al suo compito ben pagato che è quello di vigilare e conservare l’integrità sotto ogni aspetto dei nostri beni archeologici e monumentali.
Ma veniamo al fatto.
Lungo la dorsale della collina di levante che si affaccia sull’agorà, ed esattamente sulla millenaria stradina in acciottolato che collega la piazza a uno dei quartieri residenziali, è stata installata un’imponente scalinata in ferro, imbullonata sulle vecchie pietre per rendere, si ritiene, più agevole il percorso ai visitatori. Sino a ieri nessuno l’aveva ritenuta necessaria e tanto meno invocata: tutti erano felici e contenti di accedere ai quartieri alti mettendo i piedi dove per secoli li avevano messi Greci e Romani, assaporando la sensazione che il tempo si fosse fermato. Eppoi, se problemi di percorribilità c’erano per qualche piede malfermo sull’acciottolato, potevano essere risolti agevolmente con un restauro conservativo o con una protezione di tipo meno invasivo. Invece si è optato per la soluzione più pesante, di maggiore impatto visivo, di massima incongruenza con l’ambiente che l’ospita, di perfetta disarmonia con le linee delle architetture circostanti. Insomma un atto di violenza, un pugno nell’occhio, un pugno nell’ occhio di quanti da ora in poi visiteranno l’agorà di Morgantina pensando di immergersi in un contesto antico e naturale miracolosamente scampato alla distruzione, per trovarsi, invece, di fronte ad uno spettacolo di moderna archeologia industriale. Personalmente, quella scala non l’avremmo messa neppure sul nostro terrazzo e se l’ignoto architetto che costruì l’agorà l’ha in qualche modo vista dall’altro mondo, di certo si sta rivoltando nella tomba.
A questo punto, una domanda s’impone: che ci sta a fare una Soprintendenza in provincia di Enna se avvengono fatti del genere? Cosa ci sta a fare, per restare agli scandali più recenti, se il castello medievale di Lombardia viene restaurato a colpi di ruspa e se la chiesetta medievale di Kamut scompare da un giorno all’altro perché mancava un cartello indicatore? A chi toccherà al prossimo giro?
Non ho la risposta. Però di una cosa sono convinto: si stava meglio quando si stava peggio, quando ad amministrare il territorio di Enna era la Soprintendenza di Agrigento, erano i vari De Miro e Fiorentini che, pur fisicamente lontani, erano però custodi gelosi del territorio e prima di spostare una pietra volevano vederci chiaro. E se qualcuno la spostava senza il loro avallo, lo denunciavano. Ora siamo confusi, ora non ci capiamo più niente, non distinguiamo più gli amici dai nemici del nostro patrimonio. E in questa confusione che si trasforma in rabbia, un desiderio lo dobbiamo esprimere, per quanto cinico ed indecente. Le istituzioni della Provincia di Enna sono in via di smantellamento, ci resta molto poco ormai e sentiamo che è una questione di tempo, prima o poi saremo cancellati dalla geografia del Potere. Anche perché siamo rimasti in pochi a resistere sui nostri amati ed affamati altipiani e per sopravvivere non sappiamo più cosa inventarci. Siamo un vuoto a perdere e per il nostro patrimonio artistico, sul quale molto abbiamo scommesso, non ci resta che piangere sui magri risultati.
Ed allora, se ciò che rappresenta il Potere dello Stato deve scomparire dal nostro territorio, che ci tolgano tanto per cominciare, anzi per continuare, la Soprintendenza e ci passino direttamente sotto tutela del Ministero di Roma, perché anche di Palermo non ci fidiamo più. SILVIO RAFFIOTTA

articolo-petizione_Lasicilia-19.01le foto di questa galleria ci mostrano nella prima parte alcuni articoli pubblicati in questi giorni e soprattutto alcuni degli esempi di degrado in cui versa il sito!

Comune di Aidone: acque agitate o pantano? Le mozioni approvate e le delibere mai fatte. Nuovo giro nel valzer degli assessori.

10.02.2015Il movimento “Noi Aidone”, gruppo di opposizione nel Consiglio comunale di Aidone, ha presentato in Consiglio le ennesime mozioni per indurre l’amministrazione ad attenzionare tematiche di interesse generale per tutta la comunità e scadenze che sembrano non suscitare l’adeguata considerazione di chi deve governare la cosa pubblica. Come in tutti gli altri casi, sono state approvate all’unanimità ma, piuttosto che inorgoglirsi del risultato, come ha fatto rilevare il consigliere Curia nel corso dell’ultimo consiglio, la si vive ormai come una frustrazione e una presa in giro. Infatti nessuna delle mozioni finora approvate è stata seguita da una atto deliberativo che rendesse esecutivo il voto unanime del Consiglio. Si deve pensare che l’amministrazione di sinistra li approvi perchè non può non condividere tutte le proposte di buon senso che riguardano la vita, la salute e le tasche della gente, ma, fatta la bella figura, per interesse o per insipienza o per indifferenza le rende vane non facendo seguire le relative delibere. Così dovrebbero provare a spiegare alla gente che l’IMU agricola, la cui mozione per l’azzeramento fu approvata all’unanimità sotto l’incalzare di un’aula strepitante e di una maggioranza spaccata inesorabilmente, deve essere pagata lo stesso per il 2015 e almeno fino a che Renzi, come promesso, l’avrà eliminata definitivamente.

Le ultime due mozioni, in ordine di tempo, sono: a) la richiesta di dichiarare Aidone “comune denuclearizzato”, allo scopo di vietare nel territorio comunale l’installazione di centrali nucleari e di siti di stoccaggio, anche di quelli temporanei, la cui ubicazione nelle nostre miniere non è per niente improbabile.  È un passo che hanno già formalizzato Regalbuto, Valguarnera, Nicosia, Troina e Agira, quest’ultimo comune è forse quello più direttamente interessato nella Carta delle redatta da ISPRA. Aidone arriverebbe buona ultima a deliberare, ma non è mai troppo tardi per una battaglia di civiltà e per porre attenzione alla salute pubblica anche nella lunga prospettiva. È stata approvata all’unanimità anche se il sindaco asserisce che forse esiste già un atto in tal senso, ma nessuno ha trovato il tempo di cercarlo ed esibirlo. b) La seconda mozione, con carattere d’urgenza, sollecita la redazione del “piano comunale amianto”, onde procedere al censimento dei manufatti e dei rifiuti di amianto, presenti nel territorio comunale e potere accedere ai contributi, facendo risparmiare ai cittadini il costo dello smaltimento, e pianificare le conseguenti operazioni di bonifica. Il piano dovrebbe essere presentato entro l’anno in ottemperanza alla circolare Assessoriale del luglio scorso.  È una questione annosissima che si trascina da 1992 e per la quale l’Italia è stata più volte ripresa e condannata; ora finalmente sembra che anche per la Regione Sicilia sia arrivata il momento della svolta, anche grazie ai notevoli contributi europei cui si potrà attingere.

Lo strumento della mozione, che dovrebbe impegnare l’amministrazione a mettere in atto azioni conseguenti, è usato frequentemente dall’opposizione.

panorama_sangiacomoNegli ultimi mesi si sono succedute la mozione per l’azzeramento   dell’IMU agricola, quella per supportare i lavoratori forestali che, dopo la sospensione, rischiano la fine del loro lavoro -una risorsa che il paese non può permettersi di perdere-, quella per evitare il depotenziamento dell’Ospedale Chiello di Piazza Armerina e penultima quella per la gestione in forma diretta e pubblica del servizio idrico.

Tutte queste mozioni sono state approvate all’unanimità da maggioranza ed opposizione… anche se, la definizione di maggioranza che governa e minoranza che si oppone  ha ormai  poco senso, visto che  da mesi (esattamente da giugno http://www.vivienna.it/2015/06/17/aidone-lacchiana-fa-un-anno-e-festeggia-con-uno-strike-quasi-strike/ ) la spaccatura è evidente e certificata, in tutte le votazioni il risultato è: 8 a 7 per l’opposizione, formata, oltre che dai cinque consiglieri del gruppo “Noi Aidone”, dai tre consiglieri che si sono dissociati dalla coalizione vincitrice alle elezioni (il presidente del Consiglio Chiarenza, il vicepresidente Randazzo e la consigliera Viviana Calcagno).  È una situazione in punta di fioretto dove ancora i contendenti si studiano in attesa di infliggere una vera stoccata, e chissà che non avvenga quando al consiglio saranno affrontati i temi caldi del bilancio; già in quest’ultimo consiglio il rendiconto finanziario è stato approvato con l’uscita dall’aula dei consiglieri del gruppo Noi Aidone e con il voto negativo dei tre fuorusciti; su nove consiglieri lo hanno approvato in sei, sei su quattordici presenti!  Certo è una situazione paradossale, o magari no per Aidone che ha visto il sindaco precedente amministrare senza maggioranza per quattro dei cinque anni… La spaccatura appare ormai insanabile.

gli acroliti delle dee

gli acroliti delle dee

Intanto il sindaco Lacchiana continua a compiacersi del viaggio, dell’esposizione e del ritorno degli Acroliti come di un gran successo personale, che ha portato e porterà orde di turisti in Aidone da tutto il mondo,  al punto che le protagoniste di questa trasferta all’EXPO sono state premiate con l’assegnazione liberale e  unilaterale (vista la defezione della maggioranza dei consiglieri alla cerimonia) della cittadinanza onoraria  alla Dott.ssa Enza Cilia, alla stilista Marella Ferrera, all’Arch. Maria Laura Galvano, alla Dott.ssa Linda Vancheri, la prof.ssa Flavia Ziza). Si è celebrata una festa per il ritorno con l’inaugurazione, work in progress, del centro multifunzionale e punto informativo “Rocca di Cerere  Factory”, i cui locali sono stati graziosamente messi a disposizione dal Comune al GAL Rocca di Cerere, con una procedura non ben chiara, né chiarita nel corso della mozione presentata del nuovo gruppo consiliare.  E continuano rimpasti e rimpastini, dimissioni vere o fasulle e change des dames. Le  dimissioni della dott.ssa Carla Calcagno hanno permesso l’ingresso di un fedelissimo del sindaco, il cons. Donato; l’UDC ha messo finalmente a punto il colpo, a lungo inseguito, della vicepresidenza, la consigliera Zagara Palermo, insieme alla funzione vicaria, assume le deleghe assegnate alla ex assessore dell’area UDC, Giuliana Venezia (Cultura -Sport – Spettacolo e Pubblica Istruzione – Biblioteca- Promozione Turistica del territorio); la ormai ex vicesindaco Serena Schillirò è retrocessa al rango di assessore mantenedo le deleghe  che le erano state precedentemente assegnate (Rapporti con Enti ed Istituzioni; Personale – Bilancio- Tributi- Fondi Comunitari- Sviluppo economico  e Attività produttive- Politiche del Lavoro, Agricoltura e Sviluppo locale;  Protezione Civile); le dimissioni del Consigliere Mendola, per assumere l’incarico di assessore al posto del dimissionario Mascara, hanno permesso il rientro di un consigliere storico Carmelo Lombardo che, fin dal primo istante, è diventato lo speaker ufficiale della residua maggioranza…

 

 

Morgantina. Turismo a perdere!

(Distretto) Morgantina. Turismo a perdere!

8POzC9TdMIYwK96c-pPBFMVitVdAfzCmp6dJqMYVRF0Presi dall’entusiasmo suscitato dalla presenza di Morgantina e il Museo di Aidone nella piccola élite dei siti che hanno accolto l’invito dell’assessore Purpura a prolungare l’apertura serale, ai più è sfuggito il costo che questa iniziativa ha comportato per Morgantina. Lo hanno potuto constatare per primi i malcapitati turisti che si sono avventurati nelle ore antimeridiane a Morgantina e hanno trovato i cancelli chiusi; il colmo, poi, lo hanno vissuto quelli in possesso del biglietto cumulativo acquistato alla Villa Romana di Piazza Armerina, dove evidentemente non erano stati avvisati sugli orari aggiornati. Così tutti ci siamo resi conto del costo dell’operazione visibilità: in un colpo è stata cancellata, non solo per il mese di agosto ma per tutto settembre, l’apertura mattutina: il sito di Morgantina è visitabile tutti i giorni dalle 14 alle 19 e dal venerdì alla domenica dalle 14 alle 22. Per fortuna l’orario del Museo non è stato toccato, l’ingresso è sempre alle 9:00, la chiusura è stata prolungata fino alle 21:00.

Foto venere ritagliata120Nell’intenzione dell’Assessore Regionale e del suo direttore generale Pennino c’è la volontà di intercettare i picchi estivi del turismo e far convergere sui beni culturali anche quei turisti attratti solo dal mare e dal clima siculo, ma come sempre si fanno le nozze con i fichi secchi e questa regola è aurea per Morgantina. Dal momento che il personale è sempre quello, se vuoi aprire la sera chiudi il mattino! Ma il conto non torna: si aggiungono 9 ore serali (venerdì-domenica dalle 19 alle 22) e se ne eliminano 35 antimeridiani (lunedì-domenica dalle 9 alle 14!). Questo in primis.  In secundis: il sito di Morgantina è logisticamente preparato ad accogliere i visitatori in notturna, sono stati fatti degli adeguamenti negli itinerari, nella illuminazione, nella messa in sicurezza? Prima di confermare questi orari per il mese di settembre, la direzione del Museo dovrebbe rendere pubblici i risultati dell’esperimento (dati sul numero dei visitatori serali e, statisticamente, numero dei visitatori persi la mattina) e valutare di conseguenza se sia il caso di continuare. Ma a pensar male si fa sempre bene e, memori di quanto accaduto l’anno scorso e dell’impossibilità di fare fronte all’apertura continuativa con il contingentamento degli straordinari imposto dalla Regione, tutta l’operazione sa quasi da aperitivo per affrontare il piatto indigesto che si sta preparando!  Naturalmente sulla questione si registra un assordante silenzio da tutte le parti: l’Amministrazione comunale ha chiesto conto della opportunità e dell’utilità di questa fruizione notturna e soprattutto della chiusura mattutina? Non se ne hanno notizie, intanto il sindaco continua a fare la spola tra Aidone e l’EXPO, accompagnando le migliaia di turisti che da tutto il mondo, dopo avere visto gli Acroliti nella Piazzetta Italia, si precipitano a visitare Aidone, il Museo archeologico, Morgantina! La questione è stata sollevata da qualche “volontario” su Facebook, senza ricevere grande risalto, gli aidonesi parlano tanto, ma quando si tratta di lasciare traccia della propria opinione, e quella di FB sta diventando una vera firma, preferiscono non esporsi, non disturbare i manovratori, temendo chissà quali ritorsioni…

L’altro grande assente è il Distretto Turistico dea di Morgantina. A quanto pare non può occuparsi di problemi di bassa organizzazione quotidiana, impegnato com’è a spendere il grosso malloppo  (solo 732.000 euro) dei fondi comunitari nei quattro fumosi progetti di lancio turistico;*P l’ultimo in ordine di tempo è il progetto di Promo-commercializzazione nel mercato internazionale con tre paesi “target” -Regno Unito, Germania e Russia- che è stato avviato in questi giorni; il ciclo di workshop rivolti a operatori economici e dell’informazione, è partito da Londra, continuerà a Mosca e poi a Francoforte. Lanciamo nel mercato internazionale (non s’è capito perché questi tre paesi, trascurando i paesi arabi, la Cina, gli USA…, magari sperano che siano oggetto di un prossimo progetto!) una mega offerta turistica per portare i turisti in provincia, ma per quali strade, in quali strutture, con quali accessi? A settembre 60 operatori -tra tour operator, buyers, giornalisti, agenti di viaggio-, europei e non, arriveranno sul territorio per visitarlo, studiare itinerari, godere dei beni culturali ed ambientali del distretto, cosa troveranno? La guida d’eccezione è nientepopodimeno che un racconto di Camilleri***, che ad Enna visse per un paio d’anni tra il 1946 e il 1948: visto che il brand tira, ci accodiamo anche noi, così anche Enna entra negli itinerari dello scrittore agrigentino che ha fatto la fortuna di Modica, Scicli e Ragusa, non si sa mai!

morgantina-turismoaperderel’articolo su Vivienna

 

 

 

 

 

 

* tra i progetti c’è quello del sito “Guide d’autore” ( www.ennaguidedautore.it/ in italiano ed in inglese, in via di allestimento, fornito anche di una applicazione mobile ) realizzato dall’Associazione Civita, che non promette granchè se resta com’è: lentissimo!

 Comunicato Stampa dell’avvio del progetto di promocommercializzazione

**   Dei 4 progetti approvati quale sarà il primo a partire
Al via il progetto di promocommercializzazione per il Distretto di Morgantina volto all’incremento dell’incoming turistico a carattere internazionale.
 Realizzazione di attività di comunicazione nei Paesi target
Il progetto mira alla diffusione del territorio come alternativa alla Sicilia classica e comunemente conosciuta.  Target: operatori turistici UK, Russia e Germania/ principali stakeholder e giornalisti . Attraverso un percorso emotivo ed enogastronomico verrà presentato il Distretto e il territorio di Enna con le ricchezze dell’entroterra Siciliano e le ricchezze naturali ed enogastronomiche, affinché la destinazione diventi oggetto dei molteplici pacchetti turistici proposti dagli operatori esteri. 
Ideazione e realizzazione di materiale promo-pubblicitario

Il progetto di promo-commercializzazione in partenza questa sera a Londra cosa prevede? Come si svilupperà?

Workshop presso le sedi ENIT
Le attività di promo-commercializzazione nei paesi target, Germania, Russia e Inghilterra, prevedono l’organizzazione di un ciclo di workshop rivolti esclusivamente a operatori economici/buyer e giornalisti/blogger esteri. Le attività di workshop, da effettuarsi nelle differenti sedi dell’ENIT presenti in ciascuno dei tre paesi target (Londra, Francoforte e Mosca), verranno realizzate perseguendo i seguenti obiettivi: Implementare, presso i possibili buyer esteri, la conoscenza delle innumerevoli risorse culturali, naturalistiche, enogastronomiche e artigianali che il Distretto Turistico offre. Presentare, agli operatori internazionali, in forma esperienziale e incisiva i servizi e le strutture presenti sul territorio distrettuale. Aumentare il flusso di turisti in arrivo presso le aree del distretto, diversificandone i target e distribuendone i flussi in tutte le stagioni dell’anno. Valorizzare l’offerta e incuriosire i buyer verso quelle mete, soprattutto dell’entroterra, che attualmente risultano meno fruite. Sarà quindi indispensabile presentare al meglio gli itinerari ipotizzati dal Distretto e dare visibilità alle innumerevoli e importanti manifestazioni ed eventi che contraddistinguono il territorio.
Ecco di seguito il calendario degli incontri: London / 26th August 2015 /From  18.30 to  21.00 /*****The Homage Bar at Waldorf – The Waldorf Hilton- Aldwych.London.WC2B 4DD
 Frankfurt /02nd September 2015/From  18.30 to  21.00- *****Enit Room-Barckhausstr. 10 Aldwych-60325 Frankfurt am Main
 Mosca /31th  August 2015/***** Enit Room
60 operatori europei e non arriveranno sul territorio, cosa faranno? Dettaglio del programma e delle provenienze
I destinatari degli educational educational tour – press & influencers trip sono suddivisi in due macro-gruppi: –          Buyers – Tour operator e/o  agenti di viaggio operanti nei paesi target; –          Giornalisti, redattori,  autori,  blogger,  troupe  televisive paesi target
Date: 8 -11 Settembre 2015 – Il gruppo: 60 tra operatori e stampa:                  20 UK –                  20 Russia –                  20 Germania
Il progetto
L’idea progettuale che guiderà la creazione degli itinerari non è solo quella di realizzare un semplice itinerario turistico ma una vera e propria rete organizzata di imprese, enti ed istituzioni in grado di portare il territorio ed i suoi elementi distintivi (risorse ambientali, culturali, ecc.) a competere sui mercati globali, realizzando un progetto integrato del territorio e presentando e promuovendo i diversi soggetti coinvolti pubblici (Enti, Associazioni, ecc.) e privati (strutture ricettive, aziende agro-alimentari, ristoranti, botteghe di artigianato, ecc.) attraverso un’unica immagine.
Il programma di massima
Quattro giorni destinati alle bellezze turistiche e alle eccellenze produttive e turistiche del territorio. Un tour nel Distretto Turistico “Dea di Morgantina” luogo caratterizzato dalle bellezze architettoniche di Piazza Armerina, con le sue ville già patrimonio dell’UNESCO, dall’antica polis dell’area archeologica di Morgantina, passando attraverso i paesaggi tipici della zona, dal lago Pergusa alla Riserva Naturale Rossomanno, per giungere ad Enna, luogo in cui visse per diversi anni Andrea Camilleri, fenomeno letterario davvero unico e inimitabile diventato autore best-seller con il suo commissario Salvo Montalbano. Spazio anche alle eccellenze produttive del territorio con visite mirate ad alcuni dei principali produttori enogastronomici locali.

Il racconto di Cammilleri

*** Discovering the Tourist District “Goddess of Morgantina”

La Sicilia luogo incantato di profumi, colori e aromi che vi rapiranno per sempre, luogo di letteratura e storia lungo le tracce del commissario Montalbano e dello scrittore Andrea Camilleri
Londra incontra il magico territorio della Sicilia
Londra, 26 agosto 2015 -Tutta la bellezza del Distretto Turistico “Dea di Morgantina”, piccola gemma racchiusa nella Provincia di Enna, nel cuore dell’isola di Sicilia, incanterà Londra per una serata speciale dedicata alla presentazione della Provincia di Enna, in un viaggio tra tradizioni, culture e cibi tipici del noto Distretto e dell’intera regione.  Il Distretto Turistico “Dea di Morgantina” luogo caratterizzato dalle bellezze architettoniche di Piazza Armerina, con le sue ville già patrimonio dell’UNESCO, dall’antica polis dell’area archeologica di Morgantina, passando attraverso i paesaggi tipici della zona, dal lago Pergusa alla Riserva Naturale Rossomanno, per giungere ad Enna, luogo in cui visse per diversi anni Andrea Camilleri, fenomeno letterario davvero unico e inimitabile diventato autore best-seller con il suo commissario Salvo Montalbano.  Un successo da oltre 30 milioni di copie con titoli tradotti in tutto il mondo, che non fanno in tempo ad uscire ed entrano in testa alle classifiche dei più venduti, piacendo in Italia, all’estero e a lettori di tutte le età.
In quei due anni ennesi, proprio in quelle due stanzette, credo di essermi formato come scrittore”.
Questo il legame tra Andrea Camilleri ed Enna come lui stesso racconta nel documentario RAI Educational “Il luogo, la memoria”, dove lo scrittore narra in prima persona, alcuni episodi della sua vita e della sua Sicilia, in particolare gli anni dell’adolescenza trascorsi ad Enna, quando sente nascere il desiderio di scrivere.
 Di seguito il testo del racconto dello scrittore:
 “Ho vissuto ad Enna tra il ’46 e il ’48. Avevo 21 anni. Dal Belvedere guardavo i paesi vicini e nello stesso tempo lontani, i laghetti, i boschi, ora azzurri ora bianchi, a seconda della neve. Il paesaggio si poteva trasformare in mare, solo se si voleva. E questo pensiero mi consolò. L’aereo  passava sopra di noi. Io guardavo in alto e invece un uomo vicino a me guardava in basso e mi disse  “guardi che vola in basso.” Lui si chiamava Franco Cannarozzo e diventammo amici.  
Il nemico feroce di Enna si chiama freddo.
Passavo molto tempo a letto, con il passamontagna. Ascoltavo musica jazz e scrivevo poesie. Il mio brano preferito si chiamava “Sweet Georgia Browns”. E così trascorrevo i miei giorni. Avevo degli amici, Franco Enna, Salvatore Pasqua, Arnoldo Farina. Quest’ultimo era in grado di mangiare venti paste alla crema in una sola  giornata. Un giorno avvenne il miracolo, durante una mia passeggiata, mi imbattei nella biblioteca comunale, vi entrai: non c’era nessuno. Solo delle stufe e tanti libri. Un uomo mi chiese con distacco: “Desidera?” E io risposi laconico: “Nulla volevo guardare”
 Allora si presentò: “Sono l’avvocato Fontanazza, il direttore”.  Da quel giorno in biblioteca ci andai volentieri anche per il tepore che emanavano le stufe. Fontanazza lesse le mie poesie e  mi conquistai la sua fiducia. Mi apri’ le porte del tesoro: due stanze con i lasciti non schedati di Lanza e Savarese. Io in quelle due stanze mi persi e lì mi formai come scrittore. L’avvocato continuava a leggere i miei racconti e le mie poesie e continuava a rimproverarmi per i troppi errori di battitura. Nel 1947 vinsi il premio Firenze con una commedia. Poi mi trasferii a Serradifalco. Lì vivevo conoscendo luoghi e persone cominciai a percepire la memoria degli stessi luoghi, a intravedere le radici e mi insinuava il sospetto che il mare erodeva la memoria. Forse per questo i miti resistono alla Storia, solo perché vivono al centro dell’Isola. 
A Pergusa, dalle lacrime di Cerere nasceva il lago e si dava corso al ciclo della vita e della morte. Anche alle miniere di zolfo sono legati miti e leggende. I Siciliani vi hanno trascorso gran parte della loro esistenza. I sopravvissuti portavano il marchio del lavoro: nei polmoni o nella cassa toracica storpiata dall’eccesso di peso. La continua presenza della morte è un lascito della dominazione spagnola. Il senso della morte è un elemento connaturato di Siciliani. Il suo pensiero aiuta a vivere. La religiosità cade spesso in superstizione e trova il suo acume nel lutto religioso, con le rappresentazioni legate alla settimana santa ad Enna.
Le confraternite sono un unisono di sentimenti, una unione fraterna. Ma il cappuccio dei confrati in realtà isola l’individuo da quello che gli sta accanto, così il dolore è singolo.
Ogni Siciliano è un’isola nell’isola. Pertanto non direi sicilitudine, ma isolitudine. A Serradifalco vivevo la smania del viaggio. Prendevo il treno e vagavo per Enna, Calascibetta, Pietraperzia, come un viaggiatore incantato da una Sicilia sconosciuta e ogni paese, come Rosario nel libro di Vittorini, mi sembrava la più bella cittadina che vedevo, fino a che non mi recavo in un altro paese che mi sembrava ancora più bello ancora. Il mio ricordo vaga ad uno zio generale, patito di fumo, braccato un giorno dai tedeschi che minarono il suo nascondiglio. A quel punto dalle tegole si misero a piovere sigarette… Quanti pensieri legati alla guerra. Poi con lo sbarco degli Alleati cambiò tutto. Libertà e democrazia sono legate alle conquiste interiori. Cominciarono le migrazioni negli Usa. Troppi morti qui nelle miniere. I patti agrari soffocarono nel sangue. Il connubio tra mafia, banditismo, destra agraria portò alla strage di Portella della ginestra. E in questo contesto ecco l’elemento femminile che si sacrifica per l’uomo cui ubbidisce sempre.  Quante volte l’uomo siciliano non si è meritato la devozione della donna! Non ho mai creduto alla sottomissione del gentil sesso. L’esempio era mio nonno che commercializzava in zolfo, un uomo autoritario e potente, ma di notte sempre mite ai consigli della moglie. Le raccontava dei suoi affari e le chiedeva: “E tu che ne pensi Elvirù?”. A bassa voce. Non doveva  farlo sentire alla famiglia, altrimenti il gioco delle parti veniva smascherato. Eppure la mattina successiva scendeva nel suo ufficio e dava dimostrazione di avere preso decisioni importanti durante la notte che portava consiglio.
 Dopo svariati anni tornai ad Enna come assistente del regista Orazio Costa. A teatro Garibaldi il pubblico era gelido, e proprio lì  si ballava  a Carnevale, dai palchi come un festone, lunghi fili di salsiccia si snodavano, caratterizzando serate indimenticabili. Il mio ricordo è un  teatro pantagurelico. 
 La  Sicilia… che dire di questa isola? Che cambierà. Che la sottomissione al potente sarà cancellata. Che cambierà senza perdere la sua variegata identità e gli occhi delle ragazze non saranno più velati dalla malinconia”.

 

 

Aidone. Lacchiana. Fa un anno e festeggia con uno strike…quasi strike! Azzerata l’IMU agricola su mozione della minoranza

E’ necessaria una premessa al testo sotto riportato, pubblicato su  Vivienna.it  Già da giorni programmavo di scrivere qualcosa sull’attività di governo di questa amministrazione ad un anno dalle elezioni, ma gli eventi hanno impresso una inaspettata (o quasi) accelerazione: invece di dovere descrivere il pochissimo fatto e il tanto millantato, le supertasse imposte ai cittadini a fronte di una incapacità o mancanza di volontà di riduzione della spesa, mi sono trovata a fotografare la fine della maggioranza, lo sfascio indecoroso della compagine amministrativa, le beghe personali, gli interessi di parte assurti a pratica di governo.  Hanno fatto tutto da soli; alla minoranza e alla cittadinanza è toccato semplicemente prendere atto, ufficialmente in Consiglio Comunale, della spaccatura di cui ormai si parlava in tutte le sedi da qualche mese! Le accuse di inefficienza se li sono lanciati tra di loro e chi poteva dissentire quando provenivano dall’interno? Il tutto certificato davanti al pubblico numeroso, come mai s’era visto al Consiglio, attratto dalla mozione in discussione** (il testo della mozione dell’opposizione); si trattava in maggioranza di agricoltori o proprietari terrieri che si vedono vessati dall’ennesima  tassa, un odioso balzello che certo non aiuta l’attività economica prevalente del nostro territorio, nè quei proprietari che, curando i fondi anche se improduttivi, contribuiscono al mantenimento dell’equilibrio idrogeologico e alla prevenzione degli incendi  frequentissimi nel nostro territorio.

Umanamente dovrei essere contenta di questa debacle, che non è giunta inaspettata ma era insita nel tipo di coalizione  che Lacchiana aveva dovuto mettere insieme per vincere. Era proprio questo il motivo che, nella formazione della nostra lista (NOI AIDONE) e nella campagna elettorale, ci aveva spinto a non cercare e non accettare alcun tipo di compromesso, di patto, di apparentamento di interesse. L’esperienza di tutte le amministrazioni che si sono succedute dal 1993, da quando cioè esiste la legge di elezione diretta dei sindaci,  ci aveva insegnato che la luna di miele tra i viaggiatori male assortiti di questi barconi , in cui ciascuno rema dalla sua parte, dura pochi mesi: non c’è stato finora un solo sindaco che sia arrivato alla fine del mandato  con la stessa maggioranza con la quale è stato eletto.  Ma sinceramente (come ama dire sempre il nostro sindaco), mi dispiace per il finale tragico che si è consumato ieri sera. Non è stato un bel vedere, ma soprattutto è un’altra ferita alla salute del paese già così compromessa: una situazione che non lascia presagire nulla di buono. Cosa può venire da una situazione economica sull’orlo del dissesto, dalla mancanza di progettualità, dalla sfiducia nel futuro dei giovani e meno giovani costretti ad emigrare al nord o all’estero, da un degrado ambientale quasi insostenibile… ???

Aidone. Lacchiana. Fa un anno e festeggia con uno strike…quasi strike! Azzerata l’IMU agricola su mozione della minoranza

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“Stasera si è certificata in consiglio comunale la fine della maggioranza di Lacchiana ad appena un anno dall’insediamento in pompa magna e con una maggioranza bulgara (quanto le concedeva il premio di maggioranza: dieci consiglieri su quindici); nello stesso consesso si è assistito ad uno spettacolo penoso, al volare degli stracci e alla fine triste e ingloriosa di quello che era stato celebrato come il “cambio di verso” della storia di Aidone. La presenza massiccia di giovani e giovanissimi non ha prodotto l’auspicato cambio della mentalità e del sistema clientelare e familiare che aveva imperato per anni, ma, se possibile, la situazione è pure peggiorata.

Per quasi un’anno, come bravi soldatini, allineati e coperti, hanno approvato la qualunque, dalle esose aliquote che, tra TASI, IMU, TARES, hanno prosciugato le tasche dei soliti che le tasse le pagano, all’aumento della spesa pubblica con l’assunzione di un dirigente e di un esperto! Sempre zitti un po’ per convinzione e un po’ per convenienza! Poi qualcosa si è spezzata nel rapporto di fiducia assoluta nel capo; non è il caso di riportare qui le chiacchiere da bar, i rumores da corridoio, che da qualche mese ormai circolano a ruota libera, spesso fatte trapelare ad arte. Quello che è palese è quanto accaduto nel consiglio comunale convocato il 16 giugno per discutere la mozione della minoranza che proponeva l’azzeramento dell’IMU Agricola. L’opposizione non ha avuto bisogno di difendere la propria mozione, cinque consiglieri di maggioranza compreso il presidente del consiglio Chiarenza, hanno adottato senza riserva la proposta dell’opposizione; i rimanenti hanno evocato in aula lo spettro che segnò la spaccatura nell’era Gangi, i partiti e le loro pretese (già perché quando si fanno le liste i gruppi e gruppuscoli, comunque si chiamino sono fondamentali, poi al dunque, nella spartizione della torta, non sono più di peso, devono accontentarsi delle briciole, sacrificarsi sull’altare della Politica!). I partiti! L’UDC, rappresentato dal tandem Palermo-Albergo, hanno presentato un fumoso documento in cui, da una parte solidarizzano con il “populismo” di quanti  avevano già abbracciato l’azzeramento dell’IMU, dall’altra impegnano (?) consiglio, Sindaco e Giunta a ridurre la pressione fiscale (“la tassazione che grava in Aidone è iniqua e devastante, l’Imu agricola è intollerabile” viene da chiedersi chi erano quelli che nel consiglio del 7 novembre 2014 approvavano convintamente le nuove tariffe, forse i loro ologrammi?). L’altro, il partito del sindaco, il PD, rimasto in tre o forse quattro (una giovanissima consigliera si è persa nei meandri del palazzo comunale!), perso ormai ogni controllo, giustamente preoccupati del buco di bilancio, continuavano a chiedere agli ex compagni di imporre almeno l’aliquota minima corrispondente al 4.6 per mille. Fuori tempo massimo! Intanto la cittadinanza, mai così numerosa e rumorosa, ha appreso per bocca della portavoce dell’ex maggioranza, la dott.ssa Calcagno, che questa amministrazione è del tutto allineata al partito nazionale delle tasse, che non ha fatto nulla per diminuire la spesa pubblica, per controllare la scandalosa evasione, e che in pratica ha semplicemente sprecato un anno! Il sindaco ha avuto difficoltà a raccogliere i cocci di questa deflagrazione, non gli è rimasto altro che constatare che intorno alla mozione di minoranza si era formata una nuova maggioranza e che questa non era certamente la sua! Non gli è rimasto altro che minacciare il dissesto, dal momento che, senza le entrate dell’IMU agricola e con i tagli operati dal Governo, il comune non sarà in grado di chiudere il bilancio. Si è votata la mozione della minoranza, il risultato è stato di nove voti a favore dell’azzeramento dell’aliquota e cinque astenuti (sì perché gli stessi che avevano approvato allegramente le altre tasse ora non si sentivano di difendere la nuova davanti ad una cittadinanza esasperata e incattivita che nella proprietà terriera ha da sempre la propria fonte di sostentamento). L’IMU Agricola si è arenata tra le urla dei consiglieri fedeli al sindaco che minacciavano rilievi di illegalità: è arbitrario e illegale, a sentire loro, che un comune decida di non fare pagare questo odioso balzello.

I numerosi presenti, pur nella congestione del momento, hanno esultato quando si sono resi conto che l’IMU agricola in Aidone non si pagherà. Aidone non è l’unico comune, ma sicuramente uno dei pochissimi in Italia.

SINDACO E VICESINDACA POSANO PER LA FOTO-ANNIVERSARIO

SINDACO E VICESINDACA POSANO PER LA FOTO-ANNIVERSARIO

Alla fine, quindi i nodi sono venuti al pettine, le cambiali firmate con leggerezza, per guadagnare l’appoggio elettorale, sono state poste subito all’incasso e qualcuna forse è risultata più indigesta di qualche altra già pagata. È questa una giornata triste per Aidone che a un anno appena dalle elezioni si ritrova di nuovo con un sindaco nel guado che, se si incaponirà a volere amministrare senza maggioranza, seguendo l’esempio del suo predecessore, riserverà al paese altri quattro anni di navigazione a vista, attento solo a barcamenarsi tra gli scogli dell’ordinaria quotidianità, senza meta né porto in vista.

 

 

**   testo della mozione approvata dal Consiglio Comunale nella seduta del 16.06.2015

MOZIONE

 Soggetto proponente: Gruppo consiliare NOI AIDONE.

Oggetto: IMU Agricola.

Il gruppo consiliare Noi Aidone, chiede di inserire la presente mozione all’interno dell’o.d.g. del prossimo Consiglio Comunale di Aidone. Inoltre così come previsto dall’articolo 27, comma 4 e dall’articolo 6 del “Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale”, la convocazione straordinaria e in adunanza aperta del Consiglio Comunale.

Premesso che:

l’agricoltura è uno dei pilastri fondanti della nostra economia che, già da tempo, vive un periodo di forte crisi legato alle diverse problematiche del settore e pesanti penalizzazioni nei trasporti, nelle condizioni di mercato e nella concorrenza indiscriminata di merci provenienti dai Paesi del Sud del Mediterraneo.

Preso atto che:

il Decreto Legge n°4 del 24/01/2015 convertito nella Legge n°34 del 24/03/2015 ha introdotto l’Imu Agricola, ennesima norma statale che colpisce in modo grave gli Agricoltori Siciliani;

questa tassa è un’imposizione iniqua e insostenibile per il mondo agricolo e per tutti gli agricoltori, perché non fondata sul valore reale dell’immobile, ma su un valore stimato a partire dai dati di reddito catastale che, in alcuni casi, sono estremamente datati e riferiti a condizioni reddituali dell’agricoltura non più rispondenti all’attuale, ed enormemente superiori ai valori reali di mercato.

Considerato che:

dopo aver messo a dura prova i cittadini con l’Imu e la Tasi, il Governo ha deciso appesantire l’imposizione fiscale e la situazione economica di milioni di cittadini, spremendoli con l’ennesima tassa che, è peggiore delle altre, perché colpisce un bene strumentale che serve per lavorare;

le amministrazioni pubbliche hanno la responsabilità e il dovere di agevolare e  non ostacolare questo settore nevralgico per il Paese utilizzando una imposizione assurda che va contro ogni logica di sostegno e di sviluppo;

QUANTO SOPRA PREMESSO, CONSIDERATO E PRESO ATTO

Con la presente mozione si impegna, il Consiglio Comunale, il Sindaco e la Giunta a deliberare:

  • l’esenzione totale di tutti i terreni agricoli ubicati in qualsiasi area e a qualsiasi titolo posseduti, ma anche la restituzione dell’imposta già pagata dai proprietari terrieri in precedenza, attraverso la compensazione in sede di dichiarazione dei redditi.

05/06/2015

F.to I Consiglieri : Nunzio Ciantia, Filippo Curia, Katia Gangi, Maria Pina Pittà; Valentina Raccuglia

Gli aidonesi dicono: basta! corteo di protesta per SS 288. Le ultime dal palazzo di città

l'evento creato su Facebook

l’evento creato su Facebook

Aidone. Domenica 19 avrà luogo una manifestazione promossa dal Movimento “Noi Aidone” che si propone di accendere l’attenzione delle autorità competenti e dei mezzi di informazione sull’annosa questione della SS. 288, disastrata nei suoi 50 km che vanno dal bivio Gerbini al bivio di Piazza Armerina passando per Aidone. Il corteo, che partirà dalla Piazza Gen.le Cultreri, muoverà in direzione del tratto che collega Aidone  a Piazza  Armerina e si concluderà in Piazza Cordova. Questo, tra Aidone e Piazza Armerina, è il tratto percorso giornalmente dai numerosissimi aidonesi che si recano a Piazza Armerina e ad Enna per lavoro, per fare acquisti, per raggiungere i due nosocomi di Piazza ed Enna, per raggiungere l’autostrada per Catania e Palermo;  da chi voglia o deve venire in Aidone, da tutti i forestieri, dai turisti con mezzi propri e con pullman, da camion e furgoni, dalle ambulanze etc…. Quello che li aspetta sono 9 km che non si possono definire impercorribili, ma che certo non vedono  una vera manutenzione da anni; il manto stradale è stato ulteriormente danneggiato dalle piogge frequenti di questo inverno, le banchine, almeno quattro, che  rivelano vistosi cedimenti sono state messe in sicurezza con i colorati “panettoni”, le solite piccole frane, in genere rimosse in pochi giorni sono ancora là, la segnaletica orizzontale è sempre meno visibile e le lucine antinebbia a terra sono del tutto scomparse,  una frana all’ingresso di Aidone, presso la fonte Canalotto, regalo dell’ultimo nubifragio, per oltre venti giorni è rimasta a ridosso di una curva!

una video passeggiata sulla 288

la video passeggiata sulla 288

Una video passeggiata sulla 288, se vuoi provare il brivido clicca qui  La cittadinanza da anni lamenta questa condizione, peggiorata negli ultimi mesi. Dal 2010, quando iniziò la stagione dei rientri,  il famoso “ritorno delle dee” , molti giornalisti, suscitando spesso disappunto (veniva visto come una forma di dissuasione a venire in Aidone!), denunciarono lo stato penoso delle strade  per raggiungere Piazza Armerina ed Aidone; quanti vennero in Aidone per celebrare gli eventi ed autocelebrarsi, visto che una sola strada collega Aidone all’autostrada, non poterono non accorgersi dello stato  della strada, compresa la famigerata provinciale Valguarnera-Piazza Armerina. Le promesse da parte dell’allora Presidente Lombardo, della sua giunta, delle autorità provinciali, della dirigenza ANAS si sono sprecate…. Erano gli anni 2010/2011, sembrava cosa fatta, l’allora sindaco Gangi, ricevette grandi rassicurazioni anche dall’ANAS:  c’erano cinque milioni di euro e un progetto già cantierabile, questione di mesi e sulla 288 sarebbero iniziati i tanto agognati lavori! I cinque milioni, come i famosi aerei di Mussolini, sono ricomparsi!

la SS 288 all'ingresso ovest di Aidone, nei pressi del Cimitero

la SS 288 all’ingresso ovest di Aidone, nei pressi del Cimitero

Siamo nel 2015 e l’attuale sindaco Lacchiana dice di avere avuto le medesime risposte di quattro anni fa: l’Anas l’ha rassicurato, ci sono 5 milioni che saranno dedicati tutti alla 288, l’amministrazione comunale può suggerire da dove cominciare! È stata questa la risposta data dal Sindaco Lacchiana all’interpellanza dell’opposizione “sicurezza e ammodernamento ss.288”, nel corso di un consiglio convocato proprio per dare risposte alle sette interpellanze poste dall’opposizione. Una rassicurazione inaffidabile, data dal dimissionario Ciucci!  Cosa ci fa sperare che quello che non è stato fatto in questi quattro anni sarà fatto ora che avranno la scusa di dire che tutte le strade siciliane sono  un colabrodo, che strade di una certo importanza e addirittura tratti autostradali sono interessato da crolli e cedimenti? E allora la nostra può aspettare, verseranno un leggero manto per coprire le buche più vistose, rimuoveranno le frane e tutto il resto resterà come e peggio di prima!?

il MunicipioIntanto, all’indomani del Consiglio, il sindaco Lacchiana, incalzato dai consiglieri di minoranza, ha deciso finalmente di fare rimuovere a spese del comune la frana che ostruiva la mezza carreggiata sul tratto di ingresso presso la fonte Canalotto!

Il Consiglio di g. 13, è stato  convocato , come si diceva sopra, per discutere le sette interpellanze presentate dall’opposizione, rappresentata dai cinque consiglieri della lista “Noi Aidone”.  Erano tematiche importanti come: – l’annosa problematica del disservizio nell’erogazione, sia nella continuità che nella sostanza, di acqua accettabilmente potabile a fronte di tariffe esagerate, gravate dai balzelli che da mesi sono denunciati da Assoconsumatori; – la situazione della raccolta dei rifiuti urbani, strapagata dai cittadini con il massimo delle tariffe imponibili, che continua ad essere del tutto insoddisfacente, sia nella raccolta porta a porta, sia nella vantata  differenziazione  che si limita ad una divisione tra l’umido, raccolto in sacchetti di plastica comune, e l’indifferenziata che comprende tutto anche la carta, l’alluminio, il vetro che potrebbero benissimo e facilmente essere recuperati  e trasformate in risorsa per i cittadini; – la mancata erogazione della mensa scolastica, nonostante un avanzo di 19 mila euro dalla gestione dell’a.s. precedente, è stata scaricata sulle spalle dell’ex segretario comunale che per due volte avrebbe bloccate la delibera, lo stesso segretario che, nelle stesse condizioni, ha approvato ben altre spese come l’assunzione di un nuovo dirigente! Etc…

Le risposte ricevute sono state del tutto insoddisfacenti, gli interpellati si sono limitati a sciorinare le aride  relazioni dei funzionari, senza una valutazione politica di problemi o un impegno serio a risolverli;    per le problematiche Acqua-enna e ex  Ato-rifiuti si è data l’impressione che l’amministrazione in qualche modo sia più interessata a difendere gli interessi delle due voragini senza fondo, quali si sono rivelate le gestioni dell’acqua e dei rifiuti, che quelli della collettività e degli elettori aidonesi, anche dei propri.

Il consiglio ha avuto un finale inatteso: sono state  annunciate le dimissioni dell’assessore all’Urbanistica, il dott. Andrea Mania, e l’immediata sostituzione con il giovane consigliere Simone Caristia.  Le fibrillazioni, da resa dei conti, che attraversano la maggioranza, oggetto frequente delle chiacchiere da bar, si  sono ormai palesate e questo primo atto ne è la prima dimostrazione.

 l’articolo pubblicato su Vivienna

Aidone-Morgantina: che fine ha fatto la Strada Statale 288? articolo  su Vivienna pubblicato il primo agosto 2011

Provincia di Enna in moto per rifacimento viabilità ad Aidone (tutte le strade che doveva rifare la provincia nelle previsioni del Gennaio 2011) 

Aidone-Piazza Armerina. Appaltati i lavori per la SS. 288 e la SS. 117bis – articolo del 25 agosto 2011

Buone prospettive per la 288 dalla Bellia ad Aidone – novembre 2010

Aidone. Appello al presidente Lombardo per il ripristino di tutta la SS 288 – gennaio 2011

 

Riempiti i vuoti al Museo Archeologico di Aidone. In mostra monili ciprioti dal MET, gioielli dal Salinas di Palermo, metope da Selinunte

Conferenza di presentazione nella ex chiesa di San Francesco

Conferenza di presentazione nella ex chiesa di San Francesco

Da venerdì tre aprile nel Museo Archeologico di Aidone, due mostre temporanee riempiono i vuoti lasciati dagli Argenti ellenistici, volati in America, e dagli Acroliti delle Dee Demetra e Kore che sono partiti alla volta di Palermo, per essere restaurati in attesa di rappresentare dal primo maggio la cultura e la storia della Sicilia all’EXPO di Milano.

Alcuni dei sei monili ciprioti della collezione Cesnola dal MET

Alcuni dei sei monili ciprioti della collezione Cesnola dal MET

Una assenza di peso che in qualche modo è stata compensata dagli stessi responsabili del Metropolitan Museum che hanno prestato, per i quattro anni in cui gli Argenti resteranno a NewYork, una parte del cosiddetto “Tesoro di Kourion” costituito da gioielli della “Collezione Cesnola”: una parure di orecchini in oro, con pendenti a testa femminile e a cono risalente alla prima metà del IV se. A.C.; quattro preziosissime collane del IV sec. a. C. in oro e pietre preziose; ed infine il pezzo più “moderno” della collezione, una coppia di pendenti in oro con granati e berilli a protome di delfino risalente al  II – I sec. a.C..

Gli Ori dal Museo Salinas. In primo piano il diadema di Prizzi con rappresentazione di corteo dionisiaco

Gli Ori dal Museo Salinas. In primo piano il diadema di Prizzi con rappresentazione di corteo dionisiaco

La sinergia di Assessorato Regionale, direzione del Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Palermo e Museo di Aidone ha permesso l’arrivo degli interessantissimi prestiti, che resteranno nel museo aidonese fino al 31 ottobre, tutti provenienti Salinas. Per il Museo di Aidone è la prima volta che vengono esposti capolavori provenienti non da Morgantina ma dai tre canti della Sicilia in una ideale ricostruzione della storia comune che si dipana dal settimo al primo secolo avanti Cristo. Si tratta di un’altra piccola collezione di monili d’oro di età ellenistica, finemente cesellati, provenienti da vari siti della Sicilia. Tra gli altri lo splendido diadema di Prizzi con raffigurazione di un corteo dionisiaco, alcune corone composte da foglie in lamina d’oro da Tindari e Gela, una parure, orecchini e pendente da Monte San Basilio in territorio di Scordia.

A sinistra la Sfinge alata, a destra la Triade di Delfi

Le due metope di epoca arcaica dall’acropoli di Selinunte. A sinistra la Sfinge alata, a destra la Triade di Delfi

Il  Salinas ha prestato le due preziosissime metope arcaiche, fresche di restauro, provenienti dall’Acropoli di Selinunte: fanno parte di un gruppo detto delle piccole metope, considerate le più antiche forme di arte figurativa siciliana, scolpite tra la fine del settimo e gli inizi del sesto secolo a. C.. La più antica è certamente la metopa

 Busto fittile di Persefone adorno di una collana del "Tesoro di Kourion"

Busto fittile di Persefone adorno di una collana del “Tesoro di Kourion” – collezione Cesnola MET

rappresentante la cosiddetta Triade delfica. E’ composta di una ventina di frammenti, rinvenuti in tempi e in punti diversi. A sinistra c’è Apollo, con la lira, al centro la madre Latona, con nella destra una corona e a destra la gemella Artemide con un arco nella mano destra. Il modellato e la resa delle figure suggeriscono una maggiore arcaicità rispetto alle altre, da notare anche la testa di prospetto e le gambe di profilo della figura di Apollo. L’altra metopa è quella più famosa della Sfinge alata: il motivo della sfinge, molto comune nell’area greca e poi latina, è documentato in Sicilia da questo unico esempio, che si può spiegare con le origini e le vicende di Selinunte. La Sfinge vi è rappresentata volta a destra, ritta sulle zampe anteriori e piegata, ma non accovacciata, su quelle posteriori; è visibile una sola ala; i capelli sono resi a calotta sulla testa con quattro trecce che scendono sulla spalla destra; la coda, straordinariamente lunga, descrive una voluta.

Il taglio del nastro. 3 aprile 2015

Il taglio del nastro. 3 aprile 2015

L’inaugurazione della mostra è avvenuta sabato scorso, vigilia di Pasqua; alla presentazione e al taglio del nastro erano presenti, oltre ai padroni di casa -la direttrice del Museo, la dott.ssa Laura Maniscalco e il sindaco di Aidone Vincenzo Lacchiana-  la direttrice del Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Palermo, la dottoressa Francesca Spatafora, il Dirigente Generale alle Attività Produttive, l’architetto Alessandro Ferrara, e il Console onorario di Cipro a Palermo, il dott. Sebastiano Provenzano.

la vetrina "Morgantin" a testimoniare la tradizione  di botteghe di orafo, i ritrovamenti nelle tombe.

Vetrina “Morgantina” per testimoniare la tradizione di botteghe di orafo, i ritrovamenti nelle tombe, i gioielli “indossati” dai busti fittili.

Per meglio contestualizzare le opere di oreficeria e creare una sorta di file rouge tra i prestiti e  il sito Morgantina, un’intera vetrina è stata dedicata a interessanti reperti, provenienti dal nostro sito, che ci mostrano come qui sia documentata, non solo la presenza di gioielli e ornamenti -rinvenuti nelle tombe e rappresentati sull’abbigliamento femminile nelle numerose terrecotte figurate e soprattutto sui busti di Persefone-, ma anche l’esistenza di botteghe artigiane dove si producevano oggetti di oreficeria fin dalle epoche più antiche. È di epoca protostorica, dall’abitato di Cittadella, la forma di fusione per anelli rinvenuta in una capanna del IX sec. a.C., e di epoca ellenistica l’incudine da gioielliere rinvenuta in una abitazione del quartiere ovest nei pressi della plateia A. Dopo le terrecotte, le monete, anche la gioielleria a Morgantina merita  un più importante approfondimento e rientrare, magari, tra quegli eventi annunciati dalla Maniscalco, tra cui la celebrazione del 60esimo  anniversario degli inizi scavi archeologici a Cittatedda e Sedd’U Rann’ (Cittadella e Sella Orlando, le due principali contrade su cui insiste rispettivamente l’abitato protostorico e arcaico e la città ellenistica.

Alcuni dei sei monili ciprioti della collezione Cesnola dal MET

Alcuni dei sei monili ciprioti della collezione Cesnola dal MET

 

orecchini con pendente a cono - Cesnola

orecchini con pendente a cono – Cesnola

 

gancio

 

 

 

 

collana