IL RITORNO DI ADE: Epifania aidonese nel giorno del solstizio d’inverno

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locandinaFINALMENTE! è arrivato il momento tanto atteso, la testa di Ade è finalmente in Aidone e, dai magazzini del Museo Archeologico dov’è attualmente custodita, vedrà la luce nella sala degli Acroliti il 21 dicembre prossimo. La conferma è arrivata da un comunicato stampa dell’Assessorato regionale, emanato poche ore dopo che il mio articolo era stato pubblicato su Vivienna.it,  in cui si legge:

“Mercoledì 21 dicembre alle ore 11 al Museo archeologico di Aidone la testa di Ade, al termine dell’iter giudiziario, sarà consegnata alla Regione Siciliana ed esposta nella sua sede definitiva. L’Assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Carlo Vermiglio nel dare la notizia dichiara: “Ricevuta la notifica del dissequestro da parte della Procura di Enna, con la direttrice del Polo Museale di Enna, Piazza Armerina e Aidone, abbiamo operato affinché l’opera fosse esposta nel più breve tempo possibile  nel museo di  Aidone  restituendola alla fruizione della comunità civica e di tutti i visitatori. Continueremo a impegnarci, con il contributo di tutte le istituzioni e dei cittadini di Aidone, per la promozione di questo territorio che racconta storie importanti della Sicilia antica…”.

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Qui di seguito il testo del mio articolo pubblicato da Vivienna il 3 dicembre e altri articoli da me scritti precedentemente e pubblicati sempre nella stessa testata. Mi permetto di citare anche gli articoli del dott. Silvio Raffiotta pubblicati nella stessa testata, quasi a costituire un dossier a futura memoria.

ADE. Epifania aidonese nel giorno del solstizio d’inverno

12647408_10207091675188710_4978571301275161005_nIn sordina come si conviene al dio degli inferi, la sua epifania qualche giorno prima di natale. Sembra confermato, anche se non ancora ufficialmente, la data del 21 dicembre. Il giorno del solstizio d’inverno, Ade  sarà ufficialmente accolto in Aidone e disvelato alla cittadinanza e a tutti i visitatori del prezioso Museo Archeologico Regionale di Aidone-Morgantina. Le vacanze natalizie permetteranno ai tanti turisti che hanno scelto la Sicilia per le loro vacanze invernali di inserirlo nel proprio itinerario e ci si augura che siano in tanti a farlo.  L’inaugurazione sarà sottotono perché i tempi sono stretti! Importante, d’altra parte,  non è avere l’evento strillato di un giorno  seguito da lunghi anni silenti, ma piuttosto la sua acquisizione definitiva al patrimonio del Museo archeologico di Aidone, dove è atteso da anni  (è del gennaio 2013 un mio articolo a sèguito del viaggio dell’allora direttore Caruso a Malibù per il suo riconoscimento ufficiale e la promessa di restituzione). L’augurio è che questo quarto rientro –dopo quello degli Acroliti e della “Venere” da Malibù e degli Argenti dal MET di New York  con il loro famigerato destino di pendolari-  sia quello giusto per dare finalmente impulso alla piena valorizzazione di questo immenso patrimonio misconosciuto, se non per il cancan mediatico che si è fatto, nel bene e nel male, ogni volta che un di questi beni è stato riconsegnato.

gli acroliti delle dee Demetra e Kore

gli acroliti delle dee Demetra e Kore

Il nostro Ade, proviene dall’isola dei migranti, da Lampedusa, dove si è guadagnato il diritto al ricongiungimento famigliare. Proprio come succede nelle migliori famiglie, ci si dovrà stringere per fargli posto. Sarà accolto là dove sono le donne della sua vita. Nella sala degli Acroliti, dove con il loro sorriso ieratico lo attendono le due dee, la moglie -la sempre giovane Kore-Persefone-Proserpina, abituata alle lunghe separazioni da questo marito, che ha dovuto rapirla per farla sua sposa  e che con lui è costretta a vivere i lunghi mesi invernali-  e la sorella-suocera Demetra-Cerere, la dea dei cereali che agli uomini fece il dono preziosissimo dell’agricoltura, la “portatrice delle stagioni” invocata nel segreto dei misteri eleusini, la madre che oscurò e rese sterile la terra nella disperata ricerca della figlia rapita  e che le ridiede luce e fecondità quando ebbe la gioia di riaverla accanto.

Fuori dalle suggestioni mitologiche, a quanto trapela, il 21 dicembre, reduce dall’esposizione prima a Palermo e poi a Lampedusa, dissequestrata dall’autorità giudiziaria, con una cerimonia semplice,  la testa di Ade verrà consegnata dall’Assessorato Regionale al Museo di Aidone e al suo dirigente responsabile la dottoressa Giovanna Susan. Intanto fervono i lavori per accogliere il prezioso reperto e i visitatori. Impegnati con grande  senso di responsabilità e generosità tutti i dipendenti del Museo, a qualunque grado, che si stanno prodigando per realizzare nel modo migliore possibile l’esposizione, che non potrebbe essere altrimenti garantita dalla misera somma di poco più di ottomila euro che la Regione ha destinato all’evento e all’allestimento della mostra.

Aidone_MunicipioL’amministrazione comunale aspetterà il ritorno di Kore sulla terra,  l’equinozio di primavera o magari il solstizio di estate, per dare avvio ai festeggiamenti; speriamo che per allora si sia in grado di organizzare non uno solo ma molti eventi, che accendino i riflettori su Aidone e segnino finalmente l’inizio di un tempo nuovo, quello auspicato   quando si lottò strenuamente per riportare a casa i beni trafugati e che si intravide con il rientro degli Acroliti nel 2009 e poi con gli Argenti e ancor di più con la Venere da Malibù…

La testa di ADE restituita dal Getty finalmente arriva in Italia! Quando in Aidone?

Era il gennaio 2013 quando venne data notizia del ritrovamento della Testa di Ade nel Getty Museum di Malibu e della volontà della direzione del Museo americano di volerla restituire al Museo di Aidone. Era l’ennesimo trafugamento da Morgantina. Dal 2013 se n’erano perse le tracce.
Ieri è stata data la notizia della consegna all’Italia, alla presenza del Console Generale d’Italia a Los Angeles, Antonio Verde, e delle Autorità giudiziarie e di polizia italiane.
Ancora un prezioso reperto trafugato a Morgantina e finito, attraverso i soliti circuiti, in America e qui venduto da Templessman al Getty Museum di Malibù per 500.000 dollari circa. Ora è l’ora di gioire, un altro capolavoro, questa volta della coroplastica, sta per ritrovare la strada di casa e sarà ancora un altro prezioso tassello nel ricco patrimonio di Morgantina e nella dotazione del Museo Archeologico regionale.  Franca Ciantia – 28 gennaio 2016

Aidone-Morgantina: che fine ha fatto la testa di ADE? di Silvio Raffiotta – 22 settembre 2012

Che fine ha fatto la testa di ADE? E’ quanto si chiedono gli amanti dell’archeologia per la celebre scultura ellenistica in terracotta policroma riproducente il dio degli Inferi, rubata dal sottosuolo di Morgantina nel 1979 e finita per le solite vie del mercato antiquario illegale al Paul Getty Museum di Malibù. Museo che, in ossequio alla nuova politica in materia di beni culturali di provenienza illecita, aveva deciso l’anno scorso di restituire il pezzo al museo di Aidone. Un bel colpo dato che il reperto è di eccezionale rarità e forte impatto visivo, oltre che di grande importanza storico-artistica. La data per l’evento era stata indicata nel gennaio 2014, eppure sono passati nove mesi ed il dio rimane nel suo inferno californiano. Non vogliamo credere ad un ripensamento del Paul Getty, che si trova nell’imbarazzo di possedere una scultura rubata e che, riteniamo, non veda l’ora di ridarla al legittimo proprietario per rifarsi una verginità. Corre, invece, voce che al rientro dell’opera ostino difficoltà di tipo burocratico, per le quali non sarebbe estranea l’amministrazione regionale dei beni culturali, incapace, quantomeno, di mettere la faccenda sul binario giusto e riportare Ade a casa in tempi brevi. In ogni caso, l’opinione pubblica non è stata informata dei motivi del ritardo e questo è grave quantomeno per Aidone e l’intero territorio ennese, che continua a puntare sull’archeologia come volano per la sua asfittica economia.
La verità è, come usa dire Giannini a Ballarò, che Morgantina è finita nel dimenticatoio delle istituzioni di tutela, dopo il falò acceso negli anni del rientro dei capolavori rubati. Peggio, il suo museo si avvia ad essere paradossalmente spogliato in silenzio dopo essere stato arricchito con le restituzioni degli ultimi tempi. Il tesoro d’argento è prossimo a ripartire per il Metropolitan di New York e nessuno è riuscito a convincere il museo americano dell’assurdità di quell’accordo che lo prevedeva, dato anche l’elevato rischio di danneggiamento involontario dei fragilissimi pezzi che lo compongono. Ci ha provato, a dirla tutta, l’ex assessore regionale al ramo Mariarita Sgarlata, che, siccome era troppo competente ed attiva nella sua materia, si è guadagnata il defenestramento, come ritualmente ed inevitabilmente capita in Sicilia. Non sappiamo a cosa toccherà dopo il tesoro, ma tra pezzi che non rientrano alla data stabilita e pezzi che se ne vanno, la vediamo dura anche per la Venere, rimasta a gridare al mondo la nostra incorreggibile incapacità di valorizzare al meglio il nostro patrimonio d’arte e, di conseguenza, a legittimare le voglie di chi la vuole altrove. Silvio Raffiotta

12631528_10207052056638271_3205721452499022324_nIl Museo di Aidone, scrigno prezioso che continua ad arricchirsi. La testa di Ade da Malibù. L’esigenza inderogabile di spazi adeguati

Aidone. Quest’ultima acquisizione non era proprio messa in conto, perciò arriva ancora più gradita, una meravigliosa e sorprendente testa in terracotta proveniente da quella che per i tombaroli è stata una vera e propria miniera d’oro: San Francesco Bisconti, il complesso di santuari dedicato a Demetra e alle divinità ctonie Persefone e Ade. La testa di Ade/Plutone appartiene ad una rara statua a grandezza naturale, dipinta, come tutte le terrecotte. Morgantina ci ha abituato alle storie, non si smentisce neppure questa volta: anche questa statua è al centro di una vicenda intrigante. Tra i reperti che l’archeologa Serena Raffiotta ha analizzato, fotografato e pubblicato sul suo libro “Terrecotte figurate dal santuario di San Francesco Bisconti a Morgantina”, c’è un ricciolo azzurro di terracotta che la studiosa aveva attribuito ad una capigliatura. Quando nel 2011 gli esperti del Getty Museum visitarono  il Museo di Aidone, per scegliere i reperti da portare in prestito a Malibù (nell’ambito degli accordi per la restituzione della “Venere”, la Regione Sicilia si è impegnata a prestare opere d’arte  e reperti archeologici per essere esposti in mostre tematiche nel museo californiano) notarono il ricciolo azzurro e chiesero al direttore Enrico Caruso di poterlo confrontare con una testa di terracotta alla quale sembrava appartenere. I reperti furono accompagnati in America  dallo stesso Caruso che potè effettuare personalmente l’attribuzione ed il riconoscimento del ricciolo come parte della barba della preziosa testa attribuibile ad Ade, appartenente da un trentennio al Getty; la barba porta tracce evidenti della colorazione azzurra, i capelli del marrone originario: questa volta non sono stati necessari ulteriori esami, la provenienza del ricciolo è stata verificata senza alcuna incertezza. Da qui la richiesta di restituzione inoltrata immediatamente alla direzione del Museo californiano dallo stesso architetto Caruso, nella sua qualità di direttore del Parco Archeologico di Morgantina  e del suo Museo. Nel nuovo clima di collaborazione e sinergia tra le autorità italiane e il Getty, seguìto alla vicenda della “Venere”, è stato possibile ottenere questo capolavoro della ceramica di Morgantina. Attualmente è una delle attrazione della mostra “I santuari di Demetra e Persefone a Morgantina” che da aprile scorso, e fino al 28 gennaio, è  ospitata a Villa Getty, dopo di che farà parte della mostra “Sicilia: arte ed invenzione tra la Grecia e Roma”  che dal 3 aprile al 19 agosto sarà al Getty e  poi in  “in tournée”  in altre città americane, infine a Palermo; nel 2014 Ade ritornerà definitivamente in Aidone!

il Museo di Aidone il giorno del rientro della "Venere"

il Museo di Aidone il giorno del rientro della “Venere”

Il Museo di Aidone, che in questi anni è stato allargato e ristrutturato per ospitare le new entries, per risistemare l’esistente e per rendere la visita più interessante e confortevole, continua ad avere l’esigenza di allargarsi per accogliere nuovi gioielli, come le promesse monete che saranno a breve restituite da Siracusa ed ora la testa di Ade, per valorizzare quanto c’è ancora di prezioso e mai esposto nei ricchi magazzini e per razionalizzare gli spazi espositivi. Per questi motivi esposti appare ancora più assurdo e incomprensibile il ritardo con cui si sta procedendo alla cessione al Parco Archeologico dell’edificio della Scuola Elementare “Torres Truppia”, il naturale ampliamento del Museo, liberato completamente delle classi fin dall’inizio dell’anno scolastico in corso.

A due anni della prima richiesta forse qualcosa comincia a muoversi. All’istanza del direttore del Museo si è aggiunta quella del professore Malcom Bell e dei membri della Missione Americana che lui dirige, che nel “Torres Truppia” vedono la soluzione ideale dell’annoso problema che vivono da decenni: i magazzini dei reperti e i laboratori di restauro, frequentati dagli americani, ma anche dai nostri archeologi e studenti, sono ospitati in locali umidi, bui e malsani che gridano vendetta alle nostre tradizioni di ospitalità. Liberare il Museo degli uffici amministrativi e dirigenziali, dei restanti magazzini, che non sono discariche ma conservatorìe di beni preziosissimi, farebbe guadagnare quasi un’intera ala del piano superiore da adibire a spazi espositivi. Dall’altra avere a disposizione l’intero edificio scolastico coprirebbe il bisogno di magazzini, di laboratori di restauro, di uffici ed in più permetterebbe la creazione di spazi per ospitare mostre permanenti e temporanee e aule didattiche. Un altro incentivo alla cessione dell’edificio in questione, che altrimenti è destinato all’abbandono ed al degrado, è l’esigenza di spendere i quasi quattro milioni di euro destinati al Museo dal POIN e dalla Regione. L’alternativa, Dio ce ne scampi, sarebbe quella di costruire un padiglione tra il Convento-Museo e la Villa Comunale che “ruberebbe” ulteriore spazio al verde pubblico già molto povero.

Intanto giunge una buona notizia, molto attesa: è in dirittura di arrivo l’allestimento dei pannelli informativi a Morgantina che presto saranno installati; per garantirne il buon esito e la durata  è stato previsto di sperimentare almeno tre soluzioni diverse e vedere quale tra i materiali e le tecniche usate resisterà meglio alla piena insolazione e agli agenti atmosferici che hanno letteralmente bruciato i pannelli esistenti.

E, per finire ancora con Ade, una tentazione in punta di lingua: e se veramente il nome Aidone derivasse, come pensavano gli storici antichi, da Aidoneus, uno degli epiteti di Ade/Plutone? Il Ciaceri, l’Oliveri, il Filoteo degli Amodei in Gioachino di Marzo, l’Alessi (tutti riportati dallo storico locale Gioacchino Mazzola nella sua Storia di Aidone, 1915), collegano toponimo e luogo al ratto di Proserpina e al suo rapitore appunto Ade. Suggestivo il racconto di Filoteo (1556) che mi piace riproporre: “Essendo Proserpina, sua figliola leggiadrissima, in età matura, avvenne che Orco, cognominato Dite, da molti chiamato Aidone, re degli Epiroti o Albanesi, innamoratasi di Proserpina, fatta amicizia con Cerere, passato in Sicilia, si pose ad abitare in una montagna di giocondissimo aspetto per la parte dello scirocco e mezzogiorno da Enna, non più di dodici miglia, da lui poi chiamata Aidone; e quindi uscendo spesso a caccia vicino al lago di Pergusa, circondato di amenissimi alberi, ritrovandovi Proserpina, se la pigliò e menò seco in Epiro, dove sposatala, l’ebbe per sua moglie….Di qui ebbe principio l’antica e celebrata favola del ratto di Proserpina da Plutone, cognominato Orco o Dite o Aidoneus, della quale a lungo nelle istorie è discorso” (A. Filoteo degli Omodei, Biblioteca storica e letteraria della Sicilia di Gioacchino di Marzo – vol. XXV, pag. 35). Vorrei osare: i linguisti propendono per una etimologia dall’arabo ayn, fonte d’acqua, ma l’una potrebbe non escludere l’altra: gli arabi arrivano e occupano il colle di Aidone, la cui ricchezza di fonti di acque non fa altro che indurli a confermare, per assonanza, l’antico nome… Franca Ciantia.  Inserita da il Gen 19th, 2013 e archiviata in Aidone

intanto comincia l’odissea italiana di Ade:

Il ritorno di Ade e la sua ripartenza

Inserita da il Feb 4th, 2016

ade-presentazioneIl viaggio di ritorno di Ade a casa ancora non si è concluso; ha intravisto i luoghi del suo innamoramento, il lago sulle cui sponde vide passeggiare Kore, l’innocente fanciulla figlia della sorella Demetra, che desiderò e volle ad ogni costo come regina del suo terribile regno. Ma il colle Aidoneo, quello che da lui prese (forse) il nome, il colle e il boschetto dove si riposò della corsa affannosa, dopo aver rapita la divina fanciulla, quello no, ancora una volta è rimasto lontano… costretto ad intraprendere un altro viaggio, l’ennesimo! Mentre, all’interno di un’altra prigione di vetro ascolta distrattamente un monotono parlottio, ritorna col ricordo ai luoghi di Morgantina dove un artigiano l’aveva modellato, rivestendo il capo e la barba di capricciosi riccioli, blu intensi per la barba, rossicci per i capelli, e increspando le sue labbra in un broncio che tanto gli si addiceva. La statua era stata ordinata dalle Tesmoforiazuse, le spose che si preparavano alle feste in onore di Demetra e il ceramista l’aveva fatta più piccola per non incorrere nell’ira delle dee Madre e Figlia. In quel sacello, che condivideva con loro, era stato allietato da processioni, canti, doni… ha ancora nelle orecchie lo squittio disperato dei tanti maialini, sacrificati dalle sacerdotesse, per impetrare la fertilità delle madri e dei campi. Lui, abituato sempre ai bui e tetri luoghi del suo regno, godeva di quei momenti! Ma aspetterà ancora per potersi ricongiungere con la donna amata e la potente sorella… ancora qualche mese, un attimo nell’eternità…
Infine è arrivato il momento di presentare agli ennesi, ai siciliani, agli italiani tutti la preziosa testa, attribuita ad Ade, il dio degli Inferi, il Plutone dei romani. I fortunati che questo giovedì hanno assistito al suo disvelamento hanno appreso anche che non farà ritorno, per ora, ad Aidone, nel museo regionale dove si conservano i reperti ritrovati a Morgantina e le altre divinità provenienti dagli stessi santuari di San Francesco Bisconti.
Non la vedranno per questo inverno, magari la primavera farà il miracolo. La statua è stata recuperata materialmente dai Carabinieri, del Nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale di Palermo, coordinati sostituto procuratore Francesco Rio, che si sono recati a Los Angeles, dove hanno organizzato la missione di recupero, in con la collaborazione con Dipartimento di Giustizia U.S.A. e con il Getty Museum, che, dopo averla acquistata per oltre 500 dollari dal magnate Templessman, già due anni fa aveva manifestato la volontà di restituirla all’allora direttore del Museo, l’architetto Enrico Caruso. A quanto pare la mancanza cronica di fondi dell’assessorato regionale ha “impedito” in tutto questo tempo di organizzare il rientro, ma l’iniziativa del dottore Rio e dei carabinieri ne ha consentito il rientro senza oneri per la regione. L’indagine ancora in corso ne richiede il sequestro giudiziario e quindi un’ulteriore periodo di custodia presso il comando dei Carabinieri di Palermo.
ade-1 (1)La presentazione è avvenuta nell’Auditorium “Falcone e Borsellino” del Tribunale di Enna, al tavolo dei relatori, moderati dal padrone di casa, il Procuratore Massimo Palmeri, si sono alternati: il Sostituto Procuratore Rio, che in modo vivace ha raccontata la rocambolesca avventura del recupero, il Maggiore Luigi Mancuso, il comandante dei carabinieri del TPC siciliano, che, constatata la presenza in sala di un bel gruppo di studenti di varie età, ha voluto evidenziare la necessità dell’educazione, fin dai primissimi anni di scuola, per la prevenzione di questi odiosi reati che non depauperano solo il nostro patrimonio culturale ma, con il saccheggio sistematico dei siti, privano gli studiosi e noi tutti della possibilità di ricostruire la nostra storia. È intervenuto il dottore Gaetano Pennino, Dirigente Generale dei BB.CC e dell’Idendità Siciliana e infine la dottoressa Laura Maniscalco, direttrice del Museo di Aidone, che ha illustrato il sito di San Francesco Bisconti, l’area sacra posta tra la Morgantina ellenistica e quella arcaica della Cittadella, da dove provengono oltre che la testa di Ade anche la cosiddetta Venere e gli Acroliti.
La Maniscalco è convinta che da scavi in quest’area, nonché dalla esplorazione delle tante cassette di materiali giacenti nei magazzini, potrebbero arrivare molte sorprese. Sorprese come quella che ebbe Serena Raffiotta quando, lavorando alla sua tesi di specializzazione, trovò il primo ricciolo blu tra i tantissimi frammenti conservati nei freddi e polverosi magazzini. Da quelle cassette provengono gli altri tre riccioli che hanno dimostrato, senza possibilità di smentita, che quella testa proviene dal tesmoforio di San Francesco.
Ho sentito telefonicamente Serena Raffiotta, assente giustificata all’appuntamento in tribunale, che si è detta emozionatissima e molto soddisfatta come archeologa e studiosa di Morgantina. Le modalità inedite del recupero sono “la prova dell’altissimo valore della ricerca archeologica per la ricostruzione della storia antica ma anche di quella recente. Questa vicenda mi incoraggia ad andare avanti nel mio percorso professionale con ancora più passione ed entusiasmo e a tutelare e promuovere Morgantina più di prima. Spero – continua la Raffiotta – che, da parte di tutti, questa ennesima difficile conquista sia tenuta nella giusta considerazione e che si attuino degli interventi mirati e concreti per il rilancio del museo di Aidone”. In questo felice momento, in cui la retorica vuole che “tutto va bene madame la marchesa”, nessuno ha voluto guastare la festa parlando dei problemi in cui si dibatte il Museo di Aidone ed il sito di Morgantina, problemi purtroppo comuni a tutti i beni culturali siciliani; la direttrice Maniscalco, rivendicando l’apertura continuativa dei due siti fatta con grandi sacrifici, ha denunciato la carenza di personale che si accentuerà ancora di più prossimamente con il pensionamento di tre custodi. Chi ha orecchie per intendere… Franca Ciantia  Inserita da il Feb 4th, 2016 e archiviata in Aidone

Aidone. Il ritorno di Ade e i paradossi di sempre

di Silvio Raffiotta _ Inserita da il Gen 29th, 2016

Il santuario di Demetra e Persefone a Morgantina ha restituito all’archeologia tre capolavori assoluti dell’arte greca, tre capolavori che risplendono di tanta luce da mettere in ombra gli altri reperti del museo di Aidone, pur frutto imponente di cinquant’anni di scavi scientifici. L’ultimo in ordine di tempo è la testa di Ade, che dopo trent’anni di peripezie nel mercato antiquario illecito, sta per tornare al sito di origine a fare compagnia alla grande Dea e agli Acroliti dal sorriso più enigmatico della Gioconda.
Ma c’è un paradosso in tutto questo, un paradosso che induce amare riflessioni, che non vogliono rovinare la festa del rientro, ma stimolare comportamenti virtuosi dell’autorità di tutela. Il paradosso sta nel fatto che il corteo di Dei provengono da un’area lasciata alla mercè dei tombaroli per oltre mezzo secolo, anche dopo la prima esplorazione ufficiale della Soprintendenza del 1979 che rivelò l’esistenza sul posto di una miniera di reperti. Un paese civile, che ama e valorizza non solo a parole il proprio patrimonio culturale, a quel punto avrebbe trincerato l’area sottoponendola a strettissima sorveglianza. Non solo, ma avrebbe cominciato a scavare anche con le mani e con le unghie, senza fermarsi mai sino a portare alla luce tutto quello che era celato nel sottosuolo. Ed invece non è successo nulla su entrambi i fronti, ad eccezione di una breve campagna di scavo della Soprintendenza nel 2004. E solo di recente è stata collocata una recinzione e creato un percorso per agevolare la fruibilità dell’area. Insomma, sapevamo di avere un tesoro a portata di mano e ce lo siamo fatto rubare nell’indifferenza e nella strafottenza che ci contraddistingue in materia di beni culturali. Nel frattempo, le magre risorse disponibili all’assessorato regionale competente sono state disperse in sagre, studi, consulenze, esposizioni all’estero e per Morgantina neppure le briciole. Infatti, ancora oggi, se non ci fosse la Forestale a togliere l’erba, il sito non sarebbe neppure praticabile.
Ma c’è un altro paradosso. La vicenda della testa di Ade che torna perché una giovane archeologa, libera professionista, volontariamente e a sue spese si è calata negli inferi dei magazzini del museo di Aidone, scovando un ricciolo che apparteneva alla scultura rubata, avrebbe dovuto innescare un lavoro di ricerca e di studio dei tanti reperti più o meno frammentari che giacciono ignorati da anni in quei magazzini. Non solo per dovere scientifico, ma per controllare se c’è in giro per il mondo qualche altro capolavoro rubato a Morgantina, che, come Pollicino, ha lasciato qualche traccia sul posto che consenta di portarlo a casa. Nulla di tutto questo, solo gli americani si prendono la briga ogni anno di rovistare tra le centinaia di cassette alla ricerca di ciò che serve ai loro studi. Eppure c’è chi giura, e chi scrive è tra questi, che dal santuario extraurbano di Morgantina è uscita qualche altra testa mozzata, ma di inestimabile valore, che non sappiamo dov’è. Sappiamo, invece, che le sue tracce sono in qualche cassetta di materiale dei magazzini di Aidone, dove basterebbe cominciare a “scavare” sul serio per avere delle belle sorprese. Silvio Raffiotta

un ruolo importante nell’intera vicenda è stato svolto dall’archeologa Serena Raffiotta:

Serena Raffiotta: competenza e tenacia al “servizio” di Ade

Inserita da il Mar 7th, 2016

Maria-Lucia-Ferruzza_Serena-Raffiotta_Leoluca-OrlandoIl nome di questa giovane archeologa è presente in tutti gli articoli ed i servizi che si sono occupati del rientro della testa di Ade, restituita dal Getty Musem all’Italia e al Museo Archeologico Regionale di Aidone, sua destinazione finale. Come avevamo detto in un precedente articolo, attualmente la preziosa terracotta è a Palermo per accertamenti giudiziari, ma in un prossimo futuro sarà possibile ammirarla in Aidone. Sarebbe bello se nel contempo si rendesse fruibile il sito di San Francesco Bisconti, l’area sacra, facente parte del parco di Morgantina, da cui provengono anche gli Acroliti e la Dea, conosciuta come Venere. Un area di cui Serena è esperta per averla studiata a lungo e averle dedicato la sua tesi di laurea. Dallo studio dei reperti provenienti dal San Francesco, e abbandonati da anni nelle cassette dei magazzini, fra i quali Serena Raffiotta aveva individuato i riccioli blu e dal fortunato incontro con l’archeologa dipendente dell’assessorato ai BB. CC., la dottoressa Maria Lucia Ferruzza, a cui quei riccioli fecero immediatamente pensare alla testa di Ade vista al Getty, ha preso avvio la storia del definitivo rientro di Ade. Le vicende sono note. Ma quello che non si avverte, almeno dalle nostre parti, è la voglia di conoscere la storia di Ade, le peripezie, la descrizione della sua bellezza e unicità, che sta portando le due archeologhe ad un vero e proprio tour della Sicilia.
L’ultimo in ordine di tempo è l’encomio solenne assegnato ad entrambe dal Sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha voluto premiarle come “tessera preziosa del mosaico Palermo” per il contributo fondamentale dato dai loro studi alla ricostruzione della storia della Sicilia, per avere simbolicamente aggiunto una tessera importante nel puzzle del mosaico regionale”. Si dichiara “molto orgogliosa di questo prestigioso riconoscimento” Serena Raffiotta, un riconoscimento che la “incoraggia ad andare avanti con determinazione nel suo lavoro”. Continua “Conferenze e seminari sono anche occasioni di promozione per Morgantina, di cui tutti riconoscono l’altissimo valore e la straordinaria bellezza. Io sono molto orgogliosa di potere offrire un contributo alla promozione e alla tutela del sito, con la mia attività di ricerca e studio e non mi stancherò mai di farlo”.
L’attenzione per la vicenda di Ade è molto alta e la Raffiotta ha ricevuto diversi inviti per tenere conferenze e seminari sull’argomento. A Catania è stata ospite, insieme al Dott. Rio, Sostituto Procuratore della Repubblica di Enna, del Club Lions Catania Etna, in una conferenza presieduta dal Prof. Giuseppe Guzzetta, e la prossima settimana sarà all’Università per un seminario destinato agli allievi della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici diretta dal Prof. Massimo Frasca. E poi sarà la volta dell’Università di Palermo e quindi del Polo didattico di Agrigento, dove è stata invitata dal Prof. Giuseppe Guerrera a tenere un seminario nell’ambito di un laboratorio di progettazione. Ad aprile, invece, insieme a Maria Lucia Ferruzza sarà ospite dell’Archeoclub di Cefalù per una conferenza presso il Museo Mandralisca. E intanto l’8 marzo a Caltanissetta riceverà uno speciale riconoscimento presso la Scuola Superiore della Magistratura – Distretto Territoriale di Caltanissetta nel corso della manifestazione dedicata a “Il ruolo della donna nelle trasformazioni della società e nell’evoluzione del diritto”.
Tutto questo fervore, tutta questa voglia di conoscere la storia del prezioso reperto, testimonia la grande attesa che si sta creando intorno al ritorno di Ade, pari forse a quella vissuta ai tempi del rientro della Venere.
Sapranno approfittarne i nostri solerti amministratori tutti presi a disegnare grandi destini per Aidone e il suo futuro turistico? Franca Ciantia

vale la pena riportare anche questo articolo della redazione di vivienna.it che testimonia la delusione della cittadinanza aidonese  seguita alla notizia della ripartenza di Ade

Archeologa Serena Raffiotta: testa di Ade non è un trofeo da mostrare ma è un pezzo di Aidone, rimarrà a Lampedusa fino a ottobre

Inserita da il Giu 4th, 2016

Aidone. Cittadini delusi che dovranno aspettare l’autunno per ammirare la testa di Ade restituita dal Getty museum e che, da oggi, è tra i preziosi reperti in mostra a Lampedusa, fino ad ottobre.
Il malcontento dei cittadini è legato soprattutto al fatto che il decantato turismo culturale promesso con l’arrivo della Dea al museo di Aidone e mai partito seriamente, debba slittare ancora. A ciò si aggiunge anche il malumore nei confronti della Regione siciliana rea di aver “snobbato” Morgantina. “Le aspettative del nostro comprensorio sono altissime – commenta Alessandra Mirabella: presidente dell’Archeoclub Aidone-Morgantina – e legittime. Anche stavolta puntiamo sul fatto che un nostro reperto archeologico torni nel suo contesto di appartenenza nella speranza che l’economia ne tragga giovamento. La delusione del territorio ennese è comprensibile perché ci saremmo aspettati che dopo il giusto passaggio al museo Salinas di Palermo, avessimo potuto ammirare anche solo per qualche giorno la testa di Ade nella sua terra e invece una mostra a Lampedusa, dove la testa di Ade rimarrà fino al 3 ottobre in piena stagione turistica, significa che la Regione siciliana non crede alla potenzialità delle nostre zone e piuttosto che impegnarsi a riqualificare Aidone e dintorni preferisce adottare la soluzione dei prestiti per dare visibilità a se stessa e non al luogo a cui questi tesori appartengono”. Delusione anche da parte degli operatori commerciali che parlano di “occasione mancata” a cui si aggiunge anche la chiusura mattutina del sito archeologico di Morgantina per carenza di personale.
Intanto, il museo archeologico di Aidone sta predisponendo la sala che ospiterà la testa di Ade. “Qualche turista è venuto convinto di poterla ammirare – dice Antonio Arabito, responsabile della unità operativa I del museo aidonese – Certamente c’è grande aspettativa e si spera in un nuovo boom (n.d.r.: ?)come quello che ha connotato il ritorno della Dea dall’America a Morgantina, ma per evitare gli errori del passato è chiaro che la Regione deve darci gli strumenti per sostenere e agevolare servizi e turismo”.

L’archeologa Serena Raffiotta, che ha contributo al rientro della testa di Ade, commenta con amarezza: “Il suo posto è ad Aidone, nel contesto archeologico di appartenenza. La presenza nel museo arricchisce accanto alle Dee di Morgantina la collezione in maniera significativa, contribuendo a raccontare un nuovo aspetto della vita religiosa dell’antica città testimoniando un culto non più tutto al femminile, come dapprima si pensava, ma per la triade divina. Ben vengano le mostre scientifiche in cui il reperto abbia la visibilità che merita, ma non è giusto smorzare con questo ritardo nel rientro ad Aidone l’interesse che da gennaio ad oggi la vicenda, e di riflesso la statua, ha a livello internazionale. La testa di Ade non è un trofeo da mostrare ma è un pezzo di Aidone”.

Certo la posizione assunta da Serena Raffiotta nella vicenda non le ha giovato molto nella considerazione degli addetti ai lavori locali -tecnici e politici- , ma in compenso l’ha fatta conoscere all’Italia intera. Ad oggi l’unico momento pubblico che le è stato concesso è stato in occasione dell’inaugurazione dell’Università del Tempo Libero di Aidone.

ADE e Serena Raffiotta inaugurano l’Università del tempo libero di Aidone 

Inserita da il Apr 12th, 2016

serena-raffiotta-ADENon ci poteva essere modo migliore per inaugurare la neonata Università del Tempo Libero di Aidone che quello di proporre ai soci e agli estimatori la rocambolesca storia del prossimo rientro al museo di regionale di Aidone della preziosa testa di Ade, raccontata da una aidonese doc qual’è la giovane archeologa Serena Raffiotta.

L’università del Tempo Libero di Aidone nasce ultima in un panorama ricchissimo di esperienze associative, ma, come ha fatto notare nell’introduzione la presidente Rosanna Mannino, non si sovrappone a nessuna di quelle esistenti ma si propone come scopo primario quello di qualificare il tempo libero con un’offerta culturale e ricreativa in cui predomina lo scambio di competenze anche tra generazioni diverse; dove i soci e gli ospiti sono ora docenti ora discenti, in un proficuo scambio di ruolo e dove ci si apre al contributo di esperti per l’approfondimento e la formazione permanente.

È stata quindi cercata la situazione migliore dove esporre il proprio manifesto: ospitando domenica pomeriggio, presso la Fondazione Marida Correnti, la prima provinciale in assoluto di Serena Raffiotta, reduce da una vera e propria tournée, che l’ha portata da Catania a Palermo a Siracusa e Caltanissetta e per ultimo a Cefalù, spesso insieme alla archeologa Maria Lucia Ferruzza coprotagonista di questa storia. Per non parlare della sua presenza in vari articoli su testate nazionali e siciliane fino a quella nella trasmissione della Rai “Petrolio”, di questo lunedì, dedicata ai nostri giacimenti culturali sottovalutati e bistrattati!

La cittadinanza ha accolto in modo entusiastico l’iniziativa riservando, alla competente e coinvolgente relazione dell’archeologa Raffiotta, attenzione e consenso. L’attesa del rientro del prezioso reperto, attualmente detenuto, in quello che appare un vero e proprio sequestro giudiziario, a Palermo, è stata in qualche modo compensata dall’incontro con chi è stata diretta protagonista del ritrovamento del corpo del reato.
Come più volte abbiamo ricordato in articoli apparsi in questa testata, è stato il ricciolo blu catalogato dalla Raffiotta nella sua tesi di laurea specialistica, pubblicata a proprie spese, che ha fatto esclamare un entusiastico Eureka! alla dottoressa Ferruzza, archeologa e funzionaria dell’assessorato regionale dei BB. CC, quando le è giunto tra le mani il testo della Raffiotta e la fotografia del ricciolo blu che combaciava perfettamente con quella testa di terracotta policroma che lei aveva avuto tra le mani l’anno in cui aveva lavorato al Getty Museum. La testa di valore inestimabile era stata acquistata dal Getty alla notevole cifra di 530.000 dollari – riconosciuta come un capolavoro assoluto e rarissimo della coroplastica policroma greca.

A smorzare gli entusiami ha provveduto il sindaco Lacchiana che, nel suo saluto, ha suscitato allarme tra gli astanti adombrando che Ade non rientrerà in Aidone a maggio, come è stato dichiarato più volte dalle autorità competenti; la sua assenza si potrebbe prolungare fino al prossimo autunno dopo una tournée che lo vedrebbe esposto prima in musei più prestigiosi come quelli di Palermo o di Roma. Un fastidioso déjà-vu, che ha ricordato agli aidonesi il pellegrinaggio a Palermo per vedere gli Argenti che tornavano dal Metropolitan di New York, e che, prima di rientrare in Aidone, furono esposti, oltre che al Salinas, al Massimo di Roma e all’EXPO di Shanghai.

Purtroppo alla base c’è sempre la convinzione di molti, tra giornalisti ed addetti ai lavori, che un piccolo museo, come quello di Aidone, non può trattenere per sé tali tesori, vista anche la difficoltà logistica di raggiungere il centro Sicilia sempre più abbandonato a sé stesso con infrastrutture da quarto mondo e strade che sono sempre più simili a trazzere. Aidone morgantina scala ferroSperiamo che non si rimangino la parola né Franceschini, né l’assessore Vermiglio che più volte hanno difeso il diritto dei musei di origine di riavere i reperti trafugati.
Nonostante la chiusa polemica della relazione della dottoressa Raffiotta, che chiedeva conto dello stato dell’arte nella rimozione della famigerata scala di ferro a Morgantina, la provocazione non è stata colta dal sindaco che continua a rinviarne la decisione alle autorità regionali. Franca Ciantia

Aidone dalla melma di acque stagnanti spunta fuori un’antica moschea

Del ritorno degli Arabi e del silenzio di gomma degli Aidonesi  – II puntata

Nella stagnazione di qualunque azione amministrativa si continua ad abusare della distrazione di massa proponendo improbabili progetti come quello dello sbarco dell’UNESCO in Aidone, a quale titolo non si capisce, o dei milioni di euro che il governo saudita verrebbe ad investire  tra Aidone, Piazza Armerina e Valguarnera  portando prosperità e ricchezza insieme ad un grandissimo numero di musulmani: studenti, turisti e fedeli fruitori di una grande moschea a Valguarnera, di un centro culturale, una università etc. Gli aidonesi alla notizia hanno risposto con flemma e disincanto, non parlandone se non nei luoghi di elezione, i bar. Piazzesi e Carrapipani invece, forse con senso più realistico, si sono riscaldati e sono scesi in campo organizzando la protesta all’interno di comitati civici, cercando di smuovere le acque e di tenere desta l’attenzione anche a livello di governo regionale e nazionale. Anche perchè, in un momento storico critico come quello che stiamo vivendo, non si capisce come decisioni di portata internazionale e che interessano tutta la Sicilia possano essere presi autonomamente da sindaci rappresentanti meno di quarantamila siciliani.                                                               Questo  articolo è la seconda puntata di una prima pubblicata a giugno, riportato qui in calce, dove si riflette amaramente della perdurante stagnazione. Ad Aidone e nella fruizione di Morgantina e del Museo si continuano a fare un passo avanti e tre indietro…

Ferve in questi giorni l’attivismo dei comitati cittadini, di Piazza Armerina e Valguarnera, nati per contrastare l’iniziativa dei sindaci delle loro città e di quello di Aidone che a maggio hanno firmato il famigerato accordo per la costituzione del centro di cultura islamica King Salman. I due comitati ne chiedono fortemente la revoca con un atto ufficiale. La questione è arcinota ma, proprio quando sembrava cosa fatta, i sindaci Drajà e Miroddi, riluttanti a presentarsi a discuterne nella sede naturale del consiglio comunale, pilatescamente hanno affermato che non c’è nulla da discutere perché trattasi di “carta straccia”. Tale lo renderebbe la mancata firma del Soprintendente ai Beni Culturali di Enna. Di quest’ultimo è stata resa pubblica la lettera, indirizzata al presidente del Consiglio, ai ministri degli Affari esteri e dell’Interno e ai sindaci dei comuni interessati, dalla quale si evince che, dopo essere stato consultato nella prima fase, suo malgrado si è ritrovato citato tra i “contraenti” pur non essendo di sua competenza l’avvio della procedura. Alla fine l’accordo stipulato tra cinque comparenti, nella copia che è circolata sugli organi di informazione, risulta firmato solo dai tre sindaci. Mancano oltre alla firma del dottore Gueli anche quella del dott. Ahmed Saeed Badrais, rappresentante del governo saudita. Una “carta straccia” che non spiega tutto il peso dato finora alla vicenda, l’uso strumentale che se ne è fatto mettendo i nostri paesi al centro dell’attenzione di tutta l’Italia. Sui giornali nazionali, sui tg, sulle trasmissioni di vario genere Lacchiana e Miroddi si sono affrettati a decantare i grandi vantaggi e le milionarie ricchezze che pioveranno sulla nostra dissestata economia.

Assordante e inspiegabile appare all’esterno il silenzio di Aidone, soprattutto se si pensa alle battaglie civili ingaggiate dai suoi cittadini in altre occasioni e portate avanti con tenacia e determinazione. La questione degli arabi non appassiona gli aidonesi forse perché nessuno ci crede, a molti è apparsa come l’ennesimo coniglio tirato fuori dal cilindro del sindaco per giustificare l’assoluta inerzia nell’amministrazione del paese. Un altro tra i meriti millantati dal sindaco come quello della partecipazione all’Expo di Milano che ha portato quest’anno moltitudini di turisti tali che il paese non è riuscito neppure a contenerli, o come la ripetuta inaugurazione del Centro multifunzionale “Rocca di Cerere Factory” mai aperto al pubblico. Intanto restano irrisolti i problemi veri, primo fra tutti quello della nettezza urbana. L’area dei servizi in contrada Canalotto, che ospita il mercato settimanale, inaugurata di recente, è diventata una vera e propria discarica; il servizio di raccolta porta a porta, fatta in modo molto irregolare e imprevedibile, induce gli utenti a conferirvi i propri rifiuti piuttosto che tenerli appesi per strada preda dei numerosi cani randagi e sentine di essenze maleodoranti. Resta irrisolto il problema dell’acqua di cui tutto si può dire tranne che sia potabile, al danno di una bolletta carissima si aggiunge la beffa di dovere comprare l’acqua minerale in bottiglia anche per cucinare…

Qualche considerazione sull’accordo con gli arabi

Ma torniamo all’Intesa, l’Accordo d’intesa per la costituzione del King Salman Cultural and Arcitectural Islamic Arabic Center” come viene definito nella delibera di giunta del Comune di Aidone –d.g.c. n.73 del 4 maggio 2016- .

Leggendo il testo di questo accordo ci si chiede come qualcuno abbia potuto prenderlo sul serio; lo stile contorto, gli strafalcioni, le inesattezze palesi e le certezze fantasiose, la sintassi improbabile ne fanno un testo che non ha la minima dignità di un atto pubblico. In premessa veniamo a conoscenza dell’impellente ed improrogabile bisogno che noi tutti abbiamo di conoscere la storia islamica per conoscere meglio noi stessi. L’incipit: “Oggi è più che mai necessario studiare la storia islamica della Sicilia antica e ciò risponde all’antica domanda ‘conosci te stesso’ che il Popolo siciliano non si pone, ma di cui intuisce tutta la profondità negli usi secolari che lo contrassegnano (sic!) –e perché solo quella araba che è stata pure la più breve tra tutte le dominazioni, perché non i bizantini/greco/turchi o gli svevi/tedeschi o gli spagnoli/catalani? Alla prima affermazione segue una farneticante “Riprendere gli studi, vuol dire conoscere e far conoscere l’essenza della lingua della cultura materiale ed immateriale che gli arabi recarono in Sicilia, creando le condizioni nel medio e nel lungo periodo, per una graduale integrazione”!? Essenza della lingua araba? Integrazione con chi e di chi? Ecco quindi l’esigenza di costruire a Valguarnera una moschea “che diverrebbe la seconda ufficiale e costruita a regola d’arte e porterebbe una vasta eco internazionale specie nel quadro geopolitico attuale”.. Ma di che stiamo parlando? Il tono del documento e tutto così, di quali esperti si sono serviti per stilarlo? I sindaci l’hanno letto prima di firmarlo? Valguarnera è vicina all’autostrada e all’outlet di Dittaino, ergo è la location ideale per la più grande moschea, il più grande campus universitario islamico, e immaginiamo alberghi e campi da golf per i ricchi turisti arabi frequentatori dell’Outlet e visitatori della grande moschea carapipana e di quella antica aidonese! Già, abbiamo scoperto che ad Aidone c’è una moschea antica che, insieme a quella di Enna (?), sarà restaurate con i petrodollari! “È prevista l’“Acquisizione della moschea di Aidone; in alternativa acquisizione della concessione d’uso e sfruttamento turistico in cambio di progetto di valorizzazione e restauro del sito”. Quale antica moschea è stata mostrata alla delegazione saudita nella corso della visita aidonese? Di che stanno parlando? Secondo lo storico locale Gioacchino Mazzola tracce di un precedente insediamento arabo, che si potrebbe configurare come moschea, sono contenute nella chiesetta di Sant’Antonio Abate (meno di cinquanta posti a sedere!) e in quella di Sant’Anna. E allora? Da chi le acquisiscono? Dalla Curia? Da quando in qua si vendono le chiese cristiane per trasformarle in moschee? L’approccio è questo: tutto si può vendere e comprare. Così i volumi della Biblioteca (di quale? quella di Aidone? di Piazza Armerina?) saranno acquisiti per essere digitalizzati e venduti online (sic!), ma perfino “le fonti relative alla Storia dei Musulmani di Sicilia di Michele Amari” sono da acquisire e revisionare alla luce delle nuove scoperte archeologiche… e c’è anche la “costruzione di un campo fotovoltaico da 260 KW per alimentare il centro e trarne un reddito per la sua gestione”, di una Spa, di un campo di calcio/tennis, l’acquisizione e il restauro del castello dei Gresti, campagne di scavi, costruzione di un magazzino/laboratorio di restauro… e così via.

Tirando le somme

Vista così quindi la cosa sembrerebbe del tutto innocua, “una mera dichiarazione di intenti”, una bolla di sapone che si è già sgonfiata, ma quelli che l’hanno voluta si arrenderanno? Il timore di coloro che si sono costituiti in comitato è proprio questo, quanti hanno messo gli occhi sul nostro territorio, chi per coltivare interessi economici ed aumentare il proprio giro d’affari, chi perché vi ha visto il centro strategico da cui irradiare il proprio verbo e la propria cultura, troveranno purtroppo sempre orecchie attente e ben disposte in un territorio affamato come il nostro. Nell’imperante clima complottistico della realtà vi si possono vedere trame occulte e interessi poco chiari che non vanno sottovalutati, quello che è certo è che dovremmo guardare con molto sospetto l’inquietante l’assalto al nostro patrimonio da parte di arabi, cinesi, russi, che pure viene invocato e spacciato come investimento, opportunità, risorsa. Pecunia non olet, i soldi non hanno odore: ai nostri sindaci, paladini delle libertà, non puzza per nulla prendere i denari dalle mani dei monarchi meno liberali (è un eufemismo naturalmente) del mondo; e qualcuno di loro, visti i fattacci di Valguarnera con i il divieto ai fotografi di riprendere l’emiciclo durante la seduta consigliare, le espulsioni dei cittadini che protestavano, il modello saudita non dispiace proprio!

È inquietante anche il fatto che mentre gli altri due sindaci in qualche modo hanno scaricato atto e responsabilità, il soprintendente se n’è tirato fuori completamente, dagli arabi non si sente battere colpo, il sindaco di Aidone è rimasto a proteggere il fortino; dopo l’esposizione mediatica iniziale in cui ha dato in pompa magna l’annuncio e l’ha raccontato urbi et orbi, ora si è chiuso nel silenzio, forse ci crede ancora? Ci crede lui o i suoi mentori?

Aidone-Morgantina. È ancora e sempre anno zero? – I puntata

I cittadini aidonesi avrebbero voluto vedere l’attivismo, messo in campo dal sindaco di Aidone per portare gli Acroliti delle dee Demetra e Kore a rappresentare la Sicilia all’EXPO (che ha meritato menzioni di onore e cittadinanze onorarie a una decina tra funzionari ed esperti), indirizzato in modo forte nel tentare di risolvere tutti gli altri problemi aidonesi, quelli dipendenti dalla sua funzione e quelli per i quali bisogna battere i pugni in modo deciso sui tavoli regionali. L’elenco è lungo, c’è l’imbarazzo della scelta anche solo a citare i più evidenti: la monnezza che decora la nuovissima area di servizio Canalotto, la scarsissima qualità e l’esoso costo dell’acqua, lo stato di abbandono in cui versano le strade e gli edifici di servizio della zona artigianale, le condizioni vergognose della SS 288 e delle varie strade provinciali che afferiscono ad Aidone, la vergognosa scala a Morgantina, il dimezzamento nell’orario di visite del sito nei giorni feriali, il tour di Ade atteso a maggio nel Museo di Aidone e dirottato per altri lidi, prima a Palermo, poi a Lampedusa e poi? ….

Sembra che tutti quelli che hanno in mano le redini del destino dei nostri beni culturali e delle nostre infrastrutture congiurino per fare cancellare Aidone dalle rotte turistiche. Partiamo dall’ultimo.

Testa di Ade foto Consolato Generale d'Italia Los AngelesBARBABLU’: da Malibù a Lampedusa. Il rilievo nazionale, dato al rientro del prezioso reperto restituito dal Museo di Malibù, è dimostrato dalle centinaia di inviti che l’archeologa Serena Raffiotta continua a ricevere per raccontare e descrivere Ade dai riccioli blù in tutta la Sicilia e in giro per l’Italia e le numerose interviste e servizi pubblicati su testate nazionali e locali; si era creata una tensione anche emotiva che avrebbe portato in Aidone migliaia di turisti, replicando l’effetto della “Venere”; ma, inspiegabilmente, prima la Procura poi la Regione hanno preso delle decisioni che escludono dal suo “godimento” Aidone e il territorio di Enna. Il trasferimento a Lampedusa non ha aggiunto prestigio a quella esposizione dove l’attenzione è tutta concentrata sull’amorino di Caravaggio, accanto al quale la teca contenente la testa di Ade appare come un semplice accessorio. In compenso, sembra che, per gentile concessione,verranno esposti ad Aidone dei reperti prestati dal Museo Paolo Orsi di Siracusa: monili e ornamenti in argento provenienti dalla necropoli di età arcaica della stessa Morgantina. Questi, come il prezioso monetario, rinvenuti nelle campagne di scavi iniziate negli anni cinquanta, si trovano a Siracusa, dal momento che allora non esisteva la soprintendenza archeologica di Enna, costituita solo con L.R. 26/85 (da Siracusa la direzione passò ad Agrigento sede della soprintendenza per effetto della L.R. 80/77, provocando altra dispersione dei beni che gli americani andavano trovando a Morgantina). Sarà così possibile, finalmente ammirare questi gioielli nel loro contesto naturale, nelle sale da sempre dedicate alla necropoli arcaica.

aidone_museoMa l’effetto di questa mostra, di cui ancora non si conosce la data, sarà annullato dallasciagurata decisione di lasciare chiuso il sito archeologico di Morgantina nelle mattinate estive (il nuovo orario, prevede dal 1 giugno, la chiusura il lunedì, l’apertura del Museo con orari normali e quella del sito archeologico solo dalle ore 14:00 alle 19:00, tranne la prima domenica del mese). È vero che persiste il problema della carenza di custodi, che non solo non è stato risolto ma si è aggravato con i nuovi pensionamenti, è vero che resta il budget di straordinari che non può essere superato, ma, il fatto che questi handicap abbiano creato negli ultimi due anni molte situazioni di disagio, avrebbe dovuto indurre ad una programmazione più oculata. La chiusura pomeridiana nei mesi prettamente invernali avrebbe prodotto sicuramente meno danni.

Aidone morgantina scala ferroLa scala della vergogna. Il Soprintendente di Enna, alla fine di gennaio, aveva emesso un’ordinanza di rimozione, dopo averla definita abusiva, ma così non è apparso al Dipartimento dei Beni Culturali che l’ha dichiarata “in regola” e ne ha ordinato l’apertura alla fruizione dei turisti; nel frattempo però è stato ripulito un secondo sentiero che permette agevolmente di accedere alla collina, che dimostra ancora una volta l’inutilità di questo brutto manufatto che, gratuitamente, continua a deturpare il panorama dell’agorà. Il tutto continua ad avvenire nel silenzio più assoluto, nonostante le oltre mille firme raccolte dalla petizione online, promossa dal Movimento civico “Noi Aidone”, e nonostante l’interpellanza “urgente” presentata, il primo di aprile, dai Cinquestelle; quest’ultima non ha avuto nessuna risposta, ma si è persa nell’indifferenza generale, forse anche degli stessi presentatori! D’altra parte se si tratta di un’opera abusiva, e il Soprintendente non sembra avere revocato la sua ordinanza, è accettabile che il sindaco di Aidone non abbia preso alcun provvedimento per un’opera abusiva costruita nel proprio territorio, non abbia sentito neppure il bisogno di rendere partecipi i cittadini del suo pensiero, e, nel caso positivo, di difendere la sua scelta? E la procura di Enna? C’è ancora un giudice a Berlino?

Ci si riempie la bocca di progetti di lancio e rilancio del nostra asfittica proposta turistica, per la quale si fanno costosissimi studi, si creano itinerari virtuali e guide più o meno efficaci; ma l’amara realtà è l’effetto a cascata prodotto dalla gente che arriva, nonostante il disagio delle strade, e trova il i cancelli di Morgantina sbarrati, e soprattutto dalle agenzie e dai tour operator che non possono fare programmi di lungo termine se continuano ad essere sorpresi dalle decisioni dell’ultima ora.

(Alcune cose fatte e non fatte rispetto a questo articolo:

  • la testa di Ade è ancora a Lampedusa….
  • dei prestiti di reperti di Morgantina  da parte del museo siracusano si sono perse le tracce
  • la buona notizia è che il nuovo direttore del sito di Morgantina e del museo di Aidone, afferiti insieme alla Villa Romana di Piazza Armerina al polo Museale unico, la dottoressa Giovanna Susan, ha disposto orari di apertura e chiusura uguali in tutti i siti. Quindi almeno per ora, tutto l’autunno-inverno resteranno aperti mattina e pomeriggio…
  • in sede di Commissione Beni Culturali l’udienza per discutere la questione della scala promossa dal Movimento Cinque Stelle non  ha sortito nessun risultato se non la conferma da parte del direttore generale Pennino che il tutto è stato fatto a regola d’arte!!!! )

Morgantina. Turismo a perdere!

(Distretto) Morgantina. Turismo a perdere!

8POzC9TdMIYwK96c-pPBFMVitVdAfzCmp6dJqMYVRF0Presi dall’entusiasmo suscitato dalla presenza di Morgantina e il Museo di Aidone nella piccola élite dei siti che hanno accolto l’invito dell’assessore Purpura a prolungare l’apertura serale, ai più è sfuggito il costo che questa iniziativa ha comportato per Morgantina. Lo hanno potuto constatare per primi i malcapitati turisti che si sono avventurati nelle ore antimeridiane a Morgantina e hanno trovato i cancelli chiusi; il colmo, poi, lo hanno vissuto quelli in possesso del biglietto cumulativo acquistato alla Villa Romana di Piazza Armerina, dove evidentemente non erano stati avvisati sugli orari aggiornati. Così tutti ci siamo resi conto del costo dell’operazione visibilità: in un colpo è stata cancellata, non solo per il mese di agosto ma per tutto settembre, l’apertura mattutina: il sito di Morgantina è visitabile tutti i giorni dalle 14 alle 19 e dal venerdì alla domenica dalle 14 alle 22. Per fortuna l’orario del Museo non è stato toccato, l’ingresso è sempre alle 9:00, la chiusura è stata prolungata fino alle 21:00.

Foto venere ritagliata120Nell’intenzione dell’Assessore Regionale e del suo direttore generale Pennino c’è la volontà di intercettare i picchi estivi del turismo e far convergere sui beni culturali anche quei turisti attratti solo dal mare e dal clima siculo, ma come sempre si fanno le nozze con i fichi secchi e questa regola è aurea per Morgantina. Dal momento che il personale è sempre quello, se vuoi aprire la sera chiudi il mattino! Ma il conto non torna: si aggiungono 9 ore serali (venerdì-domenica dalle 19 alle 22) e se ne eliminano 35 antimeridiani (lunedì-domenica dalle 9 alle 14!). Questo in primis.  In secundis: il sito di Morgantina è logisticamente preparato ad accogliere i visitatori in notturna, sono stati fatti degli adeguamenti negli itinerari, nella illuminazione, nella messa in sicurezza? Prima di confermare questi orari per il mese di settembre, la direzione del Museo dovrebbe rendere pubblici i risultati dell’esperimento (dati sul numero dei visitatori serali e, statisticamente, numero dei visitatori persi la mattina) e valutare di conseguenza se sia il caso di continuare. Ma a pensar male si fa sempre bene e, memori di quanto accaduto l’anno scorso e dell’impossibilità di fare fronte all’apertura continuativa con il contingentamento degli straordinari imposto dalla Regione, tutta l’operazione sa quasi da aperitivo per affrontare il piatto indigesto che si sta preparando!  Naturalmente sulla questione si registra un assordante silenzio da tutte le parti: l’Amministrazione comunale ha chiesto conto della opportunità e dell’utilità di questa fruizione notturna e soprattutto della chiusura mattutina? Non se ne hanno notizie, intanto il sindaco continua a fare la spola tra Aidone e l’EXPO, accompagnando le migliaia di turisti che da tutto il mondo, dopo avere visto gli Acroliti nella Piazzetta Italia, si precipitano a visitare Aidone, il Museo archeologico, Morgantina! La questione è stata sollevata da qualche “volontario” su Facebook, senza ricevere grande risalto, gli aidonesi parlano tanto, ma quando si tratta di lasciare traccia della propria opinione, e quella di FB sta diventando una vera firma, preferiscono non esporsi, non disturbare i manovratori, temendo chissà quali ritorsioni…

L’altro grande assente è il Distretto Turistico dea di Morgantina. A quanto pare non può occuparsi di problemi di bassa organizzazione quotidiana, impegnato com’è a spendere il grosso malloppo  (solo 732.000 euro) dei fondi comunitari nei quattro fumosi progetti di lancio turistico;*P l’ultimo in ordine di tempo è il progetto di Promo-commercializzazione nel mercato internazionale con tre paesi “target” -Regno Unito, Germania e Russia- che è stato avviato in questi giorni; il ciclo di workshop rivolti a operatori economici e dell’informazione, è partito da Londra, continuerà a Mosca e poi a Francoforte. Lanciamo nel mercato internazionale (non s’è capito perché questi tre paesi, trascurando i paesi arabi, la Cina, gli USA…, magari sperano che siano oggetto di un prossimo progetto!) una mega offerta turistica per portare i turisti in provincia, ma per quali strade, in quali strutture, con quali accessi? A settembre 60 operatori -tra tour operator, buyers, giornalisti, agenti di viaggio-, europei e non, arriveranno sul territorio per visitarlo, studiare itinerari, godere dei beni culturali ed ambientali del distretto, cosa troveranno? La guida d’eccezione è nientepopodimeno che un racconto di Camilleri***, che ad Enna visse per un paio d’anni tra il 1946 e il 1948: visto che il brand tira, ci accodiamo anche noi, così anche Enna entra negli itinerari dello scrittore agrigentino che ha fatto la fortuna di Modica, Scicli e Ragusa, non si sa mai!

morgantina-turismoaperderel’articolo su Vivienna

 

 

 

 

 

 

* tra i progetti c’è quello del sito “Guide d’autore” ( www.ennaguidedautore.it/ in italiano ed in inglese, in via di allestimento, fornito anche di una applicazione mobile ) realizzato dall’Associazione Civita, che non promette granchè se resta com’è: lentissimo!

 Comunicato Stampa dell’avvio del progetto di promocommercializzazione

**   Dei 4 progetti approvati quale sarà il primo a partire
Al via il progetto di promocommercializzazione per il Distretto di Morgantina volto all’incremento dell’incoming turistico a carattere internazionale.
 Realizzazione di attività di comunicazione nei Paesi target
Il progetto mira alla diffusione del territorio come alternativa alla Sicilia classica e comunemente conosciuta.  Target: operatori turistici UK, Russia e Germania/ principali stakeholder e giornalisti . Attraverso un percorso emotivo ed enogastronomico verrà presentato il Distretto e il territorio di Enna con le ricchezze dell’entroterra Siciliano e le ricchezze naturali ed enogastronomiche, affinché la destinazione diventi oggetto dei molteplici pacchetti turistici proposti dagli operatori esteri. 
Ideazione e realizzazione di materiale promo-pubblicitario

Il progetto di promo-commercializzazione in partenza questa sera a Londra cosa prevede? Come si svilupperà?

Workshop presso le sedi ENIT
Le attività di promo-commercializzazione nei paesi target, Germania, Russia e Inghilterra, prevedono l’organizzazione di un ciclo di workshop rivolti esclusivamente a operatori economici/buyer e giornalisti/blogger esteri. Le attività di workshop, da effettuarsi nelle differenti sedi dell’ENIT presenti in ciascuno dei tre paesi target (Londra, Francoforte e Mosca), verranno realizzate perseguendo i seguenti obiettivi: Implementare, presso i possibili buyer esteri, la conoscenza delle innumerevoli risorse culturali, naturalistiche, enogastronomiche e artigianali che il Distretto Turistico offre. Presentare, agli operatori internazionali, in forma esperienziale e incisiva i servizi e le strutture presenti sul territorio distrettuale. Aumentare il flusso di turisti in arrivo presso le aree del distretto, diversificandone i target e distribuendone i flussi in tutte le stagioni dell’anno. Valorizzare l’offerta e incuriosire i buyer verso quelle mete, soprattutto dell’entroterra, che attualmente risultano meno fruite. Sarà quindi indispensabile presentare al meglio gli itinerari ipotizzati dal Distretto e dare visibilità alle innumerevoli e importanti manifestazioni ed eventi che contraddistinguono il territorio.
Ecco di seguito il calendario degli incontri: London / 26th August 2015 /From  18.30 to  21.00 /*****The Homage Bar at Waldorf – The Waldorf Hilton- Aldwych.London.WC2B 4DD
 Frankfurt /02nd September 2015/From  18.30 to  21.00- *****Enit Room-Barckhausstr. 10 Aldwych-60325 Frankfurt am Main
 Mosca /31th  August 2015/***** Enit Room
60 operatori europei e non arriveranno sul territorio, cosa faranno? Dettaglio del programma e delle provenienze
I destinatari degli educational educational tour – press & influencers trip sono suddivisi in due macro-gruppi: –          Buyers – Tour operator e/o  agenti di viaggio operanti nei paesi target; –          Giornalisti, redattori,  autori,  blogger,  troupe  televisive paesi target
Date: 8 -11 Settembre 2015 – Il gruppo: 60 tra operatori e stampa:                  20 UK –                  20 Russia –                  20 Germania
Il progetto
L’idea progettuale che guiderà la creazione degli itinerari non è solo quella di realizzare un semplice itinerario turistico ma una vera e propria rete organizzata di imprese, enti ed istituzioni in grado di portare il territorio ed i suoi elementi distintivi (risorse ambientali, culturali, ecc.) a competere sui mercati globali, realizzando un progetto integrato del territorio e presentando e promuovendo i diversi soggetti coinvolti pubblici (Enti, Associazioni, ecc.) e privati (strutture ricettive, aziende agro-alimentari, ristoranti, botteghe di artigianato, ecc.) attraverso un’unica immagine.
Il programma di massima
Quattro giorni destinati alle bellezze turistiche e alle eccellenze produttive e turistiche del territorio. Un tour nel Distretto Turistico “Dea di Morgantina” luogo caratterizzato dalle bellezze architettoniche di Piazza Armerina, con le sue ville già patrimonio dell’UNESCO, dall’antica polis dell’area archeologica di Morgantina, passando attraverso i paesaggi tipici della zona, dal lago Pergusa alla Riserva Naturale Rossomanno, per giungere ad Enna, luogo in cui visse per diversi anni Andrea Camilleri, fenomeno letterario davvero unico e inimitabile diventato autore best-seller con il suo commissario Salvo Montalbano. Spazio anche alle eccellenze produttive del territorio con visite mirate ad alcuni dei principali produttori enogastronomici locali.

Il racconto di Cammilleri

*** Discovering the Tourist District “Goddess of Morgantina”

La Sicilia luogo incantato di profumi, colori e aromi che vi rapiranno per sempre, luogo di letteratura e storia lungo le tracce del commissario Montalbano e dello scrittore Andrea Camilleri
Londra incontra il magico territorio della Sicilia
Londra, 26 agosto 2015 -Tutta la bellezza del Distretto Turistico “Dea di Morgantina”, piccola gemma racchiusa nella Provincia di Enna, nel cuore dell’isola di Sicilia, incanterà Londra per una serata speciale dedicata alla presentazione della Provincia di Enna, in un viaggio tra tradizioni, culture e cibi tipici del noto Distretto e dell’intera regione.  Il Distretto Turistico “Dea di Morgantina” luogo caratterizzato dalle bellezze architettoniche di Piazza Armerina, con le sue ville già patrimonio dell’UNESCO, dall’antica polis dell’area archeologica di Morgantina, passando attraverso i paesaggi tipici della zona, dal lago Pergusa alla Riserva Naturale Rossomanno, per giungere ad Enna, luogo in cui visse per diversi anni Andrea Camilleri, fenomeno letterario davvero unico e inimitabile diventato autore best-seller con il suo commissario Salvo Montalbano.  Un successo da oltre 30 milioni di copie con titoli tradotti in tutto il mondo, che non fanno in tempo ad uscire ed entrano in testa alle classifiche dei più venduti, piacendo in Italia, all’estero e a lettori di tutte le età.
In quei due anni ennesi, proprio in quelle due stanzette, credo di essermi formato come scrittore”.
Questo il legame tra Andrea Camilleri ed Enna come lui stesso racconta nel documentario RAI Educational “Il luogo, la memoria”, dove lo scrittore narra in prima persona, alcuni episodi della sua vita e della sua Sicilia, in particolare gli anni dell’adolescenza trascorsi ad Enna, quando sente nascere il desiderio di scrivere.
 Di seguito il testo del racconto dello scrittore:
 “Ho vissuto ad Enna tra il ’46 e il ’48. Avevo 21 anni. Dal Belvedere guardavo i paesi vicini e nello stesso tempo lontani, i laghetti, i boschi, ora azzurri ora bianchi, a seconda della neve. Il paesaggio si poteva trasformare in mare, solo se si voleva. E questo pensiero mi consolò. L’aereo  passava sopra di noi. Io guardavo in alto e invece un uomo vicino a me guardava in basso e mi disse  “guardi che vola in basso.” Lui si chiamava Franco Cannarozzo e diventammo amici.  
Il nemico feroce di Enna si chiama freddo.
Passavo molto tempo a letto, con il passamontagna. Ascoltavo musica jazz e scrivevo poesie. Il mio brano preferito si chiamava “Sweet Georgia Browns”. E così trascorrevo i miei giorni. Avevo degli amici, Franco Enna, Salvatore Pasqua, Arnoldo Farina. Quest’ultimo era in grado di mangiare venti paste alla crema in una sola  giornata. Un giorno avvenne il miracolo, durante una mia passeggiata, mi imbattei nella biblioteca comunale, vi entrai: non c’era nessuno. Solo delle stufe e tanti libri. Un uomo mi chiese con distacco: “Desidera?” E io risposi laconico: “Nulla volevo guardare”
 Allora si presentò: “Sono l’avvocato Fontanazza, il direttore”.  Da quel giorno in biblioteca ci andai volentieri anche per il tepore che emanavano le stufe. Fontanazza lesse le mie poesie e  mi conquistai la sua fiducia. Mi apri’ le porte del tesoro: due stanze con i lasciti non schedati di Lanza e Savarese. Io in quelle due stanze mi persi e lì mi formai come scrittore. L’avvocato continuava a leggere i miei racconti e le mie poesie e continuava a rimproverarmi per i troppi errori di battitura. Nel 1947 vinsi il premio Firenze con una commedia. Poi mi trasferii a Serradifalco. Lì vivevo conoscendo luoghi e persone cominciai a percepire la memoria degli stessi luoghi, a intravedere le radici e mi insinuava il sospetto che il mare erodeva la memoria. Forse per questo i miti resistono alla Storia, solo perché vivono al centro dell’Isola. 
A Pergusa, dalle lacrime di Cerere nasceva il lago e si dava corso al ciclo della vita e della morte. Anche alle miniere di zolfo sono legati miti e leggende. I Siciliani vi hanno trascorso gran parte della loro esistenza. I sopravvissuti portavano il marchio del lavoro: nei polmoni o nella cassa toracica storpiata dall’eccesso di peso. La continua presenza della morte è un lascito della dominazione spagnola. Il senso della morte è un elemento connaturato di Siciliani. Il suo pensiero aiuta a vivere. La religiosità cade spesso in superstizione e trova il suo acume nel lutto religioso, con le rappresentazioni legate alla settimana santa ad Enna.
Le confraternite sono un unisono di sentimenti, una unione fraterna. Ma il cappuccio dei confrati in realtà isola l’individuo da quello che gli sta accanto, così il dolore è singolo.
Ogni Siciliano è un’isola nell’isola. Pertanto non direi sicilitudine, ma isolitudine. A Serradifalco vivevo la smania del viaggio. Prendevo il treno e vagavo per Enna, Calascibetta, Pietraperzia, come un viaggiatore incantato da una Sicilia sconosciuta e ogni paese, come Rosario nel libro di Vittorini, mi sembrava la più bella cittadina che vedevo, fino a che non mi recavo in un altro paese che mi sembrava ancora più bello ancora. Il mio ricordo vaga ad uno zio generale, patito di fumo, braccato un giorno dai tedeschi che minarono il suo nascondiglio. A quel punto dalle tegole si misero a piovere sigarette… Quanti pensieri legati alla guerra. Poi con lo sbarco degli Alleati cambiò tutto. Libertà e democrazia sono legate alle conquiste interiori. Cominciarono le migrazioni negli Usa. Troppi morti qui nelle miniere. I patti agrari soffocarono nel sangue. Il connubio tra mafia, banditismo, destra agraria portò alla strage di Portella della ginestra. E in questo contesto ecco l’elemento femminile che si sacrifica per l’uomo cui ubbidisce sempre.  Quante volte l’uomo siciliano non si è meritato la devozione della donna! Non ho mai creduto alla sottomissione del gentil sesso. L’esempio era mio nonno che commercializzava in zolfo, un uomo autoritario e potente, ma di notte sempre mite ai consigli della moglie. Le raccontava dei suoi affari e le chiedeva: “E tu che ne pensi Elvirù?”. A bassa voce. Non doveva  farlo sentire alla famiglia, altrimenti il gioco delle parti veniva smascherato. Eppure la mattina successiva scendeva nel suo ufficio e dava dimostrazione di avere preso decisioni importanti durante la notte che portava consiglio.
 Dopo svariati anni tornai ad Enna come assistente del regista Orazio Costa. A teatro Garibaldi il pubblico era gelido, e proprio lì  si ballava  a Carnevale, dai palchi come un festone, lunghi fili di salsiccia si snodavano, caratterizzando serate indimenticabili. Il mio ricordo è un  teatro pantagurelico. 
 La  Sicilia… che dire di questa isola? Che cambierà. Che la sottomissione al potente sarà cancellata. Che cambierà senza perdere la sua variegata identità e gli occhi delle ragazze non saranno più velati dalla malinconia”.

 

 

Turismo nostrano: mentre il medico studia il malato se ne va!

Turismo nostrano: mentre il medico studia il malato se ne va!distretto

Il turismo siciliano, quello del nostro “distretto turistico” e in special modo quello del nostro territorio di Aidone e, suo malgrado, anche Piazza Armerina, continua ad essere oggetto di infiniti studi, ricerche, ricette di cura….. dovremmo esserne contenti ma, mentre si continua a studiare, sprecando le poche risorse disponibili, il nostro paese, lungi dal trasformare in volano di sviluppo il grande patrimonio di cui la storia e la natura lo  hanno generosamente dotato, resta ai margini, il paradiso delle occasioni perse. Il museo di Aidone ha reso pubblico il numero di visitatori del 2014: si  è registrato un aumento, rispetto al 2013, di quasi 10.000 presenze tra il Museo e l’area archeologica di Morgantina (Il Museo di Aidone è stato visitato da 34.578 persone e l’area archeologica di Morgantina da 32.256). Ma sono presenze mordi e fuggi , anzi guarda e fuggi;  non abbiamo numeri sulle presenze nei ristoranti e nei B&B per capire se c’è una ricaduta sull’economia di Aidone, ma è lampante che si tratterebbe di numeri risibili. Ed intanto si continua a studiare il fenomeno e a proporre ricette più o meno applicabili che nessuno ascolta -neppure quegli stessi che hanno ordinato lo studio- e che  fino ad ora non si sono mai trasformate mai in azioni concrete.

Fondazione SiciliaL’ultimo in ordine di tempo è lo studio commissionato dalla Fondazione Sicilia a Francesco Rutelli, che il 13 marzo, a Palermo, a  Palazzo Branciforte, presenterà i risultati della sua fatica: -Il Rapporto sulla valorizzazione dell’area di Piazza Armerina e Morgantina “Cuore antico della Sicilia”. Francesco Rutelli, illustrerà, punto per punto, le sue “ricette” per lo sviluppo turistico del territorio di Enna, ma intanto mette le mani avanti denunciando le promesse disattese dalle istituzioni regionali riguardo agli impegni che avevano preso:  “… quando ricevetti la cittadinanza onoraria della Città di Aidone, per avere ottenuto la restituzione all’Italia della scultura della Dea, ho chiesto pubblicamente alle Istituzioni regionali di mantenere gli impegni a migliorare le capacità infrastrutturali, organizzative, di accoglienza e promozione dell’area. Solo così si sarebbe spiegato al mondo il rientro di quel capolavoro, non più ammirato da centinaia di migliaia di visitatori al Getty Museum di Malibu, ma esso stesso fattore di sviluppo culturale, turistico ed economico nella terra di provenienza dell’enigmatica Dea. Oggi – conclude Rutelli – è imperativo non alzare bandiera bianca nel prendere atto che questa grande occasione è perduta”. Sì è imperativo non dichiarare la resa completa, ma le nostre braccia sono cadute del tutto e non hanno più neppure la forza di alzare la bandiera bianca, davanti al fatto  che a cinque anni dall’inizio dei Rientri nel Museo di Aidone (2009 gli Acroliti, 2010 gli Argenti, 2011 la “Venere”) nulla è cambiato, non è nato nulla di nuovo, strutture e infrastrutture sono sempre le stesse, con qualche anno in più di degrado, i pochi privati che, illusi dalle tante aspettative, avevano provato ad immaginare la propria vita in paese e investito in qualche impresa, hanno abbandonato  e sono fuggiti all’estero o nel Nord Italia e  il degrado e l’abbandono sono continuati senza freni.

Per non parlare del fantomatico Distretto turistico della Venere, sul quale erano state riposte tante aspettative, tante speranze e che, come era prevedibile, invece, si è rivelato il solito carrozzone   costruito per gestire i finanziamenti che sicuramente prima o poi sarebbero arrivati, un altro centro di potere politico, l’ennesima occasione persa di mettere intorno ad un tavolo le forze sane della provincia per creare sinergie, occasioni e lavoro a prescindere! E invece non si prescinde, dopo anni finalmente i finanziamenti sono arrivati, e sono anche una bella cifra oltre settecentomila euro, da impiegare su progetti fumosi: si continua a studiare mentre il malato se ne va.

l'inaugurazione della Venere al Museo di Aidone

l’inaugurazione della Venere al Museo di Aidone

I due primi progetti che stanno partendo prevedono una spesa di 70.000 euro per  progettazione e realizzazione di azioni volte a sostenere la creazione della Denominazione Territoriale “Dea di Morgantina”,  e di 120.000 euro per “l’ideazione e realizzazione del portale WEB relazionale del Distretto Turistico “Dea di Morgantina, dei servizi annessi, della relativa campagna di comunicazione WEB e del suo posizionamento ” (fonte sito della provincia). Gli altri due progetti finanziati riguardano: “La  Realizzazione di attività per l’incremento dell’incoming turistico a carattere internazionale Distretto Turistico Dea di Morgantina, con attività di promozione del patrimonio turistico del territorio del Distretto Dea di Morgantina nei mercati destinazione identificati (Germania, Inghilterra e Russia) – e non si capisce il perché di questa limitazione che trascura i paesi di lingua francese, spagnola, e i paesi dell’estremo oriente come Cina, Giappone, Corea dal quale ormai si muovono i flussi turistici più consistenti-  e l’ultimo l’ “Analisi quali-quantitativa della domanda attuale e potenziale di fruizione turistico-culturale”. Tutti e quattro i progetti per la modica cifra complessiva di 732.000  euro, dei fondi del  Programma Operativo Regionale FESR 2007/2013 Sicilia. Qui non si vuole mettere in dubbio l’esigenza di osservare,  studiare, progettare, il problema è che ad oggi di tutti gli studi, piani strategici, consigli non richiesti da operatori turistici e studiosi dei flussi, non resta altro che la carta, una montagna di carta  archiviata negli scaffali di provincia, comuni ed enti vari, che non ha smosso di un centimetro la realtà dei nostri paesi, non ha portato un turista in più, ma ha sicuramente rimpinguato i bilanci di agenzie e studi professionali….

chiusi per festivitaMENTRE SI FA FINTA DI STUDIARE COME INCREMENTARE IL TURISMO IL MUSEO E IL SITO ARCHEOLOGICO DI MORGANTINA E DI GRAN PARTE DELLA SICILIA CHIUDONO LA DOMENICA E I FESTIVI!!

MUSEI E SITI ARCHEOLOGICI SICILIANI CHIUSI PER FESTIVITA’

 

Alla fine la Regione ha messo sul suo sito l’avviso le disposizioni sulla “ fruizione dei siti culturali nei giorni festivi dal 9 marzo 2015” in poi (non è specificato fino a quando durerà questa oscenità!), cioè l’elenco dei pochi siti aperti  a fronte delle maggioranza che resteranno chiusi. Certamente sollecitata dalle lamentele dei dirigenti  dei siti culturali, costretti alla chiusura nei giorni festivi a causa di una legge scellerata che vuole che i custodi devono lavorare solo nei giorni feriali, come tutti gli altri impiegati, e che possono fare solo un limitato numero di turni festivi. Si scaricano così di uno sgradito onere i dirigenti, finora visti come gli unici responsabili di questi provvedimenti assurdi. È deontologicamente corretto che uno accetti di fare il custode in un sito culturale pretendendo il diritto di non lavorare nei giorni festivi? e che qualora sia costretto  deve essere eccezionalmente  e straordinariamente retribuito? Provate a dirlo ad un cameriere di ristorante, ad un pasticcere, ad un barista che se vogliono lavorare nei giorni festivi lo devono fare in modo straordinario, penseranno che proveniate da un pianeta dove si sono invertite le parti e dove i turisti, gli avventori, i viaggiatori  circolano solo dal lunedì’ al venerdì……. Eppure è quello che succede in Sicilia; ma, dal momento che il numero di custodi non equamente distribuito, come sempre la legge non è uguale per tutti,  c’è qualcuno per il quale è più uguale. Così in provincia di Palermo e Trapani molti siti restano aperti  -guarda caso molti dei custodi assunti in illo tempore a Morgantina, originari di quelle zone, appena ne hanno avuto la possibilità si sono trasferiti proprio lì, lasciando sguarnite i nostri siti! Tra le provincie di Enna e  Caltanissetta  resterà aperto solo la Villa Romana di Piazza Armerina!

Ma in questi giorni qualcuno forse finalmente sta cominciando ad alzare il velo sul teatro dell’assurdo che è l’amministrazione regionale siciliana dei BB. CC:  oggi in un post su Facebook l’ex Assessore Mariarita Sgarlata denuncia la complicità dei sindacati della “casta dei custodi” nel volere mantenere  la situazione attuale per alzare il tiro e il consenso sulle richieste dei loro assistiti “Ho litigato ai tavoli di concertazione con i sindacati per distribuire razionalmente i custodi e ottenere la deroga al 50% sui festivi nel loro contratto già particolarmente vantaggioso. Ovviamente, la deroga nel contratto garantirebbe l’apertura dei festivi durante tutto l’anno. A Roma la ex soprintendente Maria Rosaria Barbera, dopo un braccio di ferro, ha ottenuto la revisione del contratto… I sindacati non hanno avuto il coraggio di dire la parola straordinario, forse perché sono consapevoli delle condizioni vantaggiose in cui operano i custodi siciliani, concentrati in alcune città, distaccati in altri uffici (Corte dei Conti e altro), tutelati quando per razionalizzare il servizio andrebbero spostati…. E’ evidente che c’è una regia precisa nel mettere i direttori del Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Siciliana nella condizione di dovere chiudere i musei nei festivi”. E intanto anche il sottosegretario all’Istruzione, all’Universita’ e alla Ricerca, Davide Faraone,  a margine di un incontro all’Università di Palermo, rileva   “Nessuno ci dice perche’ l’80 per cento dei siti archeologici e i musei rimane chiuso la domenica. Mi scandalizza che non ci sia nessuno che si scandalizza di avere questi sindacalisti in Sicilia” e ancora “Mi impressiona l’incredibile sciopero proclamato dai sindacati sulla proposta di legge regionale di riforma che prevede l’equiparazione dei dipendenti regionali ai dipendenti pubblici, e quindi il taglio del 600 per cento di ore in permessi di cui godono i sindacalisti in Sicilia rispetto al resto d’Italia”. Faraone però dovrebbe spiegarci dov’è stato in tutti questi anni, e perché non si è scandalizzato quando queste cose le viveva da consigliere comunale a Palermo o deputato all’Assemblea Regionale?  Ma non è mai troppo tardi soprattutto se ne accorge oggi dall’alto del suo incarico di governo e se è disposto a metterci la faccia e ad agire di conseguenza!

 Francesco Rutelli nel suo libercolo di una trentina scarse di pagine -che costituiscono il Rapporto sulla valorizzazione dell’area di Piazza Armerina–Morgantina, scritto su commissione della Fondazione Sicilia e presentato venerdì scorso a Palazzo Branciforte-  non ha ommesso di denunciare, nelle due paginette delle criticità, la cattiva gestione dei siti culturali da parte della Regione Sicilia! Salvo poi dimenticarsene del tutto nelle conclusioni che culminano nelle cinque proposte che sembrano replicare quanto suggerito in tutti gli studi sfornati in questi anni!

E, dulcis in fundo anche Ettore Messina, imprenditore turistico di Piazza Armerina, ha preso carta e penna per denunciare il fatto di essere  costretto a modificare i tour per le comitive in arrivo che non potranno visitare Morgantina e la statua della Dea perché  i siti archeologici non saranno visitabili. Inevitabile la protesta degli operatori turistici locali, costretti a dover rivedere i tour già venduti nelle scorse settimane o mesi.

E ancora una volta ci chiediamo a che gioco si gioca: da una parte si continuano a finanziare profumatamente ricerche, studi dove si scopre, come ha fatto Rutelli, l’acqua calda,  piani improbabili di lancio e rilancio del turismo siciliano, mentre dall’altra si tengono chiusi i siti che dovrebbero fare da attrazione turistica e quando sono aperti sono privi dei minimi servizi!

http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_AssBeniCulturali/PIR_BeniCulturaliAmbientali/PIR_Disposizioneperapertureneigiornifestivi