Aidone dalla melma di acque stagnanti spunta fuori un’antica moschea

Del ritorno degli Arabi e del silenzio di gomma degli Aidonesi  – II puntata

Nella stagnazione di qualunque azione amministrativa si continua ad abusare della distrazione di massa proponendo improbabili progetti come quello dello sbarco dell’UNESCO in Aidone, a quale titolo non si capisce, o dei milioni di euro che il governo saudita verrebbe ad investire  tra Aidone, Piazza Armerina e Valguarnera  portando prosperità e ricchezza insieme ad un grandissimo numero di musulmani: studenti, turisti e fedeli fruitori di una grande moschea a Valguarnera, di un centro culturale, una università etc. Gli aidonesi alla notizia hanno risposto con flemma e disincanto, non parlandone se non nei luoghi di elezione, i bar. Piazzesi e Carrapipani invece, forse con senso più realistico, si sono riscaldati e sono scesi in campo organizzando la protesta all’interno di comitati civici, cercando di smuovere le acque e di tenere desta l’attenzione anche a livello di governo regionale e nazionale. Anche perchè, in un momento storico critico come quello che stiamo vivendo, non si capisce come decisioni di portata internazionale e che interessano tutta la Sicilia possano essere presi autonomamente da sindaci rappresentanti meno di quarantamila siciliani.                                                               Questo  articolo è la seconda puntata di una prima pubblicata a giugno, riportato qui in calce, dove si riflette amaramente della perdurante stagnazione. Ad Aidone e nella fruizione di Morgantina e del Museo si continuano a fare un passo avanti e tre indietro…

Ferve in questi giorni l’attivismo dei comitati cittadini, di Piazza Armerina e Valguarnera, nati per contrastare l’iniziativa dei sindaci delle loro città e di quello di Aidone che a maggio hanno firmato il famigerato accordo per la costituzione del centro di cultura islamica King Salman. I due comitati ne chiedono fortemente la revoca con un atto ufficiale. La questione è arcinota ma, proprio quando sembrava cosa fatta, i sindaci Drajà e Miroddi, riluttanti a presentarsi a discuterne nella sede naturale del consiglio comunale, pilatescamente hanno affermato che non c’è nulla da discutere perché trattasi di “carta straccia”. Tale lo renderebbe la mancata firma del Soprintendente ai Beni Culturali di Enna. Di quest’ultimo è stata resa pubblica la lettera, indirizzata al presidente del Consiglio, ai ministri degli Affari esteri e dell’Interno e ai sindaci dei comuni interessati, dalla quale si evince che, dopo essere stato consultato nella prima fase, suo malgrado si è ritrovato citato tra i “contraenti” pur non essendo di sua competenza l’avvio della procedura. Alla fine l’accordo stipulato tra cinque comparenti, nella copia che è circolata sugli organi di informazione, risulta firmato solo dai tre sindaci. Mancano oltre alla firma del dottore Gueli anche quella del dott. Ahmed Saeed Badrais, rappresentante del governo saudita. Una “carta straccia” che non spiega tutto il peso dato finora alla vicenda, l’uso strumentale che se ne è fatto mettendo i nostri paesi al centro dell’attenzione di tutta l’Italia. Sui giornali nazionali, sui tg, sulle trasmissioni di vario genere Lacchiana e Miroddi si sono affrettati a decantare i grandi vantaggi e le milionarie ricchezze che pioveranno sulla nostra dissestata economia.

Assordante e inspiegabile appare all’esterno il silenzio di Aidone, soprattutto se si pensa alle battaglie civili ingaggiate dai suoi cittadini in altre occasioni e portate avanti con tenacia e determinazione. La questione degli arabi non appassiona gli aidonesi forse perché nessuno ci crede, a molti è apparsa come l’ennesimo coniglio tirato fuori dal cilindro del sindaco per giustificare l’assoluta inerzia nell’amministrazione del paese. Un altro tra i meriti millantati dal sindaco come quello della partecipazione all’Expo di Milano che ha portato quest’anno moltitudini di turisti tali che il paese non è riuscito neppure a contenerli, o come la ripetuta inaugurazione del Centro multifunzionale “Rocca di Cerere Factory” mai aperto al pubblico. Intanto restano irrisolti i problemi veri, primo fra tutti quello della nettezza urbana. L’area dei servizi in contrada Canalotto, che ospita il mercato settimanale, inaugurata di recente, è diventata una vera e propria discarica; il servizio di raccolta porta a porta, fatta in modo molto irregolare e imprevedibile, induce gli utenti a conferirvi i propri rifiuti piuttosto che tenerli appesi per strada preda dei numerosi cani randagi e sentine di essenze maleodoranti. Resta irrisolto il problema dell’acqua di cui tutto si può dire tranne che sia potabile, al danno di una bolletta carissima si aggiunge la beffa di dovere comprare l’acqua minerale in bottiglia anche per cucinare…

Qualche considerazione sull’accordo con gli arabi

Ma torniamo all’Intesa, l’Accordo d’intesa per la costituzione del King Salman Cultural and Arcitectural Islamic Arabic Center” come viene definito nella delibera di giunta del Comune di Aidone –d.g.c. n.73 del 4 maggio 2016- .

Leggendo il testo di questo accordo ci si chiede come qualcuno abbia potuto prenderlo sul serio; lo stile contorto, gli strafalcioni, le inesattezze palesi e le certezze fantasiose, la sintassi improbabile ne fanno un testo che non ha la minima dignità di un atto pubblico. In premessa veniamo a conoscenza dell’impellente ed improrogabile bisogno che noi tutti abbiamo di conoscere la storia islamica per conoscere meglio noi stessi. L’incipit: “Oggi è più che mai necessario studiare la storia islamica della Sicilia antica e ciò risponde all’antica domanda ‘conosci te stesso’ che il Popolo siciliano non si pone, ma di cui intuisce tutta la profondità negli usi secolari che lo contrassegnano (sic!) –e perché solo quella araba che è stata pure la più breve tra tutte le dominazioni, perché non i bizantini/greco/turchi o gli svevi/tedeschi o gli spagnoli/catalani? Alla prima affermazione segue una farneticante “Riprendere gli studi, vuol dire conoscere e far conoscere l’essenza della lingua della cultura materiale ed immateriale che gli arabi recarono in Sicilia, creando le condizioni nel medio e nel lungo periodo, per una graduale integrazione”!? Essenza della lingua araba? Integrazione con chi e di chi? Ecco quindi l’esigenza di costruire a Valguarnera una moschea “che diverrebbe la seconda ufficiale e costruita a regola d’arte e porterebbe una vasta eco internazionale specie nel quadro geopolitico attuale”.. Ma di che stiamo parlando? Il tono del documento e tutto così, di quali esperti si sono serviti per stilarlo? I sindaci l’hanno letto prima di firmarlo? Valguarnera è vicina all’autostrada e all’outlet di Dittaino, ergo è la location ideale per la più grande moschea, il più grande campus universitario islamico, e immaginiamo alberghi e campi da golf per i ricchi turisti arabi frequentatori dell’Outlet e visitatori della grande moschea carapipana e di quella antica aidonese! Già, abbiamo scoperto che ad Aidone c’è una moschea antica che, insieme a quella di Enna (?), sarà restaurate con i petrodollari! “È prevista l’“Acquisizione della moschea di Aidone; in alternativa acquisizione della concessione d’uso e sfruttamento turistico in cambio di progetto di valorizzazione e restauro del sito”. Quale antica moschea è stata mostrata alla delegazione saudita nella corso della visita aidonese? Di che stanno parlando? Secondo lo storico locale Gioacchino Mazzola tracce di un precedente insediamento arabo, che si potrebbe configurare come moschea, sono contenute nella chiesetta di Sant’Antonio Abate (meno di cinquanta posti a sedere!) e in quella di Sant’Anna. E allora? Da chi le acquisiscono? Dalla Curia? Da quando in qua si vendono le chiese cristiane per trasformarle in moschee? L’approccio è questo: tutto si può vendere e comprare. Così i volumi della Biblioteca (di quale? quella di Aidone? di Piazza Armerina?) saranno acquisiti per essere digitalizzati e venduti online (sic!), ma perfino “le fonti relative alla Storia dei Musulmani di Sicilia di Michele Amari” sono da acquisire e revisionare alla luce delle nuove scoperte archeologiche… e c’è anche la “costruzione di un campo fotovoltaico da 260 KW per alimentare il centro e trarne un reddito per la sua gestione”, di una Spa, di un campo di calcio/tennis, l’acquisizione e il restauro del castello dei Gresti, campagne di scavi, costruzione di un magazzino/laboratorio di restauro… e così via.

Tirando le somme

Vista così quindi la cosa sembrerebbe del tutto innocua, “una mera dichiarazione di intenti”, una bolla di sapone che si è già sgonfiata, ma quelli che l’hanno voluta si arrenderanno? Il timore di coloro che si sono costituiti in comitato è proprio questo, quanti hanno messo gli occhi sul nostro territorio, chi per coltivare interessi economici ed aumentare il proprio giro d’affari, chi perché vi ha visto il centro strategico da cui irradiare il proprio verbo e la propria cultura, troveranno purtroppo sempre orecchie attente e ben disposte in un territorio affamato come il nostro. Nell’imperante clima complottistico della realtà vi si possono vedere trame occulte e interessi poco chiari che non vanno sottovalutati, quello che è certo è che dovremmo guardare con molto sospetto l’inquietante l’assalto al nostro patrimonio da parte di arabi, cinesi, russi, che pure viene invocato e spacciato come investimento, opportunità, risorsa. Pecunia non olet, i soldi non hanno odore: ai nostri sindaci, paladini delle libertà, non puzza per nulla prendere i denari dalle mani dei monarchi meno liberali (è un eufemismo naturalmente) del mondo; e qualcuno di loro, visti i fattacci di Valguarnera con i il divieto ai fotografi di riprendere l’emiciclo durante la seduta consigliare, le espulsioni dei cittadini che protestavano, il modello saudita non dispiace proprio!

È inquietante anche il fatto che mentre gli altri due sindaci in qualche modo hanno scaricato atto e responsabilità, il soprintendente se n’è tirato fuori completamente, dagli arabi non si sente battere colpo, il sindaco di Aidone è rimasto a proteggere il fortino; dopo l’esposizione mediatica iniziale in cui ha dato in pompa magna l’annuncio e l’ha raccontato urbi et orbi, ora si è chiuso nel silenzio, forse ci crede ancora? Ci crede lui o i suoi mentori?

Aidone-Morgantina. È ancora e sempre anno zero? – I puntata

I cittadini aidonesi avrebbero voluto vedere l’attivismo, messo in campo dal sindaco di Aidone per portare gli Acroliti delle dee Demetra e Kore a rappresentare la Sicilia all’EXPO (che ha meritato menzioni di onore e cittadinanze onorarie a una decina tra funzionari ed esperti), indirizzato in modo forte nel tentare di risolvere tutti gli altri problemi aidonesi, quelli dipendenti dalla sua funzione e quelli per i quali bisogna battere i pugni in modo deciso sui tavoli regionali. L’elenco è lungo, c’è l’imbarazzo della scelta anche solo a citare i più evidenti: la monnezza che decora la nuovissima area di servizio Canalotto, la scarsissima qualità e l’esoso costo dell’acqua, lo stato di abbandono in cui versano le strade e gli edifici di servizio della zona artigianale, le condizioni vergognose della SS 288 e delle varie strade provinciali che afferiscono ad Aidone, la vergognosa scala a Morgantina, il dimezzamento nell’orario di visite del sito nei giorni feriali, il tour di Ade atteso a maggio nel Museo di Aidone e dirottato per altri lidi, prima a Palermo, poi a Lampedusa e poi? ….

Sembra che tutti quelli che hanno in mano le redini del destino dei nostri beni culturali e delle nostre infrastrutture congiurino per fare cancellare Aidone dalle rotte turistiche. Partiamo dall’ultimo.

Testa di Ade foto Consolato Generale d'Italia Los AngelesBARBABLU’: da Malibù a Lampedusa. Il rilievo nazionale, dato al rientro del prezioso reperto restituito dal Museo di Malibù, è dimostrato dalle centinaia di inviti che l’archeologa Serena Raffiotta continua a ricevere per raccontare e descrivere Ade dai riccioli blù in tutta la Sicilia e in giro per l’Italia e le numerose interviste e servizi pubblicati su testate nazionali e locali; si era creata una tensione anche emotiva che avrebbe portato in Aidone migliaia di turisti, replicando l’effetto della “Venere”; ma, inspiegabilmente, prima la Procura poi la Regione hanno preso delle decisioni che escludono dal suo “godimento” Aidone e il territorio di Enna. Il trasferimento a Lampedusa non ha aggiunto prestigio a quella esposizione dove l’attenzione è tutta concentrata sull’amorino di Caravaggio, accanto al quale la teca contenente la testa di Ade appare come un semplice accessorio. In compenso, sembra che, per gentile concessione,verranno esposti ad Aidone dei reperti prestati dal Museo Paolo Orsi di Siracusa: monili e ornamenti in argento provenienti dalla necropoli di età arcaica della stessa Morgantina. Questi, come il prezioso monetario, rinvenuti nelle campagne di scavi iniziate negli anni cinquanta, si trovano a Siracusa, dal momento che allora non esisteva la soprintendenza archeologica di Enna, costituita solo con L.R. 26/85 (da Siracusa la direzione passò ad Agrigento sede della soprintendenza per effetto della L.R. 80/77, provocando altra dispersione dei beni che gli americani andavano trovando a Morgantina). Sarà così possibile, finalmente ammirare questi gioielli nel loro contesto naturale, nelle sale da sempre dedicate alla necropoli arcaica.

aidone_museoMa l’effetto di questa mostra, di cui ancora non si conosce la data, sarà annullato dallasciagurata decisione di lasciare chiuso il sito archeologico di Morgantina nelle mattinate estive (il nuovo orario, prevede dal 1 giugno, la chiusura il lunedì, l’apertura del Museo con orari normali e quella del sito archeologico solo dalle ore 14:00 alle 19:00, tranne la prima domenica del mese). È vero che persiste il problema della carenza di custodi, che non solo non è stato risolto ma si è aggravato con i nuovi pensionamenti, è vero che resta il budget di straordinari che non può essere superato, ma, il fatto che questi handicap abbiano creato negli ultimi due anni molte situazioni di disagio, avrebbe dovuto indurre ad una programmazione più oculata. La chiusura pomeridiana nei mesi prettamente invernali avrebbe prodotto sicuramente meno danni.

Aidone morgantina scala ferroLa scala della vergogna. Il Soprintendente di Enna, alla fine di gennaio, aveva emesso un’ordinanza di rimozione, dopo averla definita abusiva, ma così non è apparso al Dipartimento dei Beni Culturali che l’ha dichiarata “in regola” e ne ha ordinato l’apertura alla fruizione dei turisti; nel frattempo però è stato ripulito un secondo sentiero che permette agevolmente di accedere alla collina, che dimostra ancora una volta l’inutilità di questo brutto manufatto che, gratuitamente, continua a deturpare il panorama dell’agorà. Il tutto continua ad avvenire nel silenzio più assoluto, nonostante le oltre mille firme raccolte dalla petizione online, promossa dal Movimento civico “Noi Aidone”, e nonostante l’interpellanza “urgente” presentata, il primo di aprile, dai Cinquestelle; quest’ultima non ha avuto nessuna risposta, ma si è persa nell’indifferenza generale, forse anche degli stessi presentatori! D’altra parte se si tratta di un’opera abusiva, e il Soprintendente non sembra avere revocato la sua ordinanza, è accettabile che il sindaco di Aidone non abbia preso alcun provvedimento per un’opera abusiva costruita nel proprio territorio, non abbia sentito neppure il bisogno di rendere partecipi i cittadini del suo pensiero, e, nel caso positivo, di difendere la sua scelta? E la procura di Enna? C’è ancora un giudice a Berlino?

Ci si riempie la bocca di progetti di lancio e rilancio del nostra asfittica proposta turistica, per la quale si fanno costosissimi studi, si creano itinerari virtuali e guide più o meno efficaci; ma l’amara realtà è l’effetto a cascata prodotto dalla gente che arriva, nonostante il disagio delle strade, e trova il i cancelli di Morgantina sbarrati, e soprattutto dalle agenzie e dai tour operator che non possono fare programmi di lungo termine se continuano ad essere sorpresi dalle decisioni dell’ultima ora.

(Alcune cose fatte e non fatte rispetto a questo articolo:

  • la testa di Ade è ancora a Lampedusa….
  • dei prestiti di reperti di Morgantina  da parte del museo siracusano si sono perse le tracce
  • la buona notizia è che il nuovo direttore del sito di Morgantina e del museo di Aidone, afferiti insieme alla Villa Romana di Piazza Armerina al polo Museale unico, la dottoressa Giovanna Susan, ha disposto orari di apertura e chiusura uguali in tutti i siti. Quindi almeno per ora, tutto l’autunno-inverno resteranno aperti mattina e pomeriggio…
  • in sede di Commissione Beni Culturali l’udienza per discutere la questione della scala promossa dal Movimento Cinque Stelle non  ha sortito nessun risultato se non la conferma da parte del direttore generale Pennino che il tutto è stato fatto a regola d’arte!!!! )

Turismo nostrano: mentre il medico studia il malato se ne va!

Turismo nostrano: mentre il medico studia il malato se ne va!distretto

Il turismo siciliano, quello del nostro “distretto turistico” e in special modo quello del nostro territorio di Aidone e, suo malgrado, anche Piazza Armerina, continua ad essere oggetto di infiniti studi, ricerche, ricette di cura….. dovremmo esserne contenti ma, mentre si continua a studiare, sprecando le poche risorse disponibili, il nostro paese, lungi dal trasformare in volano di sviluppo il grande patrimonio di cui la storia e la natura lo  hanno generosamente dotato, resta ai margini, il paradiso delle occasioni perse. Il museo di Aidone ha reso pubblico il numero di visitatori del 2014: si  è registrato un aumento, rispetto al 2013, di quasi 10.000 presenze tra il Museo e l’area archeologica di Morgantina (Il Museo di Aidone è stato visitato da 34.578 persone e l’area archeologica di Morgantina da 32.256). Ma sono presenze mordi e fuggi , anzi guarda e fuggi;  non abbiamo numeri sulle presenze nei ristoranti e nei B&B per capire se c’è una ricaduta sull’economia di Aidone, ma è lampante che si tratterebbe di numeri risibili. Ed intanto si continua a studiare il fenomeno e a proporre ricette più o meno applicabili che nessuno ascolta -neppure quegli stessi che hanno ordinato lo studio- e che  fino ad ora non si sono mai trasformate mai in azioni concrete.

Fondazione SiciliaL’ultimo in ordine di tempo è lo studio commissionato dalla Fondazione Sicilia a Francesco Rutelli, che il 13 marzo, a Palermo, a  Palazzo Branciforte, presenterà i risultati della sua fatica: -Il Rapporto sulla valorizzazione dell’area di Piazza Armerina e Morgantina “Cuore antico della Sicilia”. Francesco Rutelli, illustrerà, punto per punto, le sue “ricette” per lo sviluppo turistico del territorio di Enna, ma intanto mette le mani avanti denunciando le promesse disattese dalle istituzioni regionali riguardo agli impegni che avevano preso:  “… quando ricevetti la cittadinanza onoraria della Città di Aidone, per avere ottenuto la restituzione all’Italia della scultura della Dea, ho chiesto pubblicamente alle Istituzioni regionali di mantenere gli impegni a migliorare le capacità infrastrutturali, organizzative, di accoglienza e promozione dell’area. Solo così si sarebbe spiegato al mondo il rientro di quel capolavoro, non più ammirato da centinaia di migliaia di visitatori al Getty Museum di Malibu, ma esso stesso fattore di sviluppo culturale, turistico ed economico nella terra di provenienza dell’enigmatica Dea. Oggi – conclude Rutelli – è imperativo non alzare bandiera bianca nel prendere atto che questa grande occasione è perduta”. Sì è imperativo non dichiarare la resa completa, ma le nostre braccia sono cadute del tutto e non hanno più neppure la forza di alzare la bandiera bianca, davanti al fatto  che a cinque anni dall’inizio dei Rientri nel Museo di Aidone (2009 gli Acroliti, 2010 gli Argenti, 2011 la “Venere”) nulla è cambiato, non è nato nulla di nuovo, strutture e infrastrutture sono sempre le stesse, con qualche anno in più di degrado, i pochi privati che, illusi dalle tante aspettative, avevano provato ad immaginare la propria vita in paese e investito in qualche impresa, hanno abbandonato  e sono fuggiti all’estero o nel Nord Italia e  il degrado e l’abbandono sono continuati senza freni.

Per non parlare del fantomatico Distretto turistico della Venere, sul quale erano state riposte tante aspettative, tante speranze e che, come era prevedibile, invece, si è rivelato il solito carrozzone   costruito per gestire i finanziamenti che sicuramente prima o poi sarebbero arrivati, un altro centro di potere politico, l’ennesima occasione persa di mettere intorno ad un tavolo le forze sane della provincia per creare sinergie, occasioni e lavoro a prescindere! E invece non si prescinde, dopo anni finalmente i finanziamenti sono arrivati, e sono anche una bella cifra oltre settecentomila euro, da impiegare su progetti fumosi: si continua a studiare mentre il malato se ne va.

l'inaugurazione della Venere al Museo di Aidone

l’inaugurazione della Venere al Museo di Aidone

I due primi progetti che stanno partendo prevedono una spesa di 70.000 euro per  progettazione e realizzazione di azioni volte a sostenere la creazione della Denominazione Territoriale “Dea di Morgantina”,  e di 120.000 euro per “l’ideazione e realizzazione del portale WEB relazionale del Distretto Turistico “Dea di Morgantina, dei servizi annessi, della relativa campagna di comunicazione WEB e del suo posizionamento ” (fonte sito della provincia). Gli altri due progetti finanziati riguardano: “La  Realizzazione di attività per l’incremento dell’incoming turistico a carattere internazionale Distretto Turistico Dea di Morgantina, con attività di promozione del patrimonio turistico del territorio del Distretto Dea di Morgantina nei mercati destinazione identificati (Germania, Inghilterra e Russia) – e non si capisce il perché di questa limitazione che trascura i paesi di lingua francese, spagnola, e i paesi dell’estremo oriente come Cina, Giappone, Corea dal quale ormai si muovono i flussi turistici più consistenti-  e l’ultimo l’ “Analisi quali-quantitativa della domanda attuale e potenziale di fruizione turistico-culturale”. Tutti e quattro i progetti per la modica cifra complessiva di 732.000  euro, dei fondi del  Programma Operativo Regionale FESR 2007/2013 Sicilia. Qui non si vuole mettere in dubbio l’esigenza di osservare,  studiare, progettare, il problema è che ad oggi di tutti gli studi, piani strategici, consigli non richiesti da operatori turistici e studiosi dei flussi, non resta altro che la carta, una montagna di carta  archiviata negli scaffali di provincia, comuni ed enti vari, che non ha smosso di un centimetro la realtà dei nostri paesi, non ha portato un turista in più, ma ha sicuramente rimpinguato i bilanci di agenzie e studi professionali….

chiusi per festivitaMENTRE SI FA FINTA DI STUDIARE COME INCREMENTARE IL TURISMO IL MUSEO E IL SITO ARCHEOLOGICO DI MORGANTINA E DI GRAN PARTE DELLA SICILIA CHIUDONO LA DOMENICA E I FESTIVI!!

MUSEI E SITI ARCHEOLOGICI SICILIANI CHIUSI PER FESTIVITA’

 

Alla fine la Regione ha messo sul suo sito l’avviso le disposizioni sulla “ fruizione dei siti culturali nei giorni festivi dal 9 marzo 2015” in poi (non è specificato fino a quando durerà questa oscenità!), cioè l’elenco dei pochi siti aperti  a fronte delle maggioranza che resteranno chiusi. Certamente sollecitata dalle lamentele dei dirigenti  dei siti culturali, costretti alla chiusura nei giorni festivi a causa di una legge scellerata che vuole che i custodi devono lavorare solo nei giorni feriali, come tutti gli altri impiegati, e che possono fare solo un limitato numero di turni festivi. Si scaricano così di uno sgradito onere i dirigenti, finora visti come gli unici responsabili di questi provvedimenti assurdi. È deontologicamente corretto che uno accetti di fare il custode in un sito culturale pretendendo il diritto di non lavorare nei giorni festivi? e che qualora sia costretto  deve essere eccezionalmente  e straordinariamente retribuito? Provate a dirlo ad un cameriere di ristorante, ad un pasticcere, ad un barista che se vogliono lavorare nei giorni festivi lo devono fare in modo straordinario, penseranno che proveniate da un pianeta dove si sono invertite le parti e dove i turisti, gli avventori, i viaggiatori  circolano solo dal lunedì’ al venerdì……. Eppure è quello che succede in Sicilia; ma, dal momento che il numero di custodi non equamente distribuito, come sempre la legge non è uguale per tutti,  c’è qualcuno per il quale è più uguale. Così in provincia di Palermo e Trapani molti siti restano aperti  -guarda caso molti dei custodi assunti in illo tempore a Morgantina, originari di quelle zone, appena ne hanno avuto la possibilità si sono trasferiti proprio lì, lasciando sguarnite i nostri siti! Tra le provincie di Enna e  Caltanissetta  resterà aperto solo la Villa Romana di Piazza Armerina!

Ma in questi giorni qualcuno forse finalmente sta cominciando ad alzare il velo sul teatro dell’assurdo che è l’amministrazione regionale siciliana dei BB. CC:  oggi in un post su Facebook l’ex Assessore Mariarita Sgarlata denuncia la complicità dei sindacati della “casta dei custodi” nel volere mantenere  la situazione attuale per alzare il tiro e il consenso sulle richieste dei loro assistiti “Ho litigato ai tavoli di concertazione con i sindacati per distribuire razionalmente i custodi e ottenere la deroga al 50% sui festivi nel loro contratto già particolarmente vantaggioso. Ovviamente, la deroga nel contratto garantirebbe l’apertura dei festivi durante tutto l’anno. A Roma la ex soprintendente Maria Rosaria Barbera, dopo un braccio di ferro, ha ottenuto la revisione del contratto… I sindacati non hanno avuto il coraggio di dire la parola straordinario, forse perché sono consapevoli delle condizioni vantaggiose in cui operano i custodi siciliani, concentrati in alcune città, distaccati in altri uffici (Corte dei Conti e altro), tutelati quando per razionalizzare il servizio andrebbero spostati…. E’ evidente che c’è una regia precisa nel mettere i direttori del Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Siciliana nella condizione di dovere chiudere i musei nei festivi”. E intanto anche il sottosegretario all’Istruzione, all’Universita’ e alla Ricerca, Davide Faraone,  a margine di un incontro all’Università di Palermo, rileva   “Nessuno ci dice perche’ l’80 per cento dei siti archeologici e i musei rimane chiuso la domenica. Mi scandalizza che non ci sia nessuno che si scandalizza di avere questi sindacalisti in Sicilia” e ancora “Mi impressiona l’incredibile sciopero proclamato dai sindacati sulla proposta di legge regionale di riforma che prevede l’equiparazione dei dipendenti regionali ai dipendenti pubblici, e quindi il taglio del 600 per cento di ore in permessi di cui godono i sindacalisti in Sicilia rispetto al resto d’Italia”. Faraone però dovrebbe spiegarci dov’è stato in tutti questi anni, e perché non si è scandalizzato quando queste cose le viveva da consigliere comunale a Palermo o deputato all’Assemblea Regionale?  Ma non è mai troppo tardi soprattutto se ne accorge oggi dall’alto del suo incarico di governo e se è disposto a metterci la faccia e ad agire di conseguenza!

 Francesco Rutelli nel suo libercolo di una trentina scarse di pagine -che costituiscono il Rapporto sulla valorizzazione dell’area di Piazza Armerina–Morgantina, scritto su commissione della Fondazione Sicilia e presentato venerdì scorso a Palazzo Branciforte-  non ha ommesso di denunciare, nelle due paginette delle criticità, la cattiva gestione dei siti culturali da parte della Regione Sicilia! Salvo poi dimenticarsene del tutto nelle conclusioni che culminano nelle cinque proposte che sembrano replicare quanto suggerito in tutti gli studi sfornati in questi anni!

E, dulcis in fundo anche Ettore Messina, imprenditore turistico di Piazza Armerina, ha preso carta e penna per denunciare il fatto di essere  costretto a modificare i tour per le comitive in arrivo che non potranno visitare Morgantina e la statua della Dea perché  i siti archeologici non saranno visitabili. Inevitabile la protesta degli operatori turistici locali, costretti a dover rivedere i tour già venduti nelle scorse settimane o mesi.

E ancora una volta ci chiediamo a che gioco si gioca: da una parte si continuano a finanziare profumatamente ricerche, studi dove si scopre, come ha fatto Rutelli, l’acqua calda,  piani improbabili di lancio e rilancio del turismo siciliano, mentre dall’altra si tengono chiusi i siti che dovrebbero fare da attrazione turistica e quando sono aperti sono privi dei minimi servizi!

http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_AssBeniCulturali/PIR_BeniCulturaliAmbientali/PIR_Disposizioneperapertureneigiornifestivi

Aidone e il libero consorzio. Silenzio assenso!

Sono stata sollecitata più volte a scrivere di questo argomento, mi è stato chiesto cosa ne pensassi, ma confesso che veramente non sono riuscita a farmene una opinione, ad avere elementi di giudizio tali che mi permettano di dire con certezza che l’una o l’altra opzione cambieranno veramente il destino del mio paese. Se avessi avuto anche una minima certezza mi  sarei spesa e mi spenderei per  proporre l’uscita dal consorzio di Enna e l’approdo a quello di  Catania Sud? del Calatino? di Gela?….e questo non potrebbe avvenire che con un referendum, visto che i numeri del consiglio comunale sono da maggioranza bulgara e  e i consiglieri di maggioranza procedono come una falange, armati di tutte le certezze. Beati loro! Così come erano assolutamente certi che la TASI era inevitabile, che imporre il massimo era necessario, che ne avevano discusso notte e giorno e conoscevano talmente bene tutto, che non avevano bisogno di discutere o di riflettere un paio di giorni!!!!! Gli altri a furia di discutere (e non erano comuni freschi di elezione, vedi Enna, Valguarnera, Nicosia…) hanno deliberato all’ultimo momento valido (Enna s’è fatto sfuggire anche quello, forse in modo strategico, sono arrivati un paio di minuti dopo ed hanno applicato lo 0,1 %; Nicosia e Valguarnera l’hanno azzerata!).  Ho pertanto riversato in questo articolo il mio pensiero che alcuni giudicheranno sicuramente ingenuo; ma è un  lusso che mi posso permettere visto che non devo rispondere a nessun partito. qui l’articolo pubblicato su Vivienna

liberi consorzo

Mancano ormai pochi giorni alla data fatidica del 28 settembre quando scadranno i sei mesi di tempo che i comuni hanno avuto per decidere a quale consorzio aderire, se restare o uscire dalle vecchie province. Ad Aidone con i ritmi ovattati delle nebbie ben conosciute, arrivano gli echi della diaspora piazzese e della disputa referendaria, ma l’argomento è del tutto assente dal dibattito pubblico e in buona parte anche dalle chiacchiere di piazza. Non è cosa nostra! Sembra che si aspetti soltanto che si realizzi il silenzio assenso. Si sta bene dove si sta, chi cambia la vecchia con la nuova…, meglio u tintu conosciuto.., tutto il repertorio proverbiale conforta a non prendere decisioni e a restare dove si sta:  estrema periferia di una provincia che ci ha considerato poco più di un bacino di voti. Nessuno crede, veramente, che approdare al non ancora ben definito consorzio di Catania Sud risolverebbe qualcuno dei nostri annosissimi problemi, saremmo anche lì un lembo marginale, poco più di un’appendice. Non so cosa farei se fossi piazzese, ho le idee molto confuse, come il 90% dei siciliani, perché confusa è ancora la 

situazione normativa,  non si capisce dove finiranno i limiti e  le competenze della vecchia provincia,  sulla quale si era uniformata l’amministrazione della sanità, della giustizia, della scuola, della gestione dei beni culturali e quant’altro,  e quali saranno quelli dei consorzi, non si capisce quali vantaggi  ai nostri comuni deriverebbero da una o dall’altra opzione….. Di una cosa però sono certa: la nostra capacità contrattuale, per stabilire rapporti di forza più equilibrati all’interno del consorzio  di Enna, avrebbe guadagnato  se Piazza Armerina, invece di tentare la fuga  in solitaria, avesse cercato l’alleanza con Aidone, Valguarnera, Barrafranca, Pietraperzia (oltre 50 mila abitanti e già membri dei distretti sanitario e/o scolastico), e magari l’aggregazione di  comuni viciniori come Mirabella, San Cono, San Michele di Ganzaria, Raddusa, se avesse stimolato un’azione sinergica e se ne fosse fatta capofila.   Avrebbe dato forza  contrattuale a quella parte sud della provincia di Enna che da sempre si è sentita -a torto o a ragione, per propria colpa o dem

erito- trascurata e quasi danneggiata dalle politiche provinciali e dalla forza centripeta di Enna, che ha fatto sempre la parte del leone di esopiana memoria. I politici, quelli che veramente contano, invisi a

molti piazzesi, passeranno, ma, ammesso che i consorzi vadano in porto, la decisione presa oggi segnerà per il  futuro la vita non solo del loro comune ma anche quella dei loro vicini, e nulla fa presagire che sarà veramente per il meglio. Sembra che la motivazione più usata sia quella che, avendo visto e avuto il peggio da Enna, il cambiamento non può che far bene, a prescindere! A detta dei fautori del no sarebbero molti i disagi certi (relativi a sanità, giustizia, istruzione e quant’altro) e pochi e  fumosi i vantaggi, basati su una non meglio definita prospettiva di crescita economica e culturale.   Non so quanto  e se Nicosia ci abbia messo del suo per convincere i paesi dei Nebrodi  a passare nel consorzio di Enna, ma è certo che ne guadagnerà, rinforzando la propria posizione di leader dei comuni del nord del consorzio. La forza che Nicosia riuscirà a conquistarsi non sarà compensata a sud dove il silenzio assordante, percepito come assenso convinto, non indurrà Enna a riconoscere la benché minima capacità contrattuale ai nostri comuni che continueranno a restare un’appendice del consorzio, utile e numericamente indispensabile! Scintini eritis in secula seculorum! La maledizione di San Leone contro gli aidonesi s’addice bene purtroppo anche al resto del suo vicinato. F. Ciantia