A MORGANTINA LA SCALA DELLA VERGOGNA

12476217_1105273096150126_575004851_nUn mese è già passato da quando l’archeologa e guida turistica Serena Raffiotta, con un post su Facebook, lanciava l’allarme su una scala in di ferro e orsogril che si stava costruendo a Morgantina alla fine dello Stoà Est e a ridosso del cosiddetto Pritaneion e delle case che si inerpicano sulla collina, fino a quella conosciuta come Del Saluto e Del Capitello dorico. Le fotografie da lei pubblicate hanno suscitato molta indignazione non solo tra gli aidonesi ma anche tra gli addetti ai lavori e tra quanti amano il meraviglioso sito di Morgantina. Ne sono seguiti un articolo del Giudice Silvio Raffiotta su Vivienna.it, dove veniva pesantemente  richiamata la responsabilità della Soprintendenza, che aveva autorizzato lo scempio .  La richiesta preoccupata, di molti commentatori su FB e degli aidonesi di richiamare fortemente l’attenzione, è stata accolta dal Movimento “Noi Aidone” che si è fatto promotore di una petizione sul sito  Change.org per chiedere la rimozione della scalinata (LA PETIZIONE ANCORA ONLINE PER LA FIRMA).                                                                                                                                           821La petizione, ancora aperta, è stata indirizzata  al Soprintendente ai BB. CC. di Enna, al Direttore del Museo Archeologico di Aidone e di Morgantina, all’Assessore ai BB.CC e all’Identità Siciliana, al Ministro dei Beni e le Attività Culturali, e per conoscenza al Presidente Consiglio Superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici, al Direttore del Centro per la Progettazione e il Restauro e al Dirigente Generale dei B.B. C.C. dell’Identità siciliana. Al raggiungimento delle 700 firme ne è stata data comunicazione ai destinatari allegando l’elenco dei firmatari oggi più di ottocento. Ad oggi nessuno di loro ha sentito il dovere o la cortesia di dare un cenno di ricevuta. Tra tutti, solo la dottoressa Maniscalco, direttrice del Museo di Aidone, ha sentito l’esigenza di rispondere, ma su Facebook e a qualche intervista ad organi di stampa. Per il resto silenzio assoluto! Eppure tra i firmatari ci sono professionisti, funzionari, ex funzionari e dirigenti regionali, studiosi e professori, semplici

cittadini. Ma sembra che chi l’ha ricevuta ha la pretesa di essere talmente nel giusto da non dovere dare risposte a nessuno e di nessun genere! Arroganza o imbarazzo? Intanto si è costituito un comitato spontaneo fra le associazioni che condividono la preoccupazione per il destino del sito che l’installazione della scala in qualche modo rappresenta. Queste le associazioni partecipanti: Accademia Pergusea,  A.D.A. Associazione Donne Aidonesi, Amici del Parco di Morgantina, Archeoclub Aidone, Archeoclub Noto, Associazione Guide Turistiche Enna,  Associazione Guide Piazza Aidone, Associazione culturale Bombyx Mori, Club per l’Unesco di Enna, Delegazione Fai Enna, Associazione Donneinsieme ‘Sandra Crescimanno’, FIDAPA Aidone, FIDAPA Piazza Armerina, Associazione GAP , Gruppi Archeologici Piazza Armerina, Associazione Hisn Al Giran, Associazione culturale Panta, Legambiente Piazza Armerina, Movimento Civico “Noi Aidone”, Pro Loco Aidone, Studenti di ‘Archeologia del Mediterraneo’ Unikore. I rappresentanti di queste associazioni, coordinate da Serena Raffiotta, saranno ricevute a breve dal Soprintendente di Enna, il dott. Salvatore Gueli per un chiarimento delle rispettive posizioni.

Qui di seguito aggiungo i testi dei due mie articoli che sono stati pubblicati su Vivienna.it e di quello di Silvio Raffiotta. In questo mese più volte sia sulla Sicilia che sul Giornale di Sicilia e su varie testate locali sono apparsi articoli di cui darò conto il calce.

articolo petizioneDa Aidone parte la petizione online per RIMUOVERE la scala di ferro sull’Agorà di Morgantina  Aidone. L’articolo del giudice Silvio Raffiotta, apparso su questa testata nei giorni scorsi, ha portato alla conoscenza dei lettori, non solo aidonesi, lo scempio che si è consumato a Morgantina nel silenzio dei giorni festivi. Ci sono poche parole da aggiungere per descrivere il senso di amarezza e di frustrazione che provano i cittadini aidonesi ma anche quanti hanno amore e rispetto per l’arte, l’archeologia, l’ambiente. Non ho le competenze tecniche per giudicare la bontà del progetto, ma posso dire che ferisce il buon senso e la vista. Ferisce soprattutto il silenzio assordante dei responsabili, soprattutto la Soprintendenza di Enna, stazione appaltante dei lavori, che continuano a non sentire il bisogno di intervenire per convincerci della necessità inderogabile (?) e della bontà di quest’opera. Ci si ritiene talmente in alto da non dovere mai rendere conto, nel bene e nel male, delle proprie azioni? Si ha tanto disprezzo del popolo bue che non è in grado di capire e che perciò deve sottomettersi a qualunque decisione loro prendano? Si aspettava quanto meno un comunicato stampa (n.d.r.: anche una denuncia, tanto la Redazione è –oramai- abituata a difendersi nelle aule dei Tribunali), un minimo cenno di vita dopo l’articolo citato, non è successo nulla. Il Movimento “Noi Aidone” ha deciso di non restare a guardare e ha lanciato una petizione online che in mezza giornata ha già raccolto centinaia di firme. Segno che l’opinione pubblica, che sta seguendo i fatti attraverso la stampa online e Facebook, vuol fare sentire forte e chiara la propria voce. Nella petizione si chiede di rimuovere la scala che, secondo qualche addetto ai lavori, è del tutto amovibile e non avrebbe in alcun modo danneggiato l’impiantito originario. La scala risponde certamente all’esigenza di rendere più agevole la visita delle case del quartiere est, soprattutto la Casa del capitello dorico, meglio conosciuta come la Casa del saluto, e quella di Ganimede dove si conserva il preziosissimo mosaico, uno degli esemplari più antichi del mondo greco. Ma qualcuno dovrebbe rispondere se non ci fosse un modo meno invasivo e pervasivo e di così forte impatto. La “monumentale” scala è visibile da qualunque parte della grandiosa Agorà, una delle più grandi e meglio mantenuta della Magna Grecia; la collina est che vi si affaccia ne risulta gravemente sfregiata. Ci aspettiamo che chi di dovere prenda in considerazione la voce che arriva da quanti, aidonesi e non, pretendono il rispetto di un bene che finora aveva mantenuto intatta la sua bellezza. Ai soliti benaltristi diciamo che è necessario l’impegno di tutti nel fare pressioni perché il sito nella sua interezza venga reso veramente fruibile a tutti, anche e soprattutto ai disabili e agli anziani. La petizione è indirizzata: – al Direttore del Museo Archeologico di Aidone e di Morgantina la Dott.ssa Laura Maniscalco – al Soprintendente ai BB Archeologici di Enna il dott. Salvatore Gueli – all’Assessore ai BB.CC e dell’Identità Siciliana, l’avv. Carlo Vermiglio e al Ministro dei Beni e le Attività Culturali l’On.le Dario Franceschini che giorno 3 febbraio sarà in visita ad Enna e magari potrebbe visitare il sito di Morgantina per rendersene conto di persona. Franca Ciantia

PETIZIONE SCALA 2Morgantina. Quella scala va rimossa! Successo della petizione popolare.

Una settimana fa il Movimento civico “Noi Aidone” ha lanciato la petizione popolare online per la rimozione della scala di ferro e orsogril (la rete elettrosaldata) installata nell’agorà di Morgantina. Ben settecento persone l’hanno già firmato e tra loro ci sono, non solo cittadini aidonesi, ma estimatori del nostro grande sito da varie parti di Italia e del Mondo, tra di loro anche professionisti nell’ambito dei Beni Culturali. Alla scadenza della prima settimana le oltre settecento firme sono state inviate alle autorità cui era indirizzata la petizione (al Soprintendente ai BB. CC. di Enna, al Direttore del Museo Archeologico di Aidone e di Morgantina, all’Assessore ai BB.CC e all’Identità Siciliana, al Ministro dei Beni e le Attività Culturali, e per conoscenza al Presidente Consiglio Superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici, al Direttore del Centro per la Progettazione e il Restauro e al Dirigente Generale dei B.B. C.C. dell’Identità siciliana). La petizione continua online e sicuramente molti, man mano che ne stanno venendo a conoscenza, vorranno firmarla. La risposta della gente è stata forte e convinta, c’è stato anche qualche breve intervento sugli organi di stampa, e un lungo comunicato stampa -che si può leggere qui in calce integralmente- della dottoressa Laura Maniscalco che spiega le motivazioni del manufatto e nel contempo, in qualche modo, prende le distanze dal progetto e dalla sua realizzazione. Intanto, in primis, dal momento che l’opera non è stata ancora completata, dovrebbe essere severamente interdetta al pubblico; nelle condizioni in cui si trova, in questo momento, costituisce un rischio maggiore della salita impervia che i turisti sono soliti percorrere. Tra le motivazioni si afferma che oltre alla pericolosità dell’accesso erano a rischio i pavimenti della casa del Capitello dorico o del Saluto. È vero che si risparmia a quei pavimenti il logorio di qualche migliaio di piedi, ma il visitatore si perde la Casa più interessante, la più completa per comprendere le architetture e le tecniche costruttive in età ellenistiche, si perde tra l’altro la vista del piccolo ambiente dove troneggia la scritta EYEXEI, che nel tempo è diventata il simbolo stesso di Morgantina. È giusto salvaguardare i pavimenti in cocciopesto di questa casa ma è urgente pure liberare dall’erba, che infesta Morgantina in tutte le sue parti e in ogni stagione, i pavimenti della Casa Pappalardo completamente sepolti e quelli della Casa della Cisterna ad Arco sempre di più spaccati da ciuffi d’erba che spuntano ormai non solo dagli angoli ma addirittura al centro degli ambienti. Per non parlare delle Plateiai A e B, dove  l’erba regna sovrana e rende scivolosa la discesa, dello stoà nord dove penzolano in bella vista, sui bassi muretti,dei fili elettrici, mentre sulla strada si sprofonda nell’erba soffice come la neve.   Nella Casa Pappalardo, che è una delle case più grandi e ricche tra quelle della collina Ovest, nel corso di questi ultimi interventi (di cui faceva parte la scala) sono stati restaurati e riparati con una copertura i mosaici di un solo ambiente, ma tutto il resto è nell’incuria totale. Un altro intervento dello stesso genere è stato fatto in un ambiente della Casa detta dei Capitelli Tuscanici; si sono rinforzate le due tettoie della Fontana dell’agorà e si è posta una copertura sull’altare di Hestia, scoperto qualche anno fa negli ambienti dello stoa Nord. Nonostante questi 6/7 interventi effettuati in questi mesi, le condizioni di Morgantina, quanto a sicurezza e tutela, ormai sono disastrose e meriterebbero un’attenzione continua e strutturale che non si può risolvere in interventi episodici e decontestualizzati; l’ampiezza del sito e la carenza endemica di risorse finanziarie, umane e materiali non può continuare ad essere invocata per giustificare lo stato di degrado e di abbandono in cui il sito ormai è lasciato. Tornando alla scala, vista direttamente, si può affermare che è più brutta e più inutile di quanto non sembrasse dalle foto e non è una questione di prospettiva. Dall’agorà superiore, esattamente dallo Stoà est, si percorre un viottolo in direzione sud, qui si incontra la rima rampa di tre gradini che porta al di sopra del cosiddetto Pritaneion. Da qui comincia la scala di oltre sessanta gradini e una decina di pianerottoli in orsogril, che ti disorienta e nella discesa ti procura anche le vertigini. Il lavoro sembra ancora in progress, sui pilastrini delle inferriate ci sono degli anelli attraverso cui verrà fatto passare cosa qualcosa: una rete, delle cordicelle, delle aste? Per fortuna questa non è stagione di visite scolastiche! Finisci la salita e sei già sul vialetto superiore difronte alla casa Papola, dove dovrebbe trovare posto un luogo di ristoro e i bagni. Vai verso la casa di Ganimede dove i mosaici superstiti dell’ultima stanza, mai coperta, sono minacciati dall’erba che cresce rigogliosa sulla soglia d’ingresso. Nello stesso edificio due grandi ambienti retrostanti sono protetti da coperture che non lasciano vedere cosa proteggono, dal momento che quando hanno messo le nuove hanno tralasciato di togliere le vecchie, quindi dai vecchi tronchi di legno che le reggevano penzolano antichi pezzi di plexigass o altro materiale. Il cahier de doleances sarebbe infinito, è bene che lo facciano gli addetti ai lavori, noi profani non possiamo non far notare che prima di quella scala, se proprio non se ne poteva fare a meno e non c’era altra soluzione, ci sono altri cento piccoli interventi per mettere in sicurezza, segnalare, guidare, tutelare etc. Franca Ciantia

La nota della dottoressa Laura Maniscalco indirizzata agli organi di stampa: “In merito alla scala collocata lungo la collina est di Morgantina si fanno alcune brevi precisazioni. L’idea della scala è sorta a suo tempo sulla base di diverse considerazioni: 1) Inadeguatezza del percorso “naturale” che oltre ad essere molto impervio e poco sicuro per l’utenza finiva per portare il flusso dei visitatori all’interno dei vari ambienti delle abitazioni con conseguente continuo logorio dei pavimenti in coccio pesto. 2) Esigenza di mettere in sicurezza gli stessi visitatori. Si sono verificati diversi episodi di cadute e qualche anno fa c’è stato anche un caso di frattura di una caviglia. Inoltre nel primo tratto di ascesa (ancora sulla stoa est) vi è un vuoto (scarico idraulico) che è un potenziale pericolo soprattutto per bambini e adolescenti.  3) Maggiore funzionalità del percorso di visita che permette di salire avendo di volta in volta la visione delle abitazioni, della cittadella e dell’Etna con relativi pannelli esplicativi. Il precedente itinerario prevedeva una discesa impervia attraverso le strutture murarie ma questo viene evitato dalla scala che consente una discesa agevole in piena sicurezza, nonché una visione laterale di alcune delle strutture senza interferenze. 4) La presenza di un accesso rapido e sicuro alla collina apre la possibilità concreta (per altro prevista all’interno di altri progetti già inviati in Assessorato) di rendere quest’area visitabile anche di sera o di notte circostanza resa possibile dal fatto che abbiamo da poco istallato (su pali già esistenti) dei nuovi proiettori che illuminano questa parte di sito. 5) In un prossimo progetto è prevista la completa rifunzionalizzazione dell’ex casa di guardia (cosiddetta “casa Papola”) dove verranno attivati un piccolo punto di ristoro e i servizi igienici e che saranno facilmente raggiungibili proprio grazie al nuovo percorso. Considerato che soprattutto durante la stagione estiva le temperature sono spesso torride, l’eventuale soccorso fornito dai volontari che sosteranno presso casa Papola sarà molto più rapido grazie al nuovo percorso. Per quanto riguarda le notizie diffuse in merito a eventuali danneggiamenti a resti di età antica si precisa che i tirafondi della scala sono stati posizionati nel suolo, evitando così di danneggiare la roccia, dopo avere effettuato dei saggi preventivi sotto le direttive dall’archeologo incaricato che ha redatto come sempre il giornale di scavo. A quanto pare sono state diffuse foto con muri imbullonati (non si trattava di foto della scala né di muri di età antica) e altre informazioni non esatte. Nessuna struttura di età antica è stata manomessa o danneggiata. Il materiale previsto (orsogrill) è quello comunemente utilizzato nei siti archeologici per passerelle, scalette etc. Lo stesso materiale anzi è da molti anni presente nello stesso sito di Morgantina in altri settori. Precisato pertanto che non ci sono problemi di tipo prettamente archeologico, riportiamo il problema a quello che è cioè di impatto visivo accentuato magari dalla angolatura con la quale vengono inquadrati i gradini nelle foto che vengono diffuse. Le coperture e altri elementi comunemente inseriti in siti archeologici per la conservazione dei resti o per permettere una maggiore fruizione costituiscono da anni uno spinoso problema che non sempre è facile risolvere. Quale può essere la migliore soluzione  il vetro? il carbonio? l’alluminio anodizzato? il pvc-vinile? la pietra?, il legno? Se nei siti archeologici viene di preferenza usato l’orsogrill il motivo è dovuto proprio ad una serie di elementi come la leggerezza visiva, i bassi oneri di manutenzione e la sua resistenza anche al fuoco, pericolo costante in molti siti archeologici che non hanno la disponibilità economica di provvedere ad un continuo taglio dell’erba. Il grigliato inoltre permette anche di vedere attraverso il piano di calpestio. A questo punto considerato tutto questo, dipende esclusivamente dal progettista prima e dal direttore del lavori poi riuscire a rendere il manufatto il più leggero e meno impattante possibile con una serie di accorgimenti che riguardano la scelta del profilo, il colore delle parti da dipingere: infine sta alla ditta esecutrice effettuare il lavoro in modo conforme a quanto richiesto. Anche nel caso di un disegno lineare e schematico a volte la realizzazione può essere non del tutto felice, bisogna inoltre tenere presente che la normativa italiana sui lavori pubblici richiede che la ditta esecutrice debba rispondere in tutto e per tutto al direttore dei lavori e non al capo dell’istituzione nella quale l’opera ricade. Questo elemento è stato percepito come intrusivo ed impattante e certamente è intrusivo così come sono intrusivi tutti i percorsi o le scalette all’interno della Villa del Casale o nelle case a terrazza di Efeso e in numerosissimi siti archeologici. Quale pertanto la soluzione? Interventi che modificano e migliorano un manufatto sono sempre possibili e certamente verranno studiati anche in questo caso nell’ambito dei progetti che abbiamo presentato e che presenteremo. Inoltre, in merito ad un articolo apparso l’altro ieri sul Giornale di Sicilia si precisa che non è vero che il Sito chiude nel periodo di maggiore affluenza, non è vero che mancano i cartelli anzi quelli danneggiati sono stati sostituiti. Certamente è vero che il personale di custodia è numericamente insufficiente e questa circostanza è stata segnalata molte volte al Dipartimento. A differenza di molti musei siciliani il museo di Aidone è aperto 7 giorni su 7 con orario continuato. Le chiusure domenicali sono state limitate al minimo e solo nei momenti di bassa affluenza. Purtroppo il pensionamento di ben 3 custodi negli ultimi due mesi ha comportato dei grossi problemi visto che riduce un numero già insufficiente e sarà necessario rivedere gli orari di fruizione. Auguro a tutti un sereno 2016. Dott.ssa Laura Maniscalco

art.vivienna-raffiottaAidone.  Attacco all’agorà, a Morgantina ora ci si va con la scala. Soprintendenza? che la tolgano

Aidone. Hanno deciso di sferrare l’attacco all’agorà di Morgantina. Duemila anni fa, era tanto bella e magnifica che i Romani la risparmiarono nella loro furia iconoclasta contro tutto quello che c’era di greco in Sicilia. Cinquant’anni fa, quando venne dissepolta dagli americani, anche il re Gustavo di Svezia amava sedersi sulla scalinata monumentale dell’enorme piazza, mangiando pane e formaggio pecorino locale mentre ne godeva le perfette geometrie e l’incomparabile paesaggio. Nei libri di storia dell’architettura classica è ormai entrata come un mito, essendo la più grande agorà superstite di Sicilia; non solo, ma l’unico esempio completo del tipico spazio pubblico organizzato di una polis. E la comunità locale ogni anno, ad agosto, se ne fa teatro per la rievocazione storica dell’irripetibile modo di vivere di allora e il luogo è tanto magico che tutti, attori e turisti, si sentono antichi Greci.
Ora, qualcuno pare si sia stancato della sua inalterata bellezza e della forza di suggestione che se ne trae e ha ritenuto che è giunto il momento di cambiarle i connotati, non con la mano leggera della chirurgia plastica ma con quella dell’artiglieria pesante, sparandole con una cannonata di sferraglia un colpo al cuore. Non sappiamo i nomi e cognomi degli addetti alla batteria di fuoco, perchè la cannonata è stata sparata all’insaputa di tutti, fruitori ed aventi diritto all’informazione (la comunità scientifica che opera nel sito), senza il classico preavviso per mettersi al riparo e magari patteggiare con il nemico per un trattamento meno aggressivo. Però sappiamo che ogni intervento in un’area archeologica demaniale non può che provenire dall’autorità di tutela e non possiamo immaginare che la Soprintendenza di Enna ne sia completamente all’oscuro. E questo ci ferisce e un po’ ci indigna, perché cominciamo seriamente a dubitare che quell’istituzione assolva veramente al suo compito ben pagato che è quello di vigilare e conservare l’integrità sotto ogni aspetto dei nostri beni archeologici e monumentali.
Ma veniamo al fatto.
Lungo la dorsale della collina di levante che si affaccia sull’agorà, ed esattamente sulla millenaria stradina in acciottolato che collega la piazza a uno dei quartieri residenziali, è stata installata un’imponente scalinata in ferro, imbullonata sulle vecchie pietre per rendere, si ritiene, più agevole il percorso ai visitatori. Sino a ieri nessuno l’aveva ritenuta necessaria e tanto meno invocata: tutti erano felici e contenti di accedere ai quartieri alti mettendo i piedi dove per secoli li avevano messi Greci e Romani, assaporando la sensazione che il tempo si fosse fermato. Eppoi, se problemi di percorribilità c’erano per qualche piede malfermo sull’acciottolato, potevano essere risolti agevolmente con un restauro conservativo o con una protezione di tipo meno invasivo. Invece si è optato per la soluzione più pesante, di maggiore impatto visivo, di massima incongruenza con l’ambiente che l’ospita, di perfetta disarmonia con le linee delle architetture circostanti. Insomma un atto di violenza, un pugno nell’occhio, un pugno nell’ occhio di quanti da ora in poi visiteranno l’agorà di Morgantina pensando di immergersi in un contesto antico e naturale miracolosamente scampato alla distruzione, per trovarsi, invece, di fronte ad uno spettacolo di moderna archeologia industriale. Personalmente, quella scala non l’avremmo messa neppure sul nostro terrazzo e se l’ignoto architetto che costruì l’agorà l’ha in qualche modo vista dall’altro mondo, di certo si sta rivoltando nella tomba.
A questo punto, una domanda s’impone: che ci sta a fare una Soprintendenza in provincia di Enna se avvengono fatti del genere? Cosa ci sta a fare, per restare agli scandali più recenti, se il castello medievale di Lombardia viene restaurato a colpi di ruspa e se la chiesetta medievale di Kamut scompare da un giorno all’altro perché mancava un cartello indicatore? A chi toccherà al prossimo giro?
Non ho la risposta. Però di una cosa sono convinto: si stava meglio quando si stava peggio, quando ad amministrare il territorio di Enna era la Soprintendenza di Agrigento, erano i vari De Miro e Fiorentini che, pur fisicamente lontani, erano però custodi gelosi del territorio e prima di spostare una pietra volevano vederci chiaro. E se qualcuno la spostava senza il loro avallo, lo denunciavano. Ora siamo confusi, ora non ci capiamo più niente, non distinguiamo più gli amici dai nemici del nostro patrimonio. E in questa confusione che si trasforma in rabbia, un desiderio lo dobbiamo esprimere, per quanto cinico ed indecente. Le istituzioni della Provincia di Enna sono in via di smantellamento, ci resta molto poco ormai e sentiamo che è una questione di tempo, prima o poi saremo cancellati dalla geografia del Potere. Anche perché siamo rimasti in pochi a resistere sui nostri amati ed affamati altipiani e per sopravvivere non sappiamo più cosa inventarci. Siamo un vuoto a perdere e per il nostro patrimonio artistico, sul quale molto abbiamo scommesso, non ci resta che piangere sui magri risultati.
Ed allora, se ciò che rappresenta il Potere dello Stato deve scomparire dal nostro territorio, che ci tolgano tanto per cominciare, anzi per continuare, la Soprintendenza e ci passino direttamente sotto tutela del Ministero di Roma, perché anche di Palermo non ci fidiamo più. SILVIO RAFFIOTTA

articolo-petizione_Lasicilia-19.01le foto di questa galleria ci mostrano nella prima parte alcuni articoli pubblicati in questi giorni e soprattutto alcuni degli esempi di degrado in cui versa il sito!

Morgantina. Turismo a perdere!

(Distretto) Morgantina. Turismo a perdere!

8POzC9TdMIYwK96c-pPBFMVitVdAfzCmp6dJqMYVRF0Presi dall’entusiasmo suscitato dalla presenza di Morgantina e il Museo di Aidone nella piccola élite dei siti che hanno accolto l’invito dell’assessore Purpura a prolungare l’apertura serale, ai più è sfuggito il costo che questa iniziativa ha comportato per Morgantina. Lo hanno potuto constatare per primi i malcapitati turisti che si sono avventurati nelle ore antimeridiane a Morgantina e hanno trovato i cancelli chiusi; il colmo, poi, lo hanno vissuto quelli in possesso del biglietto cumulativo acquistato alla Villa Romana di Piazza Armerina, dove evidentemente non erano stati avvisati sugli orari aggiornati. Così tutti ci siamo resi conto del costo dell’operazione visibilità: in un colpo è stata cancellata, non solo per il mese di agosto ma per tutto settembre, l’apertura mattutina: il sito di Morgantina è visitabile tutti i giorni dalle 14 alle 19 e dal venerdì alla domenica dalle 14 alle 22. Per fortuna l’orario del Museo non è stato toccato, l’ingresso è sempre alle 9:00, la chiusura è stata prolungata fino alle 21:00.

Foto venere ritagliata120Nell’intenzione dell’Assessore Regionale e del suo direttore generale Pennino c’è la volontà di intercettare i picchi estivi del turismo e far convergere sui beni culturali anche quei turisti attratti solo dal mare e dal clima siculo, ma come sempre si fanno le nozze con i fichi secchi e questa regola è aurea per Morgantina. Dal momento che il personale è sempre quello, se vuoi aprire la sera chiudi il mattino! Ma il conto non torna: si aggiungono 9 ore serali (venerdì-domenica dalle 19 alle 22) e se ne eliminano 35 antimeridiani (lunedì-domenica dalle 9 alle 14!). Questo in primis.  In secundis: il sito di Morgantina è logisticamente preparato ad accogliere i visitatori in notturna, sono stati fatti degli adeguamenti negli itinerari, nella illuminazione, nella messa in sicurezza? Prima di confermare questi orari per il mese di settembre, la direzione del Museo dovrebbe rendere pubblici i risultati dell’esperimento (dati sul numero dei visitatori serali e, statisticamente, numero dei visitatori persi la mattina) e valutare di conseguenza se sia il caso di continuare. Ma a pensar male si fa sempre bene e, memori di quanto accaduto l’anno scorso e dell’impossibilità di fare fronte all’apertura continuativa con il contingentamento degli straordinari imposto dalla Regione, tutta l’operazione sa quasi da aperitivo per affrontare il piatto indigesto che si sta preparando!  Naturalmente sulla questione si registra un assordante silenzio da tutte le parti: l’Amministrazione comunale ha chiesto conto della opportunità e dell’utilità di questa fruizione notturna e soprattutto della chiusura mattutina? Non se ne hanno notizie, intanto il sindaco continua a fare la spola tra Aidone e l’EXPO, accompagnando le migliaia di turisti che da tutto il mondo, dopo avere visto gli Acroliti nella Piazzetta Italia, si precipitano a visitare Aidone, il Museo archeologico, Morgantina! La questione è stata sollevata da qualche “volontario” su Facebook, senza ricevere grande risalto, gli aidonesi parlano tanto, ma quando si tratta di lasciare traccia della propria opinione, e quella di FB sta diventando una vera firma, preferiscono non esporsi, non disturbare i manovratori, temendo chissà quali ritorsioni…

L’altro grande assente è il Distretto Turistico dea di Morgantina. A quanto pare non può occuparsi di problemi di bassa organizzazione quotidiana, impegnato com’è a spendere il grosso malloppo  (solo 732.000 euro) dei fondi comunitari nei quattro fumosi progetti di lancio turistico;*P l’ultimo in ordine di tempo è il progetto di Promo-commercializzazione nel mercato internazionale con tre paesi “target” -Regno Unito, Germania e Russia- che è stato avviato in questi giorni; il ciclo di workshop rivolti a operatori economici e dell’informazione, è partito da Londra, continuerà a Mosca e poi a Francoforte. Lanciamo nel mercato internazionale (non s’è capito perché questi tre paesi, trascurando i paesi arabi, la Cina, gli USA…, magari sperano che siano oggetto di un prossimo progetto!) una mega offerta turistica per portare i turisti in provincia, ma per quali strade, in quali strutture, con quali accessi? A settembre 60 operatori -tra tour operator, buyers, giornalisti, agenti di viaggio-, europei e non, arriveranno sul territorio per visitarlo, studiare itinerari, godere dei beni culturali ed ambientali del distretto, cosa troveranno? La guida d’eccezione è nientepopodimeno che un racconto di Camilleri***, che ad Enna visse per un paio d’anni tra il 1946 e il 1948: visto che il brand tira, ci accodiamo anche noi, così anche Enna entra negli itinerari dello scrittore agrigentino che ha fatto la fortuna di Modica, Scicli e Ragusa, non si sa mai!

morgantina-turismoaperderel’articolo su Vivienna

 

 

 

 

 

 

* tra i progetti c’è quello del sito “Guide d’autore” ( www.ennaguidedautore.it/ in italiano ed in inglese, in via di allestimento, fornito anche di una applicazione mobile ) realizzato dall’Associazione Civita, che non promette granchè se resta com’è: lentissimo!

 Comunicato Stampa dell’avvio del progetto di promocommercializzazione

**   Dei 4 progetti approvati quale sarà il primo a partire
Al via il progetto di promocommercializzazione per il Distretto di Morgantina volto all’incremento dell’incoming turistico a carattere internazionale.
 Realizzazione di attività di comunicazione nei Paesi target
Il progetto mira alla diffusione del territorio come alternativa alla Sicilia classica e comunemente conosciuta.  Target: operatori turistici UK, Russia e Germania/ principali stakeholder e giornalisti . Attraverso un percorso emotivo ed enogastronomico verrà presentato il Distretto e il territorio di Enna con le ricchezze dell’entroterra Siciliano e le ricchezze naturali ed enogastronomiche, affinché la destinazione diventi oggetto dei molteplici pacchetti turistici proposti dagli operatori esteri. 
Ideazione e realizzazione di materiale promo-pubblicitario

Il progetto di promo-commercializzazione in partenza questa sera a Londra cosa prevede? Come si svilupperà?

Workshop presso le sedi ENIT
Le attività di promo-commercializzazione nei paesi target, Germania, Russia e Inghilterra, prevedono l’organizzazione di un ciclo di workshop rivolti esclusivamente a operatori economici/buyer e giornalisti/blogger esteri. Le attività di workshop, da effettuarsi nelle differenti sedi dell’ENIT presenti in ciascuno dei tre paesi target (Londra, Francoforte e Mosca), verranno realizzate perseguendo i seguenti obiettivi: Implementare, presso i possibili buyer esteri, la conoscenza delle innumerevoli risorse culturali, naturalistiche, enogastronomiche e artigianali che il Distretto Turistico offre. Presentare, agli operatori internazionali, in forma esperienziale e incisiva i servizi e le strutture presenti sul territorio distrettuale. Aumentare il flusso di turisti in arrivo presso le aree del distretto, diversificandone i target e distribuendone i flussi in tutte le stagioni dell’anno. Valorizzare l’offerta e incuriosire i buyer verso quelle mete, soprattutto dell’entroterra, che attualmente risultano meno fruite. Sarà quindi indispensabile presentare al meglio gli itinerari ipotizzati dal Distretto e dare visibilità alle innumerevoli e importanti manifestazioni ed eventi che contraddistinguono il territorio.
Ecco di seguito il calendario degli incontri: London / 26th August 2015 /From  18.30 to  21.00 /*****The Homage Bar at Waldorf – The Waldorf Hilton- Aldwych.London.WC2B 4DD
 Frankfurt /02nd September 2015/From  18.30 to  21.00- *****Enit Room-Barckhausstr. 10 Aldwych-60325 Frankfurt am Main
 Mosca /31th  August 2015/***** Enit Room
60 operatori europei e non arriveranno sul territorio, cosa faranno? Dettaglio del programma e delle provenienze
I destinatari degli educational educational tour – press & influencers trip sono suddivisi in due macro-gruppi: –          Buyers – Tour operator e/o  agenti di viaggio operanti nei paesi target; –          Giornalisti, redattori,  autori,  blogger,  troupe  televisive paesi target
Date: 8 -11 Settembre 2015 – Il gruppo: 60 tra operatori e stampa:                  20 UK –                  20 Russia –                  20 Germania
Il progetto
L’idea progettuale che guiderà la creazione degli itinerari non è solo quella di realizzare un semplice itinerario turistico ma una vera e propria rete organizzata di imprese, enti ed istituzioni in grado di portare il territorio ed i suoi elementi distintivi (risorse ambientali, culturali, ecc.) a competere sui mercati globali, realizzando un progetto integrato del territorio e presentando e promuovendo i diversi soggetti coinvolti pubblici (Enti, Associazioni, ecc.) e privati (strutture ricettive, aziende agro-alimentari, ristoranti, botteghe di artigianato, ecc.) attraverso un’unica immagine.
Il programma di massima
Quattro giorni destinati alle bellezze turistiche e alle eccellenze produttive e turistiche del territorio. Un tour nel Distretto Turistico “Dea di Morgantina” luogo caratterizzato dalle bellezze architettoniche di Piazza Armerina, con le sue ville già patrimonio dell’UNESCO, dall’antica polis dell’area archeologica di Morgantina, passando attraverso i paesaggi tipici della zona, dal lago Pergusa alla Riserva Naturale Rossomanno, per giungere ad Enna, luogo in cui visse per diversi anni Andrea Camilleri, fenomeno letterario davvero unico e inimitabile diventato autore best-seller con il suo commissario Salvo Montalbano. Spazio anche alle eccellenze produttive del territorio con visite mirate ad alcuni dei principali produttori enogastronomici locali.

Il racconto di Cammilleri

*** Discovering the Tourist District “Goddess of Morgantina”

La Sicilia luogo incantato di profumi, colori e aromi che vi rapiranno per sempre, luogo di letteratura e storia lungo le tracce del commissario Montalbano e dello scrittore Andrea Camilleri
Londra incontra il magico territorio della Sicilia
Londra, 26 agosto 2015 -Tutta la bellezza del Distretto Turistico “Dea di Morgantina”, piccola gemma racchiusa nella Provincia di Enna, nel cuore dell’isola di Sicilia, incanterà Londra per una serata speciale dedicata alla presentazione della Provincia di Enna, in un viaggio tra tradizioni, culture e cibi tipici del noto Distretto e dell’intera regione.  Il Distretto Turistico “Dea di Morgantina” luogo caratterizzato dalle bellezze architettoniche di Piazza Armerina, con le sue ville già patrimonio dell’UNESCO, dall’antica polis dell’area archeologica di Morgantina, passando attraverso i paesaggi tipici della zona, dal lago Pergusa alla Riserva Naturale Rossomanno, per giungere ad Enna, luogo in cui visse per diversi anni Andrea Camilleri, fenomeno letterario davvero unico e inimitabile diventato autore best-seller con il suo commissario Salvo Montalbano.  Un successo da oltre 30 milioni di copie con titoli tradotti in tutto il mondo, che non fanno in tempo ad uscire ed entrano in testa alle classifiche dei più venduti, piacendo in Italia, all’estero e a lettori di tutte le età.
In quei due anni ennesi, proprio in quelle due stanzette, credo di essermi formato come scrittore”.
Questo il legame tra Andrea Camilleri ed Enna come lui stesso racconta nel documentario RAI Educational “Il luogo, la memoria”, dove lo scrittore narra in prima persona, alcuni episodi della sua vita e della sua Sicilia, in particolare gli anni dell’adolescenza trascorsi ad Enna, quando sente nascere il desiderio di scrivere.
 Di seguito il testo del racconto dello scrittore:
 “Ho vissuto ad Enna tra il ’46 e il ’48. Avevo 21 anni. Dal Belvedere guardavo i paesi vicini e nello stesso tempo lontani, i laghetti, i boschi, ora azzurri ora bianchi, a seconda della neve. Il paesaggio si poteva trasformare in mare, solo se si voleva. E questo pensiero mi consolò. L’aereo  passava sopra di noi. Io guardavo in alto e invece un uomo vicino a me guardava in basso e mi disse  “guardi che vola in basso.” Lui si chiamava Franco Cannarozzo e diventammo amici.  
Il nemico feroce di Enna si chiama freddo.
Passavo molto tempo a letto, con il passamontagna. Ascoltavo musica jazz e scrivevo poesie. Il mio brano preferito si chiamava “Sweet Georgia Browns”. E così trascorrevo i miei giorni. Avevo degli amici, Franco Enna, Salvatore Pasqua, Arnoldo Farina. Quest’ultimo era in grado di mangiare venti paste alla crema in una sola  giornata. Un giorno avvenne il miracolo, durante una mia passeggiata, mi imbattei nella biblioteca comunale, vi entrai: non c’era nessuno. Solo delle stufe e tanti libri. Un uomo mi chiese con distacco: “Desidera?” E io risposi laconico: “Nulla volevo guardare”
 Allora si presentò: “Sono l’avvocato Fontanazza, il direttore”.  Da quel giorno in biblioteca ci andai volentieri anche per il tepore che emanavano le stufe. Fontanazza lesse le mie poesie e  mi conquistai la sua fiducia. Mi apri’ le porte del tesoro: due stanze con i lasciti non schedati di Lanza e Savarese. Io in quelle due stanze mi persi e lì mi formai come scrittore. L’avvocato continuava a leggere i miei racconti e le mie poesie e continuava a rimproverarmi per i troppi errori di battitura. Nel 1947 vinsi il premio Firenze con una commedia. Poi mi trasferii a Serradifalco. Lì vivevo conoscendo luoghi e persone cominciai a percepire la memoria degli stessi luoghi, a intravedere le radici e mi insinuava il sospetto che il mare erodeva la memoria. Forse per questo i miti resistono alla Storia, solo perché vivono al centro dell’Isola. 
A Pergusa, dalle lacrime di Cerere nasceva il lago e si dava corso al ciclo della vita e della morte. Anche alle miniere di zolfo sono legati miti e leggende. I Siciliani vi hanno trascorso gran parte della loro esistenza. I sopravvissuti portavano il marchio del lavoro: nei polmoni o nella cassa toracica storpiata dall’eccesso di peso. La continua presenza della morte è un lascito della dominazione spagnola. Il senso della morte è un elemento connaturato di Siciliani. Il suo pensiero aiuta a vivere. La religiosità cade spesso in superstizione e trova il suo acume nel lutto religioso, con le rappresentazioni legate alla settimana santa ad Enna.
Le confraternite sono un unisono di sentimenti, una unione fraterna. Ma il cappuccio dei confrati in realtà isola l’individuo da quello che gli sta accanto, così il dolore è singolo.
Ogni Siciliano è un’isola nell’isola. Pertanto non direi sicilitudine, ma isolitudine. A Serradifalco vivevo la smania del viaggio. Prendevo il treno e vagavo per Enna, Calascibetta, Pietraperzia, come un viaggiatore incantato da una Sicilia sconosciuta e ogni paese, come Rosario nel libro di Vittorini, mi sembrava la più bella cittadina che vedevo, fino a che non mi recavo in un altro paese che mi sembrava ancora più bello ancora. Il mio ricordo vaga ad uno zio generale, patito di fumo, braccato un giorno dai tedeschi che minarono il suo nascondiglio. A quel punto dalle tegole si misero a piovere sigarette… Quanti pensieri legati alla guerra. Poi con lo sbarco degli Alleati cambiò tutto. Libertà e democrazia sono legate alle conquiste interiori. Cominciarono le migrazioni negli Usa. Troppi morti qui nelle miniere. I patti agrari soffocarono nel sangue. Il connubio tra mafia, banditismo, destra agraria portò alla strage di Portella della ginestra. E in questo contesto ecco l’elemento femminile che si sacrifica per l’uomo cui ubbidisce sempre.  Quante volte l’uomo siciliano non si è meritato la devozione della donna! Non ho mai creduto alla sottomissione del gentil sesso. L’esempio era mio nonno che commercializzava in zolfo, un uomo autoritario e potente, ma di notte sempre mite ai consigli della moglie. Le raccontava dei suoi affari e le chiedeva: “E tu che ne pensi Elvirù?”. A bassa voce. Non doveva  farlo sentire alla famiglia, altrimenti il gioco delle parti veniva smascherato. Eppure la mattina successiva scendeva nel suo ufficio e dava dimostrazione di avere preso decisioni importanti durante la notte che portava consiglio.
 Dopo svariati anni tornai ad Enna come assistente del regista Orazio Costa. A teatro Garibaldi il pubblico era gelido, e proprio lì  si ballava  a Carnevale, dai palchi come un festone, lunghi fili di salsiccia si snodavano, caratterizzando serate indimenticabili. Il mio ricordo è un  teatro pantagurelico. 
 La  Sicilia… che dire di questa isola? Che cambierà. Che la sottomissione al potente sarà cancellata. Che cambierà senza perdere la sua variegata identità e gli occhi delle ragazze non saranno più velati dalla malinconia”.

 

 

Aidone. In attesa degli strali di Lacchiana contro REGIONE, ANAS, FEC….

museo_aidone (59)Il sindaco di Aidone Vincenzo Lacchiana in questi giorni “tuona” minaccioso, non si sa bene contro o verso chi, di dimettersi se gli Acroliti non dovessero partire per Milano, ritenendo che l’esposizione dei preziosi acroliti delle dee Demetra e Kore nel padiglione siciliano dell’EXPO, siano un’occasione di visibilità che Aidone non può assolutamente lasciarsi sfuggire!
A prescindere dalla condivisione o meno di questo opinione, tutti gli estimatori del patrimonio aidonese potrebbero rivolgergli l’invito a dimettersi per tanti motivi più validi riguardanti la gestione dei beni culturali, storici e artistici del paese. Mandiamo pure gli Acroliti a Milano a incentivare la nostra proposta turistica, ma i potenziali visitatori, oltre ai notevoli beni da vedere, vorranno conoscere anche l’offerta turistica che Aidone è in grado di proporre.
I tanti articoli e servizi apparsi negli ultimi tempi sui media nazionali hanno evidenziato l’insufficienza delle strutture e infrastrutture a fronte del notevole patrimonio che meriterebbe ben più considerazione. Quegli estimatori, non solo aidonesi, a cui sta molto a cuore il destino del nostro territorio, vorrebbero sentirlo minacciare, battendo i pugni sui tavoli degli assessorati e facendo la voce grossa nelle stanze del potere in cui il sindaco, a quanto pare, è di casa e in cui siedono i potenti ai quali, a quanto pare, starebbe a cuore la sua permanenza sulla poltrona di sindaco:

– Mi dimetto se non viene istituito immediatamente dalla Regione il Parco Archeologico di Morgantina (a proposito il sindaco sa a che punto è la pratica, se è uscita dai cassetti della Soprintendenza?)!

– Mi dimetto se non vengono riconsegnati al Museo di Aidone almeno una parte di tutti i reperti giacenti nei magazzini del Museo di Agrigento e di Siracusa, soprattutto il tesoro di monete d’argento (nelle teche, allestite al museo per accogliere le monete promesse da Siracusa, sono state appoggiate in modo scintinesco delle anonime monetine illeggibili, così tanto per non lasciarle vuote!)!

la testa di Ade  esposta al museo di Malibù

la testa di Ade esposta al museo di Malibù

– Mi dimetto se l’Assessorato Regionale ai BB CC non si attiva immediatamente per riportare al Museo di Aidone la Testa di Ade, che il Museo Getty di Malibù già due anni fa si è dichiarata disponibile a cedere volontariamente e che per inefficienza della burocrazia regionale resta ancora in America!

– Mi dimetto se l’ANAS non incomincia subito i lavori sulla SS 288, visto che la stessa Azienda più volte ha dichiarato che gli stessi sono stati finanziati!

– Mi dimetto se il Ministero degli Interni non si decide a restituire alla cittadinanza la ex Chiesa di San Domenico, che per il FEC è uno dei migliaia di beni abbandonati e dimenticati in tutto il territorio nazionale mentre per Aidone costituisce l’unica possibilità di avere lo spazio pubblico -adeguato per mostre, convegni, concerti- che non ha mai avuto e che non avrà ancora chissà fino a quando!

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dettaglio della chiesa di San Domenico: bugnato a punta di diamante, cantonali con decori a chiocciolia

– Mi dimetto se non riuscirò a recuperare in qualche modo il possesso delCastello di Pietratagliata, prima che non ne resti pietra su pietra, e se non riuscirò ad ottenete il ripristino della strada provinciale che lo costeggia ormai impercorribile, ridotta in modo talmente male da sconsigliare anche il più coraggioso degli escursionisti!

– Mi dimetto se almeno uno degli eventi collegati all’EXPO non sarà celebrato nella terra di Demetra che gli Acroliti vanno a rappresentare, considerato che il comunicato stampa di ieri annuncia eventi in tutta la Sicilia tranne in quella interna delle province babbe di Enna e Caltanissetta!

– Mi dimetto ……. Se il “portale turistico” del nuovo sito internet del Comune appena pubblicato non si mette d’accordo con la grammatica e la sintassi della lingua italiana (stendendo, almeno per ora un pietoso velo sui contenuti!)!

Crocetta autorizza la partenza degli Argenti. Aidone non si rassegna. La malapolitica regionale nella gestione dei BB.CC porta alla chiusura del Museo e di Morgantina nelle domeniche di febbraio e marzo. Le tante domande retoriche.

Aidone è di nuovo nella bufera, una temperie che, quando sarà passata, lascerà il paese più povero di sempre, privato anche della speranza e dei sogni che per qualche anno hanno colorato il suo mondo grigio e nebbioso di cittadina, piccola per numero di abitanti, i pochi rimasti di una diaspora inarrestabile, ma ricca di un inestimabile patrimonio archeologico e culturale che l’indifferenza di chi doveva valorizzarlo, l’azione miope di una burocrazia incompetente ed autodistruttiva, l’incapacità degli amministratori locali, stanno rendendo inutile, quasi un peso….

Gli Argenti ellenistici - il tesoro di Eupolemos

Gli Argenti ellenistici – il tesoro di Eupolemos

Crocetta autorizza la partenza degli Argenti. Aidone non si rassegna.     Le vicende su cui soffermarsi  sono più di una: la partenza degli Argenti per il Metropolitan Museum di NY, la ventilata partenza degli Acroliti per l’EXPO di Milano, la chiusura domenicale a del Museo e del sito archeologico. Più tante domande che ci si continua a fare e che non trovano risposta.

iMetropolitan Museum - New York

iMetropolitan Museum – New York

Gli Argenti: sui giornali di domenica è apparsa la notizia che Crocetta ha definitivamente autorizzato la partenza degli Argenti di Morgantina per il Metropolitan Museum di New York, avendo superato l’ostacolo creato dal “decreto Sgarlata” (quello che, individuando un elenco di beni inamovibili, avrebbe evitato la partenza degli Argenti); il tono è: tutti soddisfatti, giustizia è fatta, ha vinto la legalità… Come già si leggeva nell’accordo del 2006, il MET si impegna a compensare la Sicilia con altri reperti, arriverà in prestito una selezione di gioielli ellenistici di origine cipriota, appartenenti alla collezione Cesnola, che saranno esposti nel Museo di Aidone e un quadro di Santa Rosalia di  Antoon van Dick  che sarà esposto alla Galleria Abatellis di Palermo.  Da un DDG del 19 dicembre scorso si apprende che sono stati stanziati poco meno di 5000 euro per procedere al miglioramento della condizione della sala degli Argenti, allo scopo di esporre adeguatamente i gioielli provenienti da New York.

Il paese non può che arrendersi a questo decisioni, ma non è rassegnato alla eventualità che questo pendolarismo quadriennale degli Argenti di Eupolemo, tra New York e Aidone, duri quarant’anni, come è previsto negli accordi del 2006; si continuerà a lottare perché gli accordi vengano ridiscussi e la condizione precaria dei reperti, rilevata dagli studi commissionati dalla stessa Regione Sicilia, deve dare materia per aprire un tavolo urgente di discussione. Resta l’amarezza  di una comunità che si è vista ignorata, neppure presa in considerazione.  Dopo la manifestazione del 7 dicembre promossa dall’Archeoclub Aidone-Morgantina, che faceva seguito alla lettera aperta al Presidente  della Regione, all’Assessore regionale ai BB.CC.  al Ministro Franceschini e al presidente Napolitano, è iniziata una raccolta di firme, in cartaceo e online, per chiedere che venga ridiscusso l’accordo stipulato con il MET dall’allora ministro Buttiglione. La lettera aperta, che è stata pubblicata su quotidiani, riviste specialistiche e giornali online, è stata semplicemente ignorata dai destinatari: le istituzioni non hanno avuto  la buona educazione di dare una qualunque risposta. Per essere precisi l’unica risposta è pervenuta dalla Presidenza della Repubblica per mano del consigliere di Napolitano, il prof. Luis Godart che specificava che, se il Ministero è competente per le relazioni internazionali, per il resto unico ente competente è la Regione Sicilia. La dott.ssa Alessandra Mirabella, presidente della sezione aidonese dell’Archeoclub, in nome dell’Associazione che da sempre lotta per la difesa e la restituzione dei beni trafugati,   tenacemente e senza lasciarsi scoraggiare, ha inviato un seconda lettera aperta a Franceschini, a Crocetta, e all’Assessore Purpura, decisa a sfondare il muro di gomma dell’indifferenza che tutti hanno eretto.

gli acroliti delle dee

gli acroliti delle dee

Gli Acroliti all’EXPO di Milano?

La seconda questione riguarda la ventilata partenza degli Acroliti delle dee Demetra e Kore, alla volta di Milano, per essere esposti nel padiglione siciliano dell’EXPO, possibilità che rende molto felici e soddisfatti il sindaco e l’amministrazione aidonese, ma lascia il museo, svuotato di un’altra sala. Non si capisce la ratio dell’esposizione dei reperti archeologici  in un ambiente del tutto decontestualizzato; la speranza palesata è che porteranno turisti di tutto il mondo in Aidone,  ci si illude ancora una volta che basta dire al mondo dove si trovano le bellezze, per indurre la gente a venirle a cercare, mentre si continuano ad ignorare  i problemi che impediscono il lancio turistico e che sono sempre gli stessi: l’assenza di una vera politica turistica, le carenze mai colmate nelle strutture ed infrastrutture, lo scoraggiamento, o, se vogliamo essere generosi, il mancato incoraggiamento, dell’impresa privata.

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LA MALAGESTIONE DEI BB. CC. IN SICILIA – Morgantina e il Museo un esempio

Gli esempi della cattiva gestione del patrimonio da parte della Regione sarebbero infiniti, ne faccio appena un accenno: 1) la mancata istituzione del Parco Archeologico di Morgantina  –le carte sono ancora ferme nel porto delle nebbie della Soprintendenza ennese?-   ha portato ad una situazione surreale in cui gli scaricabarile sono all’ordine del giorno: se hai bisogno di risorse ti scaricano perché non dipendi più dalla Soprintendenza e sei invitato ad arrangiarti, se vuoi intraprendere un’azione autonoma non lo puoi fare perché non sei ancora  Parco e non hai ancora autonomia di gestione, ecco allora che si verificano situazioni assurde come questa: in questi giorni a Morgantina per un guasto si è stati costretti a chiudere i servizi igienici, la direzione del museo non ha fondi per ripararlo, ci sarebbero i soldi dei biglietti però, dal momento che il Parco ancora non esiste, questi non restano in Aidone, dove potrebbero dare una buona mano per gestire l’ordinaria amministrazione, ma vanno a finire nel pozzo senza fondo della Regione … 2) l’annosa problematica della carenza di personale da una parte e  l’interpretazione strettamente burocratica nella distribuzione degli straordinari festivi dall’altra, costringe ancora una volta la direzione a prendere decisioni incomprensibili ai più: il Museo e l’area archeologica  di Morgantina resteranno chiusi nelle domeniche 18 e 25 gennaio, 8-15-22 febbraio e lo stesso probabilmente si ripeterà anche a Marzo (tranne le prime domeniche  del mese, nelle giornata di ingresso gratuito). DSC00422.jpgInterpellata, la dottoressa Laura Maniscalco ha risposto che, nella programmazione annuale dei turni festivi dei custodi, ha preferito chiudere in un periodo di bassa stagione per garantire l’apertura continuata nei mesi estivi, quando è maggiore flusso turistico. La situazione già critica è aggravata dal fatto che si non potrà più contare sui custodi centuripini che erano stati distaccati in Aidone; dei diciassette custodi una parte se n’è tornata nella propria sede, gli altri sono  utilizzati dalla Soprintendenza di Catania, secondo una ratio incomprensibile visto che dipendono dalla di Enna. Siamo di nuovo alla situazione dell’anno scorso  con un numero di personale insufficiente che riesce con fatica a garantire l’ordinario.

Ognuno di questi problemi meriterebbe un titolo gridato sugli organi di informazione. La cattiva gestione del patrimonio aidonese è l’esempio più eclatante di come nella nostra regione le ricchissime risorse vengano sprecate e restano lontanissime dal diventare  volano di crescita.

Alcune delle domande che non ricevono o non possono avere risposte:

– Il decreto Sgarlata che bloccava l’uscita dei beni archeologici dichiarati inamovibili è stato mai revocato? È decaduto?

– Nella campagna che gli aidonesi stanno conducendo in solitudine, per fermare la partenza degli Argenti o meglio per ridiscutere l’accordo, pesa la mancata solidarietà da parte di politici, associazioni che contano, amministratori di città vicine e soprattutto da parte del fantomatico “Distretto Turistico della Venere di Morgantina”; fa pensare: sono tutti diventati legalisti ad oltranza? O non c’è piuttosto una buona dose di fastidio, se non addirittura di invidia?

– Che fine ha fatto il progetto di albergo diffuso? È stato formalizzato l’acquisto dell’ex casa per anziani che doveva diventare l’hotel all’interno del sistema di albergo diffuso?

– Cosa sta facendo l’amministrazione comunale per sollecitare la Soprintendenza di Enna a sbloccare la costituzione del Parco archeologico? Per chiedere risposte ai politici amici, che occupano la presidenza e gli assessorati regionali, sulla questione dimenticata della SS 288? E sulla possibilità di ridiscutere il patto Buttiglione-MET sugli argenti? E sulle misure per intraprendere una vera iniziativa politica di rilancio, anzi lancio, del turismo, che non sia sempre e solo il fumoso Piano Strategico, dietro al quali si trincerano ogni qualvolta si parla di sviluppo turistico? Non sarebbe il caso  di studiare una vera campagna pubblicitaria in sinergia con Piazza Armerina, Caltagirone, Enna che, oltre ad essere i partner del distretto turistico, sono anche le città più vicine a noi che hanno strutture turistiche in grado di accogliere i grandi numeri? Franca Ciantia

l’articolo pubblicato su Vivienna

crocetta autorizza 19.1.2015

 

 

articolo pubblicato sul blog PoliticaPrima

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gli articoli pubblicati sul blog amico di  Giangiuseppe Gattuso

 

 

 

 

 

articolo pubblicato su www.politicaprima.com

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