OTTAVIO PROFETA

Odia il prossimo tuo

ROMANZO

EDIZIONI CORBACCIO - MILANO - 1932

PROLOGO,  CAPITOLI  I - XIV

Omaggio di De Roberto al nostro

da "Sicilia favola vera" 1954

Ottavio Profeta " Il Poeta di Aidone"

Aidone ha avuto il suo cantore in un autore misconosciuto ai lettori moderni, che avrebbe meritato maggiore fortuna e riconoscimento. É Ottavio Profeta, poeta, romanziere e commediografo nato in Aidone nel 1890 e morto a Mascalucia nel 1963, frequentatore dei grandi Martoglio, De Roberto, Capuana e sodale dei poeti dell’avanguardia siciliana. Tante le sue opere, tra cui il romanzo “Odia il prossimo tuo” (Milano, Edizioni Corbaccio 1932), la commedia “Una delle due” portata in scena da Angelo Musco e Rosina Anselmi (Teatro Nazionale, Roma, 29 gennaio 1925), il saggio “Sicilia favola vera” (Pezzino Palermo 1954) e raccolte poetiche e novelle.

Aidone vi è chiamata spesso Erbita, con il nome attribuito allora alla zona archeologica identificata poi con Morgantina. Aidone, il paese che l’aveva fatto soffrire ma che il lavorìo del tempo e del ricordo aveva trasformato nell’eden dell’innocenza, il “monte che s’alza nel vento e si corica nella nebbia”, fa da sfondo alle sue pagine più belle.

Nell suo Testamento affidato ad una sua lirica, chiedeva di essere sepolto nel suo paese natìo. La sua volontà, purtroppo, non fu mai onorato. 

Se la mia voce morirà

sulla croce di pietra cittadina,

portatela al mio monte

che s’alza nel vento

e si corica nella nebbia.

  Se la mia voce morirà

sulla croce di pietra cittadina

cercatela nel canneto,

nella conchiglia o nella fiumara

al Gurnalonga o al Simeto.

 Se la mia voce morirà 

sulla croce di pietra cittadina 

rifatemela viva

fra gli alberi della Silva,

dove ogni sera canta un usignolo. 

Ottavio Profeta

(“Testamento” raccolto da Silvio Raffiotta, “Ottavio Profeta. Il poeta di Aidone”, Editopera, Enna 2015, pag. 5)

Nota biografica

Nel 2015 Silvio Raffiotta, magistrato e saggista, ha pubblicato un’antologia delle opere di Ottavio Profeta, citata qua sopra e a cui rimando, soprattutto nella dettagliata introduzione, per approfondire il ritratto dell’autore. Ma basandomi su questo libretto non posso esimermi dal tracciare una breve nota su Profeta.

Nacque il 10 ottobre 1890 in Aidone da Franco, maestro elementare e da Adele Piazza genitori di sette figli. Frequentò le scuole superiori tra Caltanissetta e Catania e a Catania si laureò in Giurisprudenza e intraprese un’attività lavorativa all’Ufficio delle Imposte, si sposò ed ebbe due figli. Si stancò ben presto del lavoro routinario di impiegato e nel 1923 partì per Milano per occupare un posto di redattore presso il quotidiano “Sera”. A Catania aveva frequentato i circoli intellettuali e le avanguardie a Milano incontra gli scapigliati. Ben presto lasciò la città lombarda per una breve parentesi a Livorno, dove fonda e dirige senza troppa fortuna il mensile culturale Picwick, prima di fare ritorno per sempre in Sicilia. A Catania nel 1925 esordisce nel teatro con la commedia dialettale "Una delle due” interpretata dai grandi Angelo Musco e Rosina Anselmi. Nel 1926 dà alle stampe la sua prima raccolta di poesie “Il pane” e nel 1928 una raccolta di racconti “L’amante dell’amore”. Del 1932 è il suo capolavoro “Odia il prossimo tuo” che lo portò a concorrere al premio Viareggio. La delusione per la mancata vittoria segnò un po’ la sua attività artistica futura. Nel 1936 pubblicò un poema drammatico in versi “L’ultimo Orfeo” e nel ‘38 il romanzo “Nascere”. Continuò la sua collaborazione con i giornali curandone la terza pagina. Nel 1954 per incarico della Regione Sicilia pubblicò “Sicilia, favola vera due volumi di “letteratura turistica” in cui descrive un suo personale viaggio in Sicilia tra mito e tradizioni, più attento agli uomini e alla loro storia che ai luoghi. Morì improvvisamente il 23 novembre del 1963 a Mascalucia (CT) dove fu sepolto.

Concludo questa breve nota con due citazioni dal libretto del Raffiotta, in cui l’autore indaga le frequentazioni e la scrittura di Profeta.

Negli ambienti letterari che frequentava, era un solista, non sopportava le aggregazioni e le conventicole, anche se era consapevole dei vantaggi che gli venivano, per questo, a mancare. Fortemente convinto delle sue capacità, era ambizioso e le bocciature lo ferivano. Non fu tenace nel suo lavoro, né tanto meno metodico. Il suo non fu mai un mestiere, ma una passione, violenta, esagerata, incontenibile verso la parola, non quella che convince, ma quella che riscalda, che fa volare in alto, che esprime l'inesprimibile”. (pag. 13)

E il rapporto con la letteratura a lui contemporanea:

“La sua vera ispirazione - nelle poesie - fu il dolore, personale ed universale, accettato come parte integrante della vita. Ma non c'è mai pessimismo nei suoi versi. Nelle prose fu la bellezza del mondo, la bellezza della natura, la bellezza delle cose elementari, ancora non contaminate ed avvelenate né dal progresso, né dalla mercificazione. E la bellezza di quelle persone, anche senza niente, che, nell'affetto della famiglia e nella capacità di cogliere il lato buono della vita, sapevano trovare la ragione di esistere e accettare anche le disgrazie. Questi ideali egli li trovava rappresentati nella piccola borghesia di provincia, quella più sensibile ad una dimensione meno materialistica dell'esistenza e tenace nella difesa dei propri valori
Con questa ispirazione, tanto lontana dalle fonti che alimentavano la letteratura del tempo, dove la Sicilia doveva essere solo la terra della malaria, delle donne sempre vestite di nere dei bambini lerci che sguazzavano nel fango, Profeta doveva apparire come uno, non solo fuori moda e fuori contesto, ma anche fuori dalla realtà. Un sognatore, insomma, un tardo romantico che vagheggiava l'utopia e sognava "un'isola che non c’è” . Favole, le sue, favole consolatorie, da cestinare al primo confronto con la dura, impietosa e spaventosa, a volte, quotidianità.”

progetto "Odia il prossimo tuo"

OTTAVIO PROFETA

ODIA IL PROSSIMO TUO

ROMANZO

EDIZIONI CORBACCIO - MILANO - 1932

AI MIEI NIPOTI ED AI VIVI

Proemio e prologo      pagg.   0 - 21

Cap,   I                       pag,   23 

Cap.   II                      pag.  39

Cap.  III                     pag.  57

Cap.  IV                     pag.  71

Cap.   V                     pag.  87

Cap. VI                      pag.  105

Cap. VII                     pag.  119

Cap. VIII                    pag.  137

Cap.  IX                     pag.  147

Cap.  X                      pag.  157

Cap. XI                      pag.  171

Cap. XII                     pag.   183

Cap. XIII                    pag. 195

Cap. XIV                    pag. 229

Cap. XV                     pag. 229

Cap. XVI                    pag. 245