Pippo Castiglione ESCAPE='HTML'

Pippo Castiglione: quattro racconti inediti

Pippo Castiglione narra l'Aidone della sua fanciullezza

Quattro anni fa (era il 15 febbraio 2018), Pippo Castiglione presentava nella biblioteca di Aidone il suo "Tempo elementare. La mia infanzia ad Aidone" Ricordo che era una serata freddissima, come ora, ma la sala della biblioteca era colma e molti eravamo già con il libro in mano per chiedergli l'autografo e fargli domande su quanto avevamo letto: un regalo inatteso e per questo ancora più gradito. Lascerò raccontare al mio articolo, scritto allora e pubblicato su Vivienna.it  e riscritto qui di seguito, le emozioni e le sensazioni di quei momenti.

Ora voglio invece  voglio ringraziare Pippo per un ulteriore regalo che mi ha fatto. Tempo fa mi fece leggere due suoi brevi racconti inediti, scampoli di ricordi che si aggiungevano a quelli che scorrevano nelle pagine del suo romanzo aidonese. Mi ha autorizzato a pubblicarli in questo mio sito, accompagnandoli ad altri due. Un  grande onore per me, di cui non lo ringrazierò mai abbastanza, un dono che condivido con i nostri compaesani ed amici.

Il primo è "Il Boschetto di Sant'Anna"  

Questo racconto mi sta particolarmente a cuore perchè ci racconta di un primo grande delitto che si perpetrò nei confronti dell'ambiente naturale aidonese. Nel parlare della chiesa e del convento di Sant'Anna ho più volte accennato al Bosco in cui era immerso il convento, un'area verde che noi non abbiamo conosciuto perchè al suo posto erano già sorte le case popolari e il campo di calcio.  Pippo Castiglione ci racconta gli ultimi spasimi del Bosco e ritornano alla mente le parole del poeta " Dov'era l'ombra, or sé la quercia spande morta, né più coi turbini tenzona. La gente dice: Or vedo:era pur grande! " 

Il secondo racconto è "Il mare" .

L'ho reintitolato "Putinza di B'v'raùra" l'escalmazione che gli aidonesi usavano sempre davanti a persone o cose fintamente grandi o importanti. Il detto si riferisce all'aneddoto del paesano, che non aveva mai messo piede fuori e  che alla vista del mare esclamo: Putinza d' b'v'raùra, tutt' l-armal d-Aidungh' s' pon' b'v'rèr' e ieua resta! Che grandissimo abbeveratoio, tutti gli animali di Aidone potrebbero abbeverarsi e acqua resterebbe!

Il terzo racconto è "Il matrimonio segreto"

Un storia paesana che sembra inizialmente boccaccesca, nell'accezione moderna,  ma che si risolve, come spesso accade nelle novelle di Boccaccio, con un lieto fine garantito dall'allontanamento coatto dei protagonisti della malelingue paesane che hanno una memoria lunga che attraversa le generazioni. 

Il quarto raccontoè  "Nofrio Giornale"

Una storia di emigrazione, come tutte quelle che si susseguirono, dai nostri paesi, senza sosta per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta, Un'emorragia che non si ferma neppure oggi; i ragazzi non partono più con la valigia di cartone e non affrontano l'ignoto ma lasciano in paese una famiglia pronta sempre ad iutarli e a riaccoglierli. Altri tempi!

Pippo Castiglione

Dal risvolto di copertina di "Tempo Elementare. La mia infanzia ad Aidone"

Pippo Castiglione (all'anagrafe Giuseppe) è nato il 26 feb braio 1942 ad Aidone dove ha frequentato scuole fino alla III Media, quando la famiglia s'è trasferita nel vicino paese di Raddusa. Ha continuato gli studi a Catania, prima nel Collegio dei Gesuiti di Villa San Saverio (ginnasio) e quindi presso il Liceo Classico Statale "Nicola Spedalieri". Si è iscritto alla Facoltà di Lettere Moderne di Catania. Nel 1965 si è trasferito a Vittorio Veneto per intraprendervi, ancora studente universitario, l'attività di insegnamento. Si è laureato presso l'Università di Padova nel 1968. Ha insegnato presso le Scuole Medie di San Vendemiano, Susegana, Pieve di Soligo, Vittorio Veneto "U. Cosmo" e infine presso l'ITIS "G. Galilei" di Vittorio Veneto.

Nel 1968, quando è nata la CGIL Scuola, ha iniziato la sua militanza sindacale: dal 1980 al 1985 è stato distaccato presso il Provveditorato agli Studi di Treviso, dal 1986 al 1994 è stato Segretario provinciale della CGIL-Scuola di Treviso,

Ha fondato e diretto il mensile Prospettive del Vittoriese dal 1980 al 1985 e dal 1994 al 2011 il mensile Notizie CGIL. Vive a Sarmede, il Paese della Fiaba.

N.d.r.  il libro è acquistabile presso tutti i maggiori siti online come Amazon, IBS. Mondadori e tanti altri. 

Da Aidone al Veneto e ritorno. “Tempo Elementare. La mia infanzia ad Aidone” di Pippo Castiglione

pubblicato su Vivienna.it

17 Febbraio 2018

Conosciamo tutti l’importanza della storia, quella dei grandi eventi, quella fatta di guerre, di rivoluzioni, di personaggi che, nel bene o nel male, hanno un’influenza nella vita degli stati e dei continenti; più difficile è che venga studiata la storia minore, quella delle piccole comunità, dei paesi, degli individui, di cui, nel giro di poche generazioni, si perde la memoria. Ben venga allora chi a una di queste piccole comunità regala le sue memorie, permettendo di ricostruire la vita quotidiana di un determinato periodo, anche se piccolo. Dona gioia a chi vi si ritrova per averla vissuto da coetaneo, ma anche ai più giovani che possono rivivere la vita dei loro nonni, misurare le differenze abissali che si sono verificate in poco più di mezzo secolo e rivivere nei luoghi conosciuti altra vita, altri giochi, altre forme.

Tutto ciò ha regalato ad Aidone e agli aidonesi il professore Pippo Castiglione che, partito a dieci anni da Aidone, quando era ancora un bambino, vi è tornato per presentare un delizioso volumetto dal titolo significativo “Tempo Elementare. La mia infanzia ad Aidone”, edito da Dario Sebastiani.

“È stato un ritorno in patria – ha dichiarato l’autore – sono stato accolto benevolmente dagli studenti – ospitali, attenti e interessati – e dagli aidonesi che hanno voluto partecipare alla presentazione del libro in biblioteca. In un’aula dei locali della biblioteca ho frequentato la quinta elementare: sono tornato nel posto da cui sono partito 66 anni fa. Grazie al Sindaco, Enzo La Chiana, all’Assessore, Zagara Palermo, alla Preside ed agli Insegnanti della Scuola Media, alla prof.ssa Franca Chiantia che hanno permesso questo ritorno. A loro  e agli Aidonesi affido “Tempo Elementare” scritto per preservare quanto conservavo nello scrigno della mia infanzia, da cui ho attinto in tutta la mia vita, specialmente nei momenti di maggiore fragilità. In quello scrigno sono custodite le più belle pagine della mia vita, quelle vissute ad Aidone, che ora tutti possono leggere”.

Il libro, in poco meno di cento pagine, ripercorre, con uno stile asciutto e lineare e una scrittura chiara ed immediata, un anno di vita, quello della quarta elementare, agli inizi degli anni cinquanta, e permette all’autore di narrare, attraverso l’esperienza personale, la vita del paese e della sua grande famiglia, l’alternarsi delle stagioni scandite dai ritmi della natura, delle attività agricole, delle feste e della tradizione. Un vera miniera di informazioni per ricostruire le fasi delle attività agricole ma soprattutto dei giochi di strada. In questo panorama si stagliano personaggi di uomini e donne grandi nella loro semplicità e saggezza. Il tutto è visto attraverso l’occhio innocente del bambino non inquinato dalle sovrapposizioni dei ricordi di chi ha continuato a vivere nello stesso posto; il suo non fu, infatti, solo l’allontanamento temporaneo dello studente ma un trasferimento di tutta la famiglia. La sua famiglia andò ad abitare nella vicina Raddusa e la sua vita professionale si è poi svolta in Veneto.

La struttura scelta non è quella tipica dei capitoli ma viene scandita dal succedersi dei mesi con una libertà: si inizia con dicembre e si finisce con novembre quasi a contemplare il ciclo della vita e della morte, proprio della natura ma anche degli uomini. Il titolo “Tempo Elementare” compendia questa visione prospettica ma suggerisce anche altri significati come ben descrive il professore Francesco Aliprandi “Il titolo è bellissimo: tempo Maestro, tempo del maestro; nel quale la vita è scuola e la scuola è vita. Ma anche tempo in nuce, embrionale, in abbozzo; tempo preannunziatore, e perciò angelico premonitore di futuri altri tempi, quando tutto avverrà come il Tempo Elementare aveva previsto, grazie alla sua essenzialità. Tempo degli Elementi costitutivi, fondativi del divenire, che più viviamo, più riconosciamo come nostri e del nostro essere nel mondo. Nella vita si diventa ciò che si è. Il nostro essere, racchiuso “in una noce”, possiede già la forza e la grandezza di un albero, o la debolezza di una foglia”. Il sottotitolo “La mia infanzia ad Aidone”, che riconduce la narrazione entro i confini stretti della cittadina dell’entroterra siciliano, è una prova di coraggio per chi pubblica un libro nel profondo nord, ma è soprattutto una grande prova di amore per Aidone e gli aidonesi.

Franca Ciantia